Mola di Bari,
(BA) ,20 gennaio 1972, i
fascisti
attentano alla
vita di
Carlo
“Carlone” Moccia ,
Segretario
locale di Lotta Continua; ferito il
giovanissimo fratello Paolo
Moccia.
26 giugno 1972,
a fuoco l’automobile
del segretario
del MSI di Mola di Bari che
aveva
definito l’attentato "una faida tra
comunisti".
di Antonio Camuso
(Archivio Storico Benedetto Petrone)
Brindisi , 20 gennaio 2022 .
50
anni fa e sembra ieri…
La regia omicida e stragista del neofascismo
italiano, all’inizio degli anni 70, proseguiva secondo copioni già
collaudati precedentemente contro i partiti e i sindacati di sinistra, ma
con un ulteriore allargamento degli obbiettivi alle nuove formazioni della
sinistra “extraparlamentare” e ai movimenti giovanili, studenteschi e
femministi. In Puglia, il MSI, le sue organizzazioni collegate e
quelle “illegali” (che teoricamente se ne erano staccate) , vedevano un
interscambio fluido di uomini e logistica,
autori di violenze, attentati e aggressioni.
Il
1971 si era concluso con l’accoltellamento
a dicembre, a Brindisi, di
Donato Peccerillo, militante dell’
OC M-L /
Circolo Lenin di Puglia, da parte di
giovani missini, e per non essere da meno i fascisti baresi aspettarono
solo un mese per replicare , questa volta a colpi di pistola nei confronti
di Carlo Moccia, segretario e
fondatore di una delle prime sedi di
Lotta Continua in
Puglia, quella di Mola di Bari.
Alcuni anni fa , il compagno Carlo, ritornato da
pensionato a risiedere in Puglia, dopo aver proseguito la sua militanza in
LC a Bologna, aver lavorato nel settore scolastico, e continuata
la militanza nei COBAS, mi concesse un’intervista delucidandomi su quei
fatti.
L'INTERVISTA a
CARLO MOCCIA
Antonio:
“- Quale furono i motivi di quel tentativo di assassinio nei tuoi
confronti da parte dei fascisti?”-
Carlo:
“- Tutto è connesso all’ attività politica del sottoscritto,
non solo nella città di Mola, ma per il ruolo che giocava la sede
di Lotta continua di questa piccola cittadina di mare, nell’intera
provincia di Bari. Il sottoscritto aveva lavorato precedentemente nel
settore marittimo e sbarcato, ritornando nel mio paese natale , ero
riuscito ad organizzare insieme ad altri compagni
una serie di lotte, dei marittimi, dei pescatori, ma anche di
proletari e studenti del luogo. Da quest’esperienza prese il via la
fondazione della sede di Lotta Continua, una delle prima in tutta la
Puglia, e ben strutturata nelle
capacità tecnico-logistiche. Di fatto
divenimmo in quel periodo,
ben presto la sede che supportava la produzione di volantini e stampati,
per gli altri gruppi di Lotta Continua, favorendone e supportando la
nascita di altre sedi nell’intera provincia di Bari.
Questo
attivismo attirò
le attenzioni dei fascisti baresi, che ricordiamo avevano la fama
di essere particolarmente violenti e legati a settori della malavita, vedi
il contesto in cui avvenne anni dopo l’assassinio di
Benedetto Petrone”-
Antonio:
“-quindi ritieni che a
tentare di assassinarti quella sera del 20 gennaio 1972, non furono o
meglio la regia non fu di carattere locale, ma ben più larga?”-
Carlo:
“-Anche se sono passati
quarant’anni da allora, sono perfettamente convinto che ci fu una stretta
collaborazione tra neofascisti del luogo e i fascisti baresi. Questa
convinzione è avvalorata da come si svolsero i fatti e si comprende come
invece ad essere ferito fu mio fratello Paolo”-
Antonio:”-
Descrivimi quanto avvenne.”-
Carlo:-“ Quella
sera, non vi era nessuna riunione in programma ed io
avevo solo del materiale di propaganda , volantini o manifesti da
riordinare e che doveva esser distribuito ad altri compagni di fuori
paese. Nonostante che fosse una serata molto fredda, decisi di non
rinviare questo lavoro, volendo far rimanere in ogni caso la sede
aperta. Mi accompagnò mio fratello Paolo, allora, un ragazzo, che rimase
nella prima stanza ( la sede era un vecchio locale a painterreno con due
stanze che si succedevano), mentre io mi misi a lavorare nella stanza di
dietro ,dove avevamo il ciclostile e il materiale propagandistico. Ad un
tratto sentii come un rumore di un motorino un po’ smarmittato e poi degli
scoppi. Inizialmente non compresi quello che stava succedendo e solo dopo
le urla di Paolo che si accorse di perdere sangue mi fecero comprendere
della gravità del fatto. Gli aggressori avevano colpito nascosti
nell’ombra, e nonostante che
fisicamente io e mio fratello eravamo nettamente diversi, lo
avevano colpito, scambiandolo per il sottoscritto”-
Antonio:-“Qundi
ritieni che chi premette il
grilletto fu un soggetto venuto da fuori e che non ti conosceva di
persona, ma che grazie all’appoggio locale, sapeva orari luoghi e tue
abitudini?-“
Carlo:-“Esattamente
e di questo grazie alla controinformazione che si sviluppò in seguito
avemmo una serie di dati che ci confermarono l’impianto dell’attentato.”
FINE INTERVISTA
Il compagno Carlo Moccia, purtroppo, alcuni anni
fa ci ha lasciati e per ricordarlo i compagni dei COBAS di Ostuni gli
hanno intitolato la locale sezione. Della sede di Lotta Continua di Mola
di Bari, la moglie Tina, conserva quel ciclostile, ancor oggi
perfettamente funzionante e che
forse gli salvò la vita quella sera.
L’incendio dell’automobile del segretario
del MSI di Mola.
Grazie alla collaborazione con il compagno
Cosimino Pecere di Ostuni, che rifornisce l’emeroteca dell’Archivio
Storico Benedetto Petrone , in parte ospitata presso la sede dell’ANPI di
Brindisi, tra i giornali da lui ricevuti ho trovato una notizia che ha uno
stretto legame con il tentato omicidio di Carlo. Si tratta della copia di
Lotta Continua del 29 giugno 1972, dove tra le “notizie locali”
vi è la seguente. (Riportiamo solo le iniziali dell’interessato e i
curiosi vadano a desumerle dall’articolo.)
MOLA DI BARI BRUCIATA L'AUTO
DEL SEGRETARIO DEL MSI |
BARI. 28 giugno 1972
"L'altra
notte è bruciata la macchina del segretario del MSI di Mola, A. D.,
cogestore di – Puglia d'oggi » settimanale fascista locale, che è stato
per un certo periodo in America ed era tra le squadre di pestaggio contro
i negri. Ai tempi del tentato omicidio del compagno Paolo Moccia (tre
colpi di pistola sparati nella sede di Lotta Continua) ebbe la faccia
tosta di scrivere sul « Secolo - che si trattava di vendetta tra comunisti
»."
NON E'
CONSENTITO L'USO, LA RIPRODUZIONE DI QUESTO
ARTICOLO
SENZA RIPORTARNE LA FONTE E/O A FINI DI
LUCRO
ANTONIO CAMUSO
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Brindisi 20 gennaio 2022
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