Archivio storico"Benedetto Petrone"
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Speciale 8 marzo 2021, In memoria di Eleonora de Fonseca , la prima partigiana del nostro Meridione, morta eroicamente a Napoli. -“Prima di essere impiccata, fatemi bere sto caffè in santa pace!”- (Vincenzo Cuoco, saggio sulla rivoluzione Napoletana del 1799)
di Antonio Camuso In una Italia quasi smarrita sotto i colpi della pandemia e che quest’anno festeggia il 160esimo della sua raggiunta Unità, ritengo importante ricordare il ruolo avuto dalle donne nel raggiungimento di quel “parziale” obbiettivo al quale la parte più radicale di coloro che ne furono i sostenitori, sarebbero dovute essere conseguenti ben altre rivoluzioni sociali, economiche, culturali . Durante quell’epopea risorgimentale che attraversò l’intera Europa , sotto la spinta della Rivoluzione Francese , fu coniato politicamente il termine “partigiano” . “Bande partigiane” furono definiti anche negli scritti politico-militari di allora i gruppi di combattenti civili che agivano in armi autonomamente o collateralmente alle formazioni militari in divisa .Durante il secondo conflitto mondiale questo termine venne ripreso, ed in Italia, oggi nel sentire comune è attribuito impropriamente solo ai combattenti della Resistenza al Nazifascismo. Perché ricordare Eleonora De Fonseca Pimentel? Da moglie, vittima di violenza domestica, a rivoluzionaria , giustiziata dai Borboni per il suo ruolo di giornalista a fine ‘700. -“Prima di essere impiccata, fatemi bere sto caffè in santa pace!”-
Rinvio alle varie pagine web che le sono dedicate la memorialistica a lei dedicata, ma voglio riportare integralmente le prime righe dedicate a lei sul sito dell’enciclopedia delle donne : “Poetessa, scienziata, intellettuale, giornalista. Nata “marchesa” muore da rivoluzionaria sul patibolo di piazza del Mercato a Napoli, vittima della vendetta di Maria Carolina e di Ferdinando di Borbone. È il 20 agosto del 1799, le armate del Cardinale Ruffo hanno riconquistato la città e la breve e sventurata esperienza repubblicana è ormai terminata. Dinanzi alla folla festante di lazzari e ai corpi esamini degli altri condannati, privata della possibilità di essere ghigliottinata in quanto nobile, prima di essere impiccata pronuncia la frase «forsan et haec olim meminisse juvabit» (forse un giorno gioverà ricordare tutto questo).” Come non onorare questa donna che perse ben due volte i figli in grembo per le percosse subite da un marito violento a cui riuscì a separarsi dopo anni di torture e tentativi di femminicidio. Il suo abbraccio agli ideali illuministi e poi giacobini , si vestì da uomo per assaltare Castel Sant’Elmo dopo la fuga del Re Borbone , favorendo l’arrivo dei francesi in Napoli. Sulle mura di quel castello recitò una sua Ode alla Libertà, e divenne poi la direttrice e giornalista del Matinale Napoletano durante la breve vita della Rivoluzione Napoletana del 1799 e di cui la “sinistra” in particolare quella meridionale non comprende ancora l’importanza, lasciandosi irretire talvolta dai messaggi pseudo meridionalisti dei neoborbonici. ANTONIO CAMUSO 8 MARZO 2021 Alcuni link https://it.wikipedia.org/wiki/Eleonora_Pimentel_Fonseca http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/eleonora-anna-felicia-teresa-de-fonseca-pimentel/
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