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IL
CENTRO SOCIALE CONTRO L’EMARGINAZIONE GIOVANILE DI BRINDISI
LA SUA NASCITA, LA SUA STORIA,IL BILANCIO DI VENTI ANNI DI ATTIVITA’.(parte
prima)
Comprendere
cosa è stato il Centro Sociale di Brindisi , i suoi percorsi, le
battaglie vinte e perse, potrebbe essere importante per chi oggi volesse
affrontare il disagio percepito dai giovani della Brindisi attuale, quella
città che li vede fuggire, senza guardarsi indietro, sentendosi esclusi
da essa , che appare ai più, un sepolcro imbiancato, dove tutto è
immobile, sempre più vecchia ed avvitata su sé stessa, decretando così
la propria fine economica sociale, in una sorta di autocancellazione dalla
storia della nostra Puglia e dell’Italia. Proveremo
a fare questa cronistoria-analisi, attraverso una serie di documenti che
parlano della nascita del Centro e via via di ciò che ha permesso al
Centro Sociale di Brindisi
esser stato una struttura viva per circa vent’anni, unica
nel suo genere , spesso anche criticata da altri Centri Sociali che
preferirono le forme di autogestione totale, praticando l’occupazione
degli spazi, spesso in contrapposizione anche dura con
le istituzioni. Il Centro riuscì a praticare percorsi paralleli,
che si intrecciarono agli altri Centri Sociali, accomunandosi ad
essi in tanti momenti di lotta e discussione, ma portando avanti con
pragmatismo un rapporto di
interazione con le istituzioni, gli enti pubblci ,di critica e dialogo,
portando in piazza e nelle assemblee comunali, nei partiti e nei
sindacati, nelle associazioni laiche e religiose le sue specificità, le
sue richieste, la sua voce, che era innanzitutto quella dei suoi utenti, i
giovani brindisini e poi quella dei suoi operatori.
Grazie
a ciò si guadagnò il rispetto di tanti avversari, l’amore di tanti
utenti e anche tanti nemici che non vedevano l’ora che gli
“autonomi” del Centro Sociale scoppiassero ed abbandonassero per
disperazione quel luogo. Solo In parte ci riuscirono dopo vent’anni, con
quei giovani volontari che si
ritrovarono ad avere dato tantissimo alla loro città ed avuto in cambio
solo una vita di precariato, e la difficoltà di portare avanti progetti
familiari, metter su casa , figli, pensare ad un futuro stabile, mentre la
città andava profondamente cambiando in peggio, tra scandali ed
inquinamento ambientale e sociale. Un
pugno di essi , raccolto intorno alla Cooperativa Solidarietà
e Rinnovamento continuò a portare avanti progetti in campo sociale ed
anche oggi essa è promotrice di attività che ripercorrono un cammino
tracciato dal CENTRO SOCIALE CONTRO L’EMARGINAZIONE GIOVANILE DI VIA
SANTA CHIARA. Un’altra
esperienza di grande valore emancipatorio è quella che le donne del
Centro Sociale misero in
piedi: Il Centro Documentazione Donna e poi l’Associazione IO Donna
che ancor oggi lavora nei campi di intervento che furono tracciati
, in quegli anni, impegnandosi nel campo della lotta alla violenza
contro le donne , per costruire progetti e percorsi di emancipazione,
facendo attività di crescita culturale tra e per
le donne. PRIMO
DOCUMENTO
Cos’è
il Centro Sociale di Brindisi.
