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annuario e ricerche sul 1946/4 Resistenza/45

La morte di Gigino Battisti

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Sessa Aurunca 14 dicembre 1946, muore in un incidente ferroviario il partigiano , on.Gigino Battisti, socialista.

Scampato a una squadraccia fascista a Bari, , eroe della lotta al Nazifascismo , morto in nome dell’etica partigiana.

 

Gigino Battisti portava con sé la responsabilità di quel cognome, l’esser il figlio di Cesare Battisti, martire simbolo della lotta per l’indipendenza e l’ Unità d’Italia. Con fierezza non si era piegato né alle lusinghe né ai manganelli fascisti e tutta la sua vita ne era una testimonianza. Lo erano le mutilazioni che portava alle mani causate dal congelamento conseguente al suo fare da guida tra le Alpi agli antifascisti in fuga dal regime fascista. Lo erano gli incarichi di rilievo nella lotta partigiana in Valtellina e in quei giorni del 1946 esser stato indicato a sedere sugli scranni, in veste di segretario, della Presidenza dell’Assemblea Costituente.

Gli spunti di riflessione che seguono , hanno riferimento in riviste e giornali d’epoca contenuti nei fondi archivistici custoditi dall’Archivio Storico Benedetto Petrone (Brindisi)

1) “ Il Ponte , ott 1952, numero speciale 30esimo Marcia su Roma. (dall’Archivio Storico Benedetto Petrone , fondo Socialisti Brindisi)

L’articolo è quello siglato con G.S.  ovvero Gaetano Salvemini e intitolato “Come fu ucciso Di Vagno”. In esso Salvemini racconta come nel 1921 ,Gigino Battisti allora.esponente del Partito repubblicano, fosse scampato miracolosamente, da un tentato assassinio per mano di una squadraccia fascista di Bari.

 

“-…In quella stessa primavera (1921) si formò un”fascio” a Cerignola, in provincia di Foggia, e il popolo lo battezzò come « la squadraccia ». Un'altra squadraccia si costituì a Bari. Quando Gigino Battisti ed Egido Reale andarono nel marzo 1921 a Bari a parlare per il partito repubblicano in un comizio elettorale, non potettero aprir bocca, e salvarono la pelle, solo perché li protesse uno squadrista, vecchio amico personale di Gigino Battisti… ( G.S.)-“

L’etica partigiana

1946: nei cruciali giorni in cui la Repubblica faceva i suoi primi passi, le donne e gli uomini incaricati a dare agli italiani una Costituzione che garantisse piena uguaglianza di diritti e doveri tra tutti i cittadini, erano consci della responsabilità dell’agire coerentemente.

 

Quella sera del 14 dicembre 1946, l’onorevole Gigino Battisti sale sul diretto n 83, uno dei pochi circolanti su quel tratto martoriato dalla guerra ed affollato da una moltitudine di uomini e donne, povera gente del nostro Sud, che in quel periodo di penuria di generi di prima necessità e di lavoro si spostava in condizioni che oggi definiremmo da Terzo Mondo.

 Il partigiano Gigino Battisti, mutilato della lotta antifascista, invece di chiedere a qualcuno di essi di cedergli il posto a sedere in nome dei suoi meritati diritti e dell’alto incarico a lui conferito, con la modestia e l’umanità che lo distiguevano, decise di salire nel bagagliaio, tra le merci, sedendosi su un predellino. Il vagone era quello attaccato alla locomotiva e purtroppo fu quello che fece da cuscinetto tra quest’ultima, che si schiantava su un treno carico di arance, e il resto del convoglio.

Lui che era scampato agli agguati fascisti e alle insidie della lotta partigiana, trovò fatalmente la morte , in coerenza a quello spirito di sacrificio che aveva accompagnato durante la Resistenza tanti altri martiri e che varrebbe la pena ricordarlo ancor oggi.

 

2) Dalla lettura dell’Avanti del 17 dicembre 1946 (Archivio Storico Bendetto Petrone, fondo Irpinia) riportiamo i titoli che annunciavano la sua morte e il dolore di Nenni e del Partito Socialista

 

DOPO LA SCIAGURA DI MINTURNO

La bandiera rossa sul feretro di Battisti Oggi sarà a Roma la vedova dello scomparso ■ La salma è stata vegliata questa notte dai compagni del Gruppo parlamentare ■ Staserà la salma partirà per Trento

 

“Sabato sera, alle ore 23,05, poco distante dalia Stazione di Sessa Aurunca, il diretto N. 83 proveniente da Roma cozzava contro un treno merci carico di arance in viaggio da Reggio Calabria a Milano…Cinque persone hanno trovato la morte nello scontro. Circa cinquanta sono i feriti. Gli scomparsi sono: il compagno Gigino Battisti, figlio di Cesare Battisti, deputato all'Assemblea Costituente,… poco dopo la mezzanotte giungeva da Roma il compagno Giuseppe Saragat presidente dell’Assemblea Costituente.Egli, al lume delle torce, ha assistito commosso, all'estrazione della salma del caro compagno … Il compagno Nenni facendosi interprete dei sentimenti di tutti i compagni ha telegrafato alla sign ra Battisti ed alla Federazione Socialista di Trento le condoglianze del Partito. Ha poi inviato alla signora Ernesta Battisti, vedova del Martire di Trento e Madre di Gigino, il telegramma seguente:

«Apprendo il crudele lutto che la colpisce con la morte del suo Gigino. Il mio pensiero corre a lei sola nella stanza dove custodisce le memorie del Martire. Nella sua angoscia le sia di conforto il pensiero che siamo tutti partecipi del suo lutto«-“

“Alla stazione di Termini era stata preparata una camera ardente dove ieri sera si sono recati ad attendere il feretro, arrivato alle 23,30, i compagni Nenni, Ivan Matteo Lombardo, Saragat, Santi, Sansone, Priolo, Canevari, Lami Starnuti; gli on. Macrelli, Facchinetti,Mattarella, Spadavecchia e Chiostergi. Erano alla stazione e, con le loro bandiere, si sono stretti, reverenti attorno al feretro, i compagni della Federazione Socialista di Roma, con il compagno Ezio Bartalini.

 

A cura di Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

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Brindisi 17/12/2020

pagina rivista e corretta 28 dicembre 2022