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DEMOGRAFIA RIPRODUZIONE E CONTROLLO SULLE DONNE ( CENTRO DOC DONNA, GENNAIO 1984) I documenti del del Centro Sociale di Via Santa Chiara di Brindisi
( in seguito la sua esperienza prosegue nell'Associazione IO DONNA Premessa. Le polemiche sul Fertility-Day ci hanno spinto a ricercare nei nostri archivi, cosa si diceva sul tema del controllo riproduttivo di Stato, tra i movimenti femministi operanti nel territorio brindisno e scopriamo su un documento femminista di ben 32 anni fa, aspetti che ci spingono a ripensare e vedere sotto un 'altra prospettiva questo tema , con un'analisi di classe che superi le sterili polemiche . Le nostre riflessioni , con aspetti anche provocatori ,ci auguriamo portino a porci molte domande sull'Italia attuale, ed in particolare quella in età riproduttiva che, uniformandosi all'esigenze del Mercato della Globalizzazione , si allinea ai polemisti "senza se e senza ma", della campagna del Fertility-day.LE RIFLESSIONI DELL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE, ATTRAVERSO LA RILETTURA DEL DOCUMENTO DEMOGRAFIA RIPRODUZIONE E CONTROLLO SULLE DONNE ( CENTRO DOC DONNA, GENNAIO 1984)Fertility –Day: Polemiche e contraddizioni, in un’Italia psicotica. Una rilettura di un documento delle femministe brindisine di 32 anni fa sul controllo demografico di Stato. Come Archivio Storico Benedetto Petrone , cogliamo l’occasione di riproporre la lettura di un documento che se pur datato 32 anni, può esser utile nel districarsi tra le critiche che hanno accompagnato la campagna governativa relativa al Fertiliy-Day, molto puntuali nel cogliere errori e grossolanità sulle “copertine” prodotte dal Ministero della Salute, ma i cui polemisti sono poco propensi ad affrontare i contradditori aspetti del problema “ Calo demografico” che colpisce il nostro Paese, più che di altri in Europa. Vi proponiamo, secondo la nostra pratica “archivistica”, un documento stilato ben 32 anni fa dalle femministe del Centro Documentazione Donna, una struttura autogestita tutta al femminile che operò, nei venti anni di attività del Centro Sociale contro l’emarginazione giovanile in via Santa Chiara a Brindisi, all’interno dei suoi locali. Un’esperienza mai cessata e che oggi vive nelle attività dell’associazione IO Donna, di Brindisi. Un documento stilato nel gennaio 1984, in occasione di un “De-fertility Day” tenutosi quell’anno a città del Messico , promosso dalle maggiori istituzioni mondiali, e sovvenzionato dai maggiori rappresentanti del capitalismo dell’epoca, a partire dalla Banca Mondiale e dai gruppi monopolistici legati alle multinazionali farmaceutiche , dell’alimentazione, ecc. Quello degli anni 80 era un mondo in cui la “stabilità” del capitalismo mondiale era messa in seria crisi dalla “bomba demografica” e dove i paesi più prolifici molto spesso erano quelli che si volevano liberare da retaggi coloniali, governi corrotti ed asserviti alle megapotenze, o semplicemente riottosi a seguire le linee guida del Mercato, imposte dal capitalismo mondiale. E’ un documento interessante che consiglieremmo ancor oggi di leggere ed utilizzare per comprendere come certi meccanismi che hanno portato il mondo Occidentale , l’Europa in primis, e l’Italia in particolare, a dover esser costretti oggi ad importare uomini e donne , giovani , in età riproduttiva, oltre che di lavoro, per colmare i vuoti lasciati nelle culle e nella società da decenni di accettazione e condivisione di modelli sociali, di costume, comportamentali tali da aver generato un vero e proprio suicidio etnico delle popolazioni europee , di proporzioni solo simili all’ecatombe delle guerre mondiali che insanguinarono nello scorso secolo il continente europeo. Un documento in dodici pagine( ed un allegato che proporremo in un secondo tempo), che affrontano i temi della demografia, riproduzione e controllo di esse da parte delle donne, che analizzava le due contrapposte facce del fenomeno demografico mondiale , con gli occhi del 1984 e pur oggi tanto profetico. Ma in quelle 12 paginette dattiloscritte, i cui fogli sono ormai ingialliti, troviamo quanto avveniva nel