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speciale FOCUS EUROPA/
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Elezioni in Francia, secondo turno: purtroppo c’è
poco da festeggiare a sinistra. La destra reazionaria di Marine Le Pen è
stata la più votata dai francesi.
Nel secondo turno il RN di Le Pen ha
raggiunto il 32% dei votanti, contro il 28% del Nuovo Fronte Popolare e il
23% del partito di Macron.
Non è del sottoscritto il farsi prendere dai
facili entusiasmi e né dall’esprimermi in analisi affrettate su fatti di
complessità non indifferenti quali quelle che non solo il popolo francese,
ma l’intera popolazione europea affronta in una situazione internazionale
dalle fosche tinte. Non concordo con i commenti e l’entusiasmo con cui
tanti miei amici, compagni, conoscenti, sicuramente “di sinistra” hanno
accolto i risultati elettorali francesi. Risultati che hanno impedito la
momentanea ascesa al potere in Francia del partito della Le Pen, grazie ad
un’accorta gestione della “sinistra francese”dei meccanismi elettorare
d’Oltralpe, ma che non possono sanare la frattura sociale che attraversa
il Paese.
Il
turbinoso vento di destra guidato dal RN è stato respinto definitivamente
dalla linea Maginot tirata su in
fretta e in furia da Sinistre, finalmente unite in un Nuovo Fronte
popolare, e tatticamente alleate con i Macroniani? Purtroppo l’analisi reale del voto francese si
discosta da quella prodotta dagli arzigogolati meccanismi elettorali
creati molti decenni fa dalla borghesia francese per garantirsi la
stabilità del potere economico, attraverso il meccanismo del ballottaggio
del secondo turno. Un meccanismo di democrazia borghese che una volta
tanto è stato utilizzato intelligentemente dalla coalizione eterogena del
Fronte popolare, ma che purtroppo se non sarà seguìto da una
controffensiva politica e un chiaro programma che un tempo avremmo
definito “di classe”, non potrà impedire nel giro di un paio di anni che
la frattura nella società francese, si accentui, e che a guidare la
prossima pseudo-rivoluzione antisistema sia la Destra Le penista. Chhiunque affermi che la destra reazionaria del
Rassemblement nationale della Le Pen è stata sconfitta dalle urne, dice il
falso, poiché purtroppo essa ha in pratica raggiunto nel ballottaggio, il
quoziente di voti popolari che si era ripromessa risultando il primo
partito in termini di suffragio universale.
Il
partito di Marine Le Pen, in questo secondo turno ha raggiunto il 32% dei
voti, sfiorando quel 33% che si era prefissato e aumentando la percentuale
dei votandi che nel primo turno era del 28%. In sintesi il partito della
Le Pen ha avuto 8.745.240 voti distaccando in maniera abissale il Nuovo
Fronte Popolare che ha avuto 7.005.514 voti con una percentuale del 28%,
indietro dalla Le Pen di ben quattro punti percentuali e di Un Milione e
700mila voti.
A onor di cronaca, la coalizione di Macron ha ottenuto
6milioni425mila voti e un 23% su scala nazionale. Poiché la statistica non è un’opinione, un terzo
dei francesi ha scelto convintamente il programma di Destra del
Rassemblement Nationale, che per molti ceti popolari della provincia
francese è apparso l’unico capace di difendere non solo gli interssi del
grande Capitale come ci aspetteremmo da un partito della destra
conservatrice, ma anche di ceti popolari, impiegatizi, commerciali,
piccoli contadini, piccoli imprenditori, ma anche di quelle fasce
marginali di proletariato rurale Francia marginalizzato dai processi della
globalizzazione capitalista.
In queste ore, il
“rosso” Melenchon leader della formazione di sinistra che ha guidato il
Nuovo Fronte popolare annuncia il programma con il quale vorrebbe mettere,
immediatamnte in atto se fosse chiamato a rivestire il ruolo di capo del
Governo:
blocco degli aumenti dei prezzi, aumento dei salari del 10% dei funzionari
pubblici, salario minimo mensile di 1.600 euro, pensione a 60 anni.
Saranno questi annunci a far cambiare opinione a
chi ha votato per Le Pen? Molti di
questi punti sono comuni al programma della Destra, salvo quiest’ultima
aggiungere temi identitari qualòi la lotta all’immigrazione clandestina, e
in particolarer quella africana, quindi la sicurezza dell’ordine pubblico
e l’ostilità all’appoggio militarre a Kiev. Saprà su questo punto la coalizione del Nuovo
Fronte Popolare distinguersi dai proclami bellicisti di Marcon che auspica
l’intervento diretto della Francia contro la Russia? Oltre ai proclami sul
miglioramento del welfare, la sinistra francese saprà apparire
sinceramente anticapitalista puntando a obiettivi concreti e che
raccolgano il consenso di quegli strati sociali/settori di classe che oggi
si sentono rappresentati e difesi solo dalla Destra Le penista? di Antonio Camuso Brindisi 10 luglio 2024 E' consentita la riproduzione , ,senza fini di lucro dei materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi con l'obbligo di riportarne esplicitamente l'autore e la fonte. |