Documento
di presentazione del Centro Sociale contro l’emarginazione giovanile
Via Santa Chiara 6/8 , BrindisiGrazie
a questo documento del febbraio 1982, contenuto nel Fondo
Giulia Litti (Sandonaci, Br)(n,
cat:M/CS/BR-2), possiamo avere un quadro completo di qual’era
stato il percorso che aveva portato alla nascita del
Centro Sociale di Brindisi, e
delle sue attività prodotte a partire dal 1979 sino all’inizio del
1982. Tre
anni di lavoro portato avanti da alcune decine di volontari, quasi tutti
disoccupati che si misero al servizio della comunità per evitare che
un’intera generazione di giovani brindisini, fosse lasciata allo sbando
, mentre la droga, gli psicofarmaci, l’alcool e la depressione
dilagavano tra le fasce giovanili della società brindisina e dove la
crisi dei movimenti e la crisi industriale ed economica producevano una
veloce disintegrazione di quegli elementi collanti che avevano permesso ad
altre generazioni di superare momenti anche più difficili. E’
un documento rivolto alla città e alla sua amministrazione per metterle
dinanzi all’evidenza: “-Il Centro Sociale E’
UNA REALTA’ DI FATTO! “-, nonostante che proprio quelle istituzioni
che avrebbero dovuto premiare un lavoro insostituibile fatto da quei
giovani, invece l’avevano se non osteggiato, comunque
non avevano mantenuto le promesse fatte tre anni prima. Dinanzi
alla scadenza del 5 febbraio
1982, quando il Consiglio Comunale doveva riunirsi per deliberare la
Convenzione con la cooperativa Solidarietà e Rinnovamento , per la
gestione del Centro Sociale, era
nata l’esigenza di produrre questo documento pubblico che illustrasse
cosa fosse il Centro Sociale e le sue finalità. Centro
Sociale come risposta alle
esigenze e ai bisogni dei
giovani della nostra città. “-Dare
importanza alla Qualità della Vita, dare un senso alla propria esistenza,
questo è in tutti i casi l’elemento principale per decidere il destino
di un giovane nella città di Brindisi. Delinquenza,
prostituzione, droga, disadattamento, sono le espressioni
esteriori di squilibri sociali più
generali e profondi. La diversa mentalità, il sentirsi incompresi e
parlanti linguaggi diversi nell’ambito familiare, porta ad accumulare
tensioni tali da far desiderare ad un giovane di fuggire dalla propria
famiglia, ma nell’impossibilità di faro per mancanza di lavoro, di
alloggi, di spazi sociali e assistenziali. In
una città povera di calore
umano come Brindisi, cresciuta all’insegna del polo industriale , con
profondi divari tra i quartieri ghetto e quelli residenziali , totale
mancanza di luoghi e partecipazione e la ricerca del lavoro che per i
giovani è come quella dell’Eldorado (mai questa analisi , come oggi nel
2015 è tanto attuale , NdR)sono tutti elementi negativi in cui i giovani
per allontanarsi, si rifugiano in un autoghetto che si chiama alcool ,
droga, suicidi, forme autolesionistiche, depressione, ecc) Per
questo il Centro Sociale è nato:per lavorare nel campo della prevenzione,
non solo delle tossicodipendenze ma anche
nei confronti di tutti i soggetti deboli
a rischio di emarginazione. In
questo campo all’inizio del 1979, alcuni giovani
incontrarono l’amministrazione Comunale rappresentata dal sindaco
Arina. Gli amministratori
avevano vedute diverse: creare
un centro di raccolta di “tossicomani”, mentre i giovani volontari
proponevano un Centro Sociale come
struttura polivalente operante sul territorio e che si rivolgesse a tutti,
onde evitare la ghettizzazione dei soggetti più in difficoltà. Per
portare avanti questo servizio si
costituì la Cooperativa “Solidarietà e Rinnovamento” srl, che di
fronte all’ostinazione dell’Amministrazione sul concetto Centro
–raccolta- tossicomani, formulò
un progetto di Convenzione autocandidandosi a gestire il Centro Sociale,
vista l’esperienza decennale in questo campo, fatta direttamente sulla
strada, al contatto di giovani come loro, vivendo e soffrendo le stesse
problematiche, compreso il carcere. Si propose e si fece un’indagine
sulla condizione giovanile a Brindisi, per dimostrare che
L’EMARGINAZIONE ESISTEVA. A
fronte di questa indagine , la Cooperativa ritenne valida l’idea del
“Centro Sociale contro l’Emarginazione giovanile”, che comunque non
poteva da solo esaudire a tutte le aspettative ed i bisogni giovanili in
città, o risolvere il
problema della tossicodipendenza. Ma attraverso percorsi di partecipazione
e di vita collettivs poteva essere uno strumento di prevenzione di
valorizzazione ed autostima per
i giovani coinvolti nelle attività del Centro, superando l’ottica dei
centri frequentati dai soliti
addetti ai lavori, ma rendendo partecipi utenti ed operatori in attività
e progetti comuni. Fu
così redatta una bozza di Convenzione che fu APPROVATA
da: 1)