campo riproduttivo, nel nostro paese, già da quasi un ventennio secondo un trend sempre in discesa, nonostante le alterne fasi dell’economia di un Italia entrata nel Club dei 7 paesi più industrializzati. Ma le donne del Centro Documentazione Donna del Centro Sociale di Brindisi , in quelle paginette ingiallite dal tempo, coerentemente alla pratica quotidiana svolta sul territorio, cercavano di analizzare contraddizioni e difficoltà affrontate dalle le donne e le giovani coppie , di “ una piccola città di provincia del Sud” (BRINDISI), che presenta gravi problemi e contraddizioni con arretratezze macroscopiche e contemporaneamente processi economici e sociali simili ad aree ben più grosse e sviluppate, la cui qualità della vita è ritenuta tra le più basse d’Italia, insufficienza di servizi scolastici, degrado urbano, servizi sanitari carenti in tutto, disoccupazione giovanile in continuo aumento, sfruttamento di manodopera precaria e marginale, affitti sproporzionati, acuirsi di fenomeni di disgregazione tra i giovani col dilagare della tossicodipendenza (eroina), illegalità giovanile e aumento di persone affette da disturbi mentali…” In questo documento scopriremmo alcune cose che oggi non vengono dette , relative a come certe politiche volte a contenere, bloccare o invertire la rotta nel campo della natalità mondiale” pericolosamente” crescente, siano state scientificamente preparate per favorire gli interessi di colossi finanziari ed industriali, lobby e cartelli internazionali, con l’avvallo di organizzazioni internazionali e con l’asservimento della scienza medica mondiale e di buona parte della intellettualità “ecologista”. Di quest’ultima verità non dovremmo certo stupirci visto che nella nostra piccola Regione Puglia, in nome di una purezza ed avanguardismo ecologista , si sono trasformati decine di migliaia di ettari di campagne precedentemente coltivate in prodotti tipici, in una selva di campi fotovoltaici ed eolici, gestiti dalle multinazionali dell’energia e bancarie , spesso con la complicità della malavita locale. Le accuse del 1984, delle femministe brindisine, all’ecologismo antifertility, erano supportate dalla critica alle affermazioni di Barry Commoner uno storico ecologista americano:-“…Un mondo sovrappopolato sarà un modo di fame, caos e povertà, disordine, crimine e guerra: Nessun paese sarà sicuro , nemmeno il nostro (USA)…che cosa possiamo fare? Occorre un programma d’urto per tenere a freno l’incremento demografico all’interno e all’estero. I nostri quartieri poveri urbani sono pieni di malcontento e di droga. E altri milioni invaderanno le strade nei prossimi anni al ritmo attuale delle nascite. E’ diventato pericoloso uscire quando fa buio. L’anno scorso un cittadino americano su 400 è stato assassinato, violentato e derubato. Il controllo demografico è una soluzione(B. Commoner, il cerchio da chiudere, Milano, Garzanti 1972)…-“ Il documento delle femministe continuava lanciando pesanti accuse a questo “complotto mondiale” teso ad asservire l’intero ciclo riproduttivo umano mondiale al servizio dei bisogni e agli andamenti dei profitti del capitalismo mondiale e alla sua possibilità di sopravvivere, e vivere in sicurezza , difendendosi dagli umani poveri, sporchi e cattivi che vorrebbero strappargli le leve del potere.:-”… Ancora una volta il controllo demografico viene ritenuto indispensabile… come strumento di controllo e contenimento di problemi come l’emarginazione, la “devianza”, la disoccupazione… Così è proprio l’organizzazione economica politica basata sul Capitale la maggiore responsabile di sofferenze, ingiustizie, sono invece ampie fasce di popolazione, di donne , giovani, di minoranze etniche subiscono un controllo forzato sulla riproduzione….” Seguivano nel documento una serie di dati sulle politiche degli USA in particolare sul contenimento demografico portato avanti nei paesi dell’America latina, con l’aiuto delle più importanti case farmaceutiche , che sperimentarono per anni i loro farmaci anti-Fertility in Guatemala, Cile, Bolivia, Brasile e come alcuni di questi micidiali prodotti NO-fertility poi si siano evoluti in quelli che