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Storia di un restauro della Radio Clariton…e di un marchio di fabbrica che ha fatto epoca.Brionvega…basta la parola!
A
cura di Antonio Camuso
Archivio Storico
Benedetto Perone-APS Quando un amico mi telefonò dicendomi che un
signore brindisino, A.C. voleva donare a un appassionato una radio
d’epoca, ricordo di famiglia, piuttosto che rottamarla, mi precipitai da
lui e appena la vidi, sorse dapprima in me, un moto di compassione per lo
stato in cui si trovava, ma poi, a prevalere fu la voglia di …farle del
bene.
Dovemmo caricarla in macchina, in due, a causa non
solo per le sue dimensioni, ma anche perché sembrava che rischiasse di
cadere in pezzi, con troppe parti del mobile corrose dai tarli e il telaio
metallico della radio traballante sulle guide a causa di un maldestro
tentativo di riparazione elettrica. Un esame più approfondito, in un
secondo tempo, confermava le mie prime impressioni: il lavorìo dei tarli
nel legno tenero del mobile sembrava opera di una gara di tirassegno di
cacciatori di passeri. Un pò meno peggio se lo passava il resto del Mobile
con appena qualche centinaio di fori, compresa l’intelaiatura esterna e
interna del telo coprialtoparlante.
Insomma,
ci attendeva un lavoro di restauro particolarmente complicato per la
semidistrutta piedinatura della Base con i suoi arrotondati spigoli
frontali.
Essa, in alcuni punti era ormai inesistente o
corrosa dai tarli e richiedeva essere rifatta di sanapianta, affinchè
potesse solidamente sopportare traslochi e altre avversità, durante Mostre
e conferenze, cui la nostra Associazione “Archivio Storico Benedetto
Petrone-APS” prevedeva di “invitarla”. Fortunatamente, non era corroso da ruggine e ossidi il telaio radio, completo di valvole, e una scala parlante in vetro, sorprendentemente intatta, e sulla quale erano incise le caratteristiche, modello” Clariton, tipo 7C41, ” mentre sul retro del telaio era riportatao il nome dell’azienda costruttrice, la B.P.Radio.
Un nome a me pressocchè sconosciuto che, dopo alcune ricerche online, era della B.P.ditta artigiana, sorta a Milano subito dopo la Liberazione, progenitrice della famosa Brionvega degli anni 60 e marchio inconfondibile del progresso elettronico nel “Miracolo economico “ italiano di quegli anni
. Una sigla BP, presa dai cognomi dei due fondatori:
Brioni e Pajetta che, a seguito dell’uscita dall’azionariato di
quest’ultimo, a fine anni 50 si tramutò in Brionvega. Il restauro, opera di squadra e…tante
sperimentazioni.
Affinchè il restauro procedesse validamente e
celermente, a causa delle mie limitate competenze, mi rivolgevo a tre
specialisti del settore. Il primo era Galiano Lombardi, artista e con
esperienza pluridecennale nel restauro antiquario presso la Valigia delle
Indie a Brindisi. Il secondo, il mio conterraneo Daniele Passaro di
Montella (Avellino), un falegname restauratore, figlio d’arte, erede di
una tradizione di oltre un secolo, della famiglia Passaro in Irpinia. Il
terzo era il brindisino Silvio Chiaramida, appassionato di piccolo
antiquariato d’epoca cui, ho in passato, in amicizia, riparato qualche
vecchia radio. Fatta scorta dei loro consigli, io e mio figlio
Emiliano li abbiamo messi in pratica, mescolando sperimentalmente tecniche
diverse, “…- tanto più danni di così non si possono fare!”-. Il trattamento antitarlo è stato il primo passo, dopo averla svuotata del telaio metallico e dell’altoparlante.
Abbiamo
quindi “innaffiato”il mobile con liquido antitarlo, poi sigillandolo in un
involucro di plastica per alcuni giorni.
Una procedura d’urto che in altri casi avrebbe potuto danneggiare
il colore del legno e dell’impiallacciatura, ma in questo caso, la radica
di noce era particolarmente usurata e graffiata, e quindi occorreva
prevedere passaggi che avrebbero comportato leggere modifiche alla
tonalità originale, ma assicurando un gradevole effetto visivo a fine
restauro, intonandola alla sua attempata età. La fase successiva è stata la stuccatura delle due
fiancate, non in radica di noce bensì un legno più appetibile per i tarli.