Commissione
Sanità e Servizi Sociali del comune di Brindisi 2)
Giunta
del Comune di Brindisi 3)
Commissione
Regionale di Controllo Nonostante
ciò misteriosi motivi impedivano che l’Amministrazione Comunale
approvasse l’esecutività della Convenzione, mentre
i progetti presentati dalla Cooperativa venivano approvati sì
dalla Commissione Sanità e servizi Sociali
, ma con tagli e modifiche riducendo le aree di intervento(es:
associazionismo economico) riducendo il numero degli operatori
convenzionati da 13 a 9 e riducendo la spesa complessiva del 33 per cento. PROGETTO
DI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI BRINDISI E LA COOPERATIVA “Solidarietà
e rinnovamento”SRL per la gestione del Centro Sociale di via Santa
Chiara 6/8
(
Sintetizziamo quanto potrete leggere direttamente
dal documento che alleghiamo alla pagina web: il concetto è che
a fronte dello spreco di risorse pubbliche per creare strutture
alle quali i soggetti deboli, in difficoltà, non si avvicinerebbero mai,
bisogna dar forza all’associazionismo partecipativo, investendo sul
sociale, dando modo ai giovani di organizzarsi, creando progetti,
inventandosi lavoro utile per la collettività.
In tal senso il Centro Sociale poteva divenire un elemento
catalizzatore di energie giovanili e contemporaneamente divenire trincea
della guerra alla emarginazione giovanile). Fu
così che nel primo anno di attività (1980-1981) furono individuate tre
aree di intervento: 1)Accoglienza
ed assistenza nei riguardi di singoli casi di emarginazione. 2)Promozione
di attività culturali e ricreative 3)
Promozione di associazionismo giovanile-economico LE
MODALITA’ D’INTERVENTO NELLE TRE AREE
Area
1:
il Centro non funziona come comunità_alloggio ed assistenza terapeutica
(Questa funzione sarà proposta in un’altra Convenzione-progetto, quello
della Comunità alloggio Airone di cui ci occuperemo in altre pagine web
relative al Centro Sociale ) . Il Centro invece lavora nelle seguenti
fasi: a)
Rapporto
diretto con i soggetti in difficoltà tramite la presenza continua di
operatori dalle 08.00 alle 22.00 b)
Rapporto
diretto con istituzioni ed associazioni assistenziali (opsedale, CIM,
Caritas, ecc), in maniera tale che esse siano coinvolte nelle specifiche
problematiche individuali. AREA
2: Promozione Culturale. Il Centro
diventa un luogo di aggregazione giovanile finalizzato alal corretta
occupazione del tempo libero lavorando su: a)
Organizzazione
di specifiche iniziative (concerti, cineforum, laboratori e seminari, ecc) b)
Aggiornamento
culturale (nascita di una biblioteca, rassegna stampa, scambi culturali,
autoproduzione di materiale, ecc) c)
ricerca
di materiali adeguati(pellicole, audiovisivi, ecc) d)
Contatti
con istituzioni culturali regionali( Università, ente lirico barese, ecc) e)
Organizzazione
di indagini e ricerche a finalità sociale AREA
3 : Promozione di associazionismo economico giovanile. a)
Analisi
di mercato ed individuazione di sbocchi produttivi b)
Rapporto
con i giovani interessati e definizione dei campi di interesse c)
Elaborazione
di strumenti tecnico –finanziari per ogni progetto d)
Rapporto
con i committenti pubblici e privati interssati a stipula di convenzione
con le cooperative giovanili e)
Consulenza
alle cooperative stesse f)
Individuazione
e promozione di comunità-alloggio, all’esterno del Centro come momento
di auto-emancipazione e di fuoriuscita dai meccanismi emarginanti LA
NASCITA DEL CENTRO SOCIALE
Nella
fase iniziale della indagine preliminare sul fenomento
dell’Emarginazione giovanile a Brindisi, i soci della Cooperativa ebbero
in gestione dal Comune i locali dove un tempo vi era l’ECA (Ente
Assistenza Comunale) Essi lo trovarono in condizioni petose, e con i
propri mezzi lo ripulirono rendendolo già fruibile ad una serie di
attività tali che, quando il Comune cercò di riappropriarsene,
ciò che doveva essere un programma futuro della Convenzione , era
di fatto un’attività
portata avanti già dai soci della Cooperativa, un servizio ormai di cui
la città non poteva farne a meno e che trovava sostegno anche da soggetti
come quelli religiosi che politicamente nulla avevano da spartire con
l’orientamento dei giovani volontari-soci. (Ritorniamo
alla lettura del documento COS’E’ IL CENTRO SOCIALE
per comprendere quanto lavoro in un solo anno fosse stato fatto.) Problema
della tossicodipendenza
In
questo chi , giovane che ha vissuto fianco con quei giovani colpiti da
questo “male” può aiutarli meglio? Chi se
non coloro che lottano da sempre contro le droghe pesanti? I
momenti in cui è stato più visibile l’impegno è dopo la morte di (
“uno di noi , dei gradini del Banco di Napoli”, NdR) Marcello Casili e
la richiesta di dieci giovani di sottoporsi a cura disintossicante.