poi, grazie oculate campagne di contenimento demografico , ed in nome della libertà sessuale e dell’emancipazione femminile, invadevano negli anni seguenti il mondo intero, ed in particolare l’Europa con conseguenze devastanti, in fatto di calo delle nascite. Dalla liberazione della donna alla presa di possesso del capitale globalizzatore del ciclo riproduttivo. Tra la fine degli anni 60 e inizio degli anni 70 l’’opera martellante “sul sesso senza figli è bello!”, non è sufficiente a cambiare abitudini di paesi come l’Italia, campioni nella prolificità, attraverso campagne di informazione sanitaria, o di cultura radical-femminista “l’utero è mio e lo gestisco io!”-. L’Italia prolifica contadina e proletaria , in particolare quella del Sud e di alcune provincie del Nord-Est, subiva processi di trasformazione epocale: l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani verso il Nord , esercito di riserva a basso costo per l’apparato industriale , generava di ritorno anche nei loro paesi d’origine e anche grazie alle campagne pubblicitarie dei media di Stato , cambiamenti culturali che mettevano in crisi un equilibrio sociale che aveva retto per centianai a se non migliaia di anni, grazie al mondo contadino. Grazie all’aggressività dei messaggi lanciati, questo equilibrio sconvolgeva e metteva in crisi interiore la funzione famiglia e gli aspetti connessi al ciclo riproduttivo. Nonostante tutto ciò ancora negli anni 70, l’Italia sfornava figli e i loro padri grazie alla scolarizzazione di massa, non erano disposti ad accettare supinamente antichi gioghi sociali e sognavano all’assalto dei simboli del potere:”Vogliamo tutto”!- sembra esser lo slogan più eversivo di quell’epoca , ma ben presto sarà il cavallo di Troia per ridurre a più miti consigli questa generazione di incontentabili. Contro di essa la pratica della carota e del bastone furono sostituiti da droga e repressione, per fiaccare ogni individualità eversiva, consociativismo politico e sindacale per distruggere i legami di solidarietà di classe e ben presto ogni pericolo proveniente da questa generazione sarà ingabbiato, tra i supercarceri e i SERT. “Colpiscine uno per educarne cento!”, un altro slogan eversivo, divenne invece la pratica del potere e i cento , i mille, i milioni di giovani che avrebbero potuto cambiare radicalmente questa società , furono normalizzati, rinchiusi nelle loro povere storie quotidiane, dandogli una nuova illusione :” la libertà dello sballo del sabato sera, moltiplicato per sette giorni la settimana per chi se lo può permettere!”. Yuppismo e Berlusconismo furono le forme che contraddistinsero quell’epoca, dove la vendita del proprio corpo , della mente e della dignità divenne il sogno agognato della generazione che voleva far sfoggio di oggetti firmati, far la fila per un posto nel Grande Fratello o correre strafatta da una discoteca all’altra. Poco importa se migliaia di giovani muoiano o rimangano invalidi per incidenti stradali a causa di alcool , droga o semplice follia, l’importante è far vedere che quest’Italia ha voglia di divertirsi, lasciando il compito ai genitori o ai nonni l’onere di sgobbare e soffrire in silenzio. C’era l’altra Italia giovanile , meno fortunata che vive di disoccupazione, precariato, e che aderendo ai valori iperconsumistici, non avendo le risorse finanziarie , imboccava la strada dell’illegalità, dell’emarginazione, dell’eroina, delle droghe , o semplicemente della rassegnazione. Entrambe le due Italie si ritrovavano comunque accomunate nell’accettazione del Nofertility, autocastrandosi o in parte fuggendo in altri luoghi d’Europa , impaurita dal voler ripetere l’errore dei propri padri che volevano Cambiare tutto!