In questo caso a fronte di centinaia di fori l’unica soluzione è stata
stuccarle con stucco color noce chiaro, e a seguire la smerigliatura fine
e finissima. Si passava invece alla chiusura manuale dei fori di tarlo sul
resto del mobile con gli stick di cera colorati. Un’opera , grazie, alla
pazienza infinita di Emiliano, dovendo variare i diversi colori degli
stick secondo le venature della radica di noce. Il restauro della base.
Si procedeva quindi all’opera di vera e propria
falegnameria col rifacimento della piedinatura del mobile. Messo
sottosopra si asportava tutto ciò che era marcio o tarlato, pur cercando
di salvare la parte tondeggiante posta ai lati nella sezione frontale e in
linea con la forma morbida tondeggiante dell’intero mobile-bar e
caratteristica delle radio degli anni ’50.
Si modificava progettualmente la piedinatura,
rialzandola in maniera uniforme lungo tutto il perimetro della base ,
senza le interruzioni presenti in origine. Le parti tondeggianti le abbiamo rinforzate con un misto di cemento a legno , autoprodotto, mescolando colle viniliche a segatura e piccoli pezzi di legno. Al lavoro terminato, l’esame della “livella” e quello visivo , ci promuovevano.
Contestualmente , la base in legno era stuccata e dopo una
mano di cementite era ridipinta in nero , rispettando il colore originale
del basamento.
Rimesso in piedi il mobile, si passava alla
riparazione o alla ricostruzione integrale delle fasce copritelo e del
telaio interno del vano frontale” porta altoparlante”. In questo frangente
sono state smontate, stuccate e riverniciate le guide a slitta in cui
andava inserita la base di legno porta chassis - radio. La stessa base di
legno era totalmente ricostruita di sana pianta
Un lavoro quest’ultimo abbastanza difficoltoso e
delicato, dovendo quelle guide sorreggere un pesante telaio metallico.
La verniciatura Verniciato l’interno di nero, si passava alla fase più delicata, ovvero la riparazione dei graffi, delle parti mancanti d’impiallacciatura e della colorazione esterna delle fasce prima stuccate.
La toppa al buco sull’ìimpiallacciatura sul top, è stata un capolavoro di pazienza e tentativi, ma con le successive tre mani di impregnante con effetto cera , ha fatto sì che quel buco nero divenisse solo un semplice variazione di colore della radica.
Al
successo del risultato è l’aver deciso di variare la tonalità del mobile
intonandola agli attuali anni della “exsignorina Clariton” del 1950 con la
“matura 75enne miss Clariton” ancora capace di sedurre gli appassionati
della Radio con le sue forme tondeggianti, morbide, belle non solo da
vedere, ma anche da accarezzare.
Si procedeva quindi alla sostituzione e
colorazione dei due tondini del vano porta-dischi e il reincollaggio di
qualche piccolo elemento in vetro, della “specchiera “ porta liquori.
Infine si ripristinava l’interruttore a strisciamento, della stessa
che faceva sì che alla sua apertura s’illuminasse.
Inserita la radio, ed acceso il tutto, l’effetto
era sicuramente piacevole e la radio era pronta per la sua prima
esposizione, il 24 novembre
2024 nella Mostra “La Radio compie 100 anni”presso l’Istituto “Carnaro” di
Brindisi che cortesemente ci
permetteva di esporla insieme ad altre “chicche di Storia del Novecento.”
Antonio Camuso Presidente
dell’Ass. “Archivio Storico Benedetto Petrone-APS” Brindisi 9 gennaio 2025 di Antonio Camuso, presidente dell'Archivio Storico Benedetto Petrone-APS vedi anche le attività dell' ARCHIVIO STORICO
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18/04/2024
Autor Antonio Camuso(è consentita la riproduzione a fini non di lucro dei materiali dell'Archivio Storico Benedetto Petrone con l'obbligo di riportarne la fonte e il nome dell'autore) Perchè questa pagina provvisoria dell'Associazione "Archivio Storico Benedetto Petrone-APS" ? Con l'evoluzione in Associazione di Promozione Sociale, l'Archivio Storico Benedetto Petrone-APS , trasferirà le sue future pagine in un nuovo sito, autonomo da quello di pugliantagonista.it che ci ha ospitato in questi 18 anni . In attesa di questo trasferimento , rimarremo ospiti di questo sito, ma in piena autonomia ed escludendo ogni responsabilità dai contenuti presenti nelle pagine del sito di pugliantagonista.it che non presentino la firma dell'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE-APS il presidenteAntonio Camuso
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