ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE

archiviobpetrone@libero.it

RICORDI

LUIGI "GINO" CARRINO

SEZIONE 1:Brindisi
 1)Salvatore de  Carolis
2)Pietro Alò
3
) Gino Carrino

SEZIONE 2:Ostuni
Titolo 1
Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4

SEZIONE 3:Lecce
1)A
ngelo Bagordo
Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4
Titolo

SEZIONE 4:BARI
1) Benetto Petrone" Benny"

Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4
Titolo 5

Titolo 6

SEZIONE 5:Taranto
1) Moustaki

Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4
Titolo 5

Titolo 6

EZIONE 1
Titolo 1
Titolo 2
Titolo 3

SEZIONE 2
Titolo 1
Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4

SEZIONE 3
Titolo 1
Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4
Titolo 5

SEZIONE 4
Titolo 1
Titolo 2
Titolo 3
Titolo 4
Titolo 5

Titolo 6

 

 

In ricordo del compagno Luigi (Gino) Carrino
 
Tutti gli uomini muoiono, ma la morte di alcuni ha più peso del monte Tai,...
 
Con alcuni giorni di ritardo  ho avuto la notizia della morte, a Brindisi,  del compagno Gino Carrino, operaio metalmeccanico in pensione, col quale abbbiamo diviso nei primi anni settanta lotte e sogni, sudore e sangue, un rivoluzionario, un  maoista coerente come lui stesso si definiva, un uomo che aveva nell'anima ciò che per noi  ragazzi di allora, era solo una parola d'ordine appresa sul un libretto di color rosso: -è giusto ribellarsi-.
Si presentò nell'inverno del 71 nella sede dell'UNIONE DEI COMUNISTI ITALIANI (M-L) di Brindisi, in via Bastioni San Giacomo con in mano una copia di Servire il Popolo che avevamo diffuso durante uno sciopero generale e con la quale , agitandola quasi fosse una bacchetta con la quale ci volesse mettere  di fronte alle nostre responsabilità,  ci invitò ad essere coerenti con quello che professavamo e presentarci  l'indomani mattina davanti al cancello della sua fabbrica: la SIDELM.
Quel fare irruento spigoloso, visceralmente radicale portò una ventata di energia tra noi giovani maoisti che  ci accompagnò per molto tempo,  facendo di lui un personaggio di cui avere un profondo rispetto,anche quando  vicende personali e politiche di ognuno di noi ci portò nel corso degli anni nel  perderci di vista.
Avemmo con lui l'esperienza della lotta per la salvaguardia del posto di lavoro , ma anche della salute, nella Sidelm ed in cui lui  era il punto di riferimento  per tutti i lavoratori.
Quella era un'azienda che riparava e manuteneva carri merci e bestiame ferroviari  e nella quale si entrava in contatto con il Killer silenzioso dell'amianto e dei tanti solventi e vernici che si respiravano nei capannoni,  siti in una zona che nel primo dopoguerra era alla periferia di Brindisi ma che poi si ritrovò circondata dagli insediamenti urbani e che convisserro di riflesso con i rischi ambientali provocati da quelle lavorazioni.
Una fabbrica il cui padrone si chiamava Fiore, napoletano, che un bel giorno decise di chiudere e di fare di quell'area un'operazione di speculazione edilizia in combutta con i "palazzinari" brindisini ed i loro protettori democristiani, che in quell'epoca avevano fatto di Brindisi, carne di porco, assaltando col cemento ovunque e regalandoci in cambio fabbriche di morte come il petrolchimico.
Contro questo tallone di ferro il piccolo grande uomo Gino Carrino ci portò a combattere, noi giovanissimi "aspiranti rivoluzionari", regalandoci un'esperienza di vita meravigliosa anche se dura , che purtroppo fu pagata duramente in prima persona dallo stesso Gino.
Si riuscì a rinviare di più di un anno la chiusura ( tanto che il padrone si vide svanire gran parte del possibile guadagno dalla speculazione edilizia progettata), ma il compagno Carrino , che entrava ogni giorno in fabbrica con la sua copia di Servire il Popolo infilata nella giacca, fu oggetto di pesanti provocazioni da parte di quelli che chiamava sindacalisti corrotti, fino al punto che un brutto giorno fu aggredito fisicamente da uno di questi e licenziato dall'azienda per rissa nonostante la sua innocenza.
Fu un momento triste , ma lui da vero maoista non si perse d'animo , trovò un altro lavoro, ma seguì la vicenda dei suoi excompagni di lavoro , ritornando tra di loro quando si occupò la fabbrica e si riuscì  a trasformare la gestione in forma coperativa salvaguardando il posto a coloro che non erano ai limiti di pensione e mantenendo l'appalto con le ferrovie dello stato.
...quella scritta enorme rossa ( Fiore licenzia, la lotta si estende...Il compagno Carrino deve tornare a lavorare!) che rimase per oltre trent'anni sui muri della Sidelm, tracciata insieme al compagno Gino è stata lì a pochi passi da casa mia  durante gran parte della mia vita ed anche se lo avevo perso di vista ( dopo la crisi dei gruppi  e della stessa Unione trasformatasi per un breve periodo in Partito  Comunista M-L. I mi era sembrato in tutto quel tempo che lui  fosse sempre lì presente con quel suo sorriso sardonico ed il suo fare irruento, poco incline a rispettare le regole, da vero ribelle.
Un grande rimpianto non aver potuto avere il tempo o la volontà di rincontrarti compagno Gino ma so comunque il tuo nuovo indirizzo. è quello dove riposano coloro che non hanno avuto paura di affrontare nemici che sembravano invincibili ma che si son dimostrati tigri di carta, dove riposano gli umili, piccoli grandi eroi di un'umanità che non si vuole piegare a coloro che la vogliono sottomessa, umiliata sotto il tallone capitalista
 
a pugno chiuso compagno Gino

 

Antonio Camuso
Brindisi 9 gennaio 2007

 

-----------------------------------------------------------------------

2 GENNAIO 2008 UN SALUTO DAI SUOI COMPAGNI LOTTA