- E’ un Italia psicotica quella che ci accompagna ai giorni d’oggi; un Italia che invecchia rapidamente , con un crescente debito pubblico ,che al contrario di altri paesi, si sorregge sui suoi anziani, che han vissuto di sacrifici ed affidano i loro risparmi a un sistema bancario asservito alle logiche della globalizzazzione finanziaria che li utilizza in operazioni e fondi esteri ,togliendo risorse al sistema produttivo nazionale; un Italia che innalza l’età pensionabile ma non agevola il ricambio generazionale; un’ Italia , che traferisce nei paesi dell’Est le proprie produzioni e che importa manodopera a basso presto sfruttando i migranti, un ‘Italia in cui mestieri e professionalità che la facevano unica plasmando il rapporto tra l’uomo e i suoi luoghi di lavoro e di riposo, sono letteralmente cancellati o al più trasferiti nelle mani dei nuovi migranti economici. Un esempio tra tutti è quello dell’edilizia , ormai appannaggio di lavoratori dell’Est Europa, poiché quel lavoro che è fatto essenzialmente di sudore fisico è ritenuto dai figli dei vecchi muratori, fabbri, elettricisti, oggi laureati o laureandi in giurisprudenza, economia, psicologia, medicina, poco dignitoso e non consono alle proprie aspettative. Lo stesso fenomeno avviene nelle campagne dove i figli dei contadini, anch’essi con più di un alto titolo di studio, piuttosto che rompersi la testa sul come modificare in senso più umano ed ecocompatibile il lavoro agricolo, da disoccupati intellettuali preferiscono espatriare in Inghilterra facendo i lavapiatti e sognando di poter accedere a fare i trader nella Borsa di Londra o in alternativa i gestori di un carretto di vendita di frittelle in Regents street. Nel frattempo il declino della società e cultura contadina che curava le biodiversità ha prodotto la formazione di una nuova struttura latifondista, che da un lato vive di monoculture, uso inconsulto di pesticidi e semi geneticamente modificati in concessione esclusiva da colossi della genetica come Monsanto e dall’altro il latifondo in uso ai colossi dell’energia pseudo eco-compatibile; in entrambi i campi i braccianti agricoli che negli anni 60-70 diedero vita a storiche lotte salariali, sono ormai sostituiti dai poco costosi migranti extracomunitari, in gran parte di colore. Un Italia che trasferisce all’estero lavorazioni a cui un tempo era addetto personale tipicamente femminile, come quello tessile ed in cui la sarta risulta essere un personaggio estinto e ritrovabile solo su vecchi numeri in bianco e nero di Grand Hotel. Un ‘Italia dalla disoccupazione femminile crescente ma che contemporaneamente importa più di 800.000 badanti dall’estero per accudire i propri anziani, poiché le figlie e le nipoti , disoccupate con laurea, ritengono questo lavoro non consono alle proprie aspettative di vita. L’Italia che oggi , nel settembre 2016 , insorge contro le campagne del Fertility Day, è quella che accomuna gli sconfitti della tentata rivoluzione e i loro figli e figlie ultra trentenni che non lasciano la casa pat/materna, per convenienza più che per necessità, non volendo rischiare nulla sotto l’occhio benevolo dei genitori, che vedono in loro l’unico risultato della propria vita. Perché andare a chiedere case popolari, asili gratis, scuole , ospedali e ritrovarsi nelle piazze e rischiare come facevano i propri genitori negli anni 60, 70 ?- Meglio passare le giornate tra palestre di fitness, discoteche, sballo con prodotti sintetici c che si trovano anche su internet, magari vendendo il proprio corpo, come le cronache che hanno coinvolto poco più che bambine di 13 e 14 anni, con il sostegno delle proprie madri, o semplicemnte godendo della libertà di poter girare il mondo a pochi soldi grazie alle compagnie low-cost. Quanti problemi ci sarebbero se si avesse un figlio! A chi lo lasceresti nelle ore di Palestra o se trovi un viaggio da sogno, nel posto più esotico con un biglietto acquistato all’ultimo momento?- Lasciamo perdere! Meglio non farli questi figli e se qualcuno ce lo chiede la risposta è pronta:-“Se mi dessero un lavoro stabile, magari statale, una casa, la macchina, la possibilità di avere un’amante senza litigare con mia moglie, l’asilo e l’università per i miei figli assicurati, che la gravidanza non mi riempia poi di cellulite e di vene varicose, che il figlio, meglio unico che due sono un vero e proprio fastidio, non rompa le scatole la notte o dicendo che si annoia alla televisione quando lo lascio per andare in palestra, o a fare shopping, che non mi infastidisca nel chiedere di cambiare il pannolino mentre sto chattando o watsappando con le amiche, o facendomi selfie da mandare su Facebook, se…. Forse quando arrivo a cinquant’anni potrei anche cercare di farlo!!! O magari glielo faccio fare a mia madre o a qualcun altro al posto mio con una gravidanza surrogata”- Per adesso a riempire le culle e le aule degli asili sono i figli dei migranti, gli stessi sporchi , brutti e cattivi che poi divengono il bersaglio per ogni critica allo stato attuale delle cose. Grazie al cielo le stesse case farmaceutiche che producono le sostanze per non far figli , nel frattempo si sono attrezzate per le nuove tendenze tardo- fertility, e grazie alla ricerca medica han messo su rimedi fecondativi tali da far prolificare una nuova razza di figli di Matusalemme e il cerchio iniziato alcune decine di anni fa e denunciato in quel documento delle femministe brindisine, si chiude con l’uovo di Colombo: l’utero in affitto! Esso è l’evoluzione allo stadio sublime ddel sogno capitalistico, quello di potersi sostituire alle leggi divine o se volete di Madre Natura con quelle del Mercato della Riproduzione asservita al Dio Denaro. Perchè rovinarsi una vita e il corpo vedendoselo deformare a causa di una sorta di Alien che ti cresce in grembo , che partorirai con dolore biblico, quando invece si può andare al supermercato della riproduzione quando ci viene il “piccio” di avere un figlio con cui trastullarsi? Sappiamo che molte nostre affermazioni sono chiaramente provocatorie e non elencano tutte le motivazioni con le quali i nostri figli rispondono al loro diniego di prolificare, ma molte di esse non reggono se pensiamo alla dolce follia alla quale si lasciarono andare i nostri genitori, nel concepirci negli anni in cui l’Italia ripartiva dopo le distruzioni della guerra …Non c’erano smartphone, discoteche, televisione, palestre di fitness, le ragazze a 18 anni non chiedevano un seno nuovo alle proprie madri, perché tanto di lì a poco quel seno si sarebbe modificato naturalmente grazie alle gravidanze che sarebbero ben presto arrivate , mettendo su famiglia, dividendo col proprio uomo e la propria donna gioie e dolori, soffrendo insieme , imparando a guardarsi negli occhi, cosa che oggi lo si preferisce fare attraverso lo schermo di un telefonino o di un PC… Quell’Italia di ieri, composta da uomini incapaci di stare con le mani in mano, che sognvaano di metter su famiglia e di donne dalle forme prosperose, immortalata nei fotogrammi dei film neorealistici è oggi sostituita da quella dai dati sconfortanti del numero di separazioni e matrimoni falliti, un Italia che quotidianamente si colora di rosso, quello del sangue di centinaia di donne uccise dal proprio partner o ex, dalle violenze domestiche, dagli abusi sessuali, dal proliferare del mercato del sesso che sfrutta i fenomeni migratori per i suoi lucrosi affari, di conserva a quello dell’alcool e delle droghe. Terminiamo questo intervento, in piena sintonia con quanto le femministe brindisine del Centro Documentazione Donna operanti nel Centro Sociale di Via Santa Chiara scrivevano in quel lontano 1984, auspicando che non interventi esterni, del Mercato o dello Stato, debbano decidere al posto della donna le sue scelte riproduttive ed auspicando che possa crescere una nuova cultura sui rapporti uomo-donna, fatta di consapevolezza, autodeterminazione, condivisione, amore reciproco che non sia solo sesso e culto della bellezza corporale eterna:..” Gestire da sé la propria salute e il proprio corpo per non delegare a nessuno. Creare strutture autogestite dalle donne per una migliore conoscenza del proprio corpo, strutture dove le donne possano abortire consapevolmente, affinchè la riproduzione sia una libera scelta della donna al di là dei limiti esistenti in una società basata sul profitto e sulla sperimentazione…Brindisi gennaio 1984- CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA” Documento redato in occasione del Fertility Day dall’Archivio Storico Benedetto Petrone Brindisi 23 settembre 2016 IL DOCUMENTO DEL CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA: DEMOGRAFIA RIPRODUZIONE E CONTROLLO SULLE DONNE (GENNAIO 1984)
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