Abbiamo denunciato le carenze di strutture adatte all’uopo ed abbiamo
richiesto: 1)
Istituzione
di un locale autonomo per il servizio ai tossicodipendenti 2)
Obbligo
di seguire il loro stato di salute in maniera continua 3)
In
caso di ricovero deve essere in una struttura dedicata e non in neurologia 4)
Presenza
dei giovani del Centro Sociale del locale ospitante il tossicodipendente
in cura 5)
La
possibilità che gli utenti di quel locale possano fare assemblee
all’interno. Nota:
Ciò non è esaustivo dell’intera problematica che va affrontata anche
in termini di cambiamento di questa squallida
città. CENTRO
DI DOCUMENTAZIONE DONNA
Un
gruppo di donne ha dato vita a
un Centro di Documentazione che affrontasse in maniera approfondita la
complessità della condizione femminile specificandola al territorio
brindisino. L’attività
di questo Centro si è
articolata sino ad ora (fine 1981): 1)
Informazione
e discussione collettiva su problemi di carattere sanitario 2)
Costituzione
di una piccola biblioteca 3)
Istituzione
di un servizio giuridico gratuito
tramite la disponibilità di un avvocato per tutte le donne che
vivono situazioni di violenza Altre
iniziative al momento non sono possibili a causa di mancanza di mezzi
tecnici e finanziari. ATTIVITA’
CULTURALI E RICREATIVE
Sono
stati organizzati dei cineforum, concerti, ecc: Particolare interesse ha
attirato l’esperienza teatrale con una cinquantina di partecipanti e
presto inizierà il corso di fotografia. Dall’esperienza
teatrale è nato un collettivo giovanile teatrale
che continua a lavorare. Alcuni
utenti stanno impegnandosi per una scuola popolare musicale per permettere
ad un maggior numero di persone di fare, consumare e produrre musica
(questo gruppo diverrà in seguito lo SPAZIO MUSICA DEL CENTRO SOCIALE. COMITATO
CONTRO L’EMARGINAZIONE PSICHIATRICA.
Nato
dalla riflessione sulle esperienze di alcuni di noi e di diversi
utenti , ritenendo le forme di disagio psichiatrico come forme di disagio
sociale. Su questo intendiamo sensibilizzare la città e parallelamente
condurre un’indagine sulle strutture psichiatriche di Brindisi e
provincia. ASSISTENZA
PER CASI SINGOLI
L’attività
degli operatori del centro si è concretizzata in assistenza di situazioni
individuali che presentavano particolari problemi. PRESENZA
NELLE VARIE INIZIATIVE NEL TERRITORIO
Gli
operatori del Centro ( a differenza di quelli di altri Centri Sociali,
autogestiti, NdR) sono intervenuti costantemente in tutte le attività ed
iniziative pubbliche di partiti, associazioni, enti, sindacati, ecc per
spiegare la questione dell’emarginazione giovanile e la necessità del
Centro. In particolare ciò è
avvenuto con le scuole e molti studenti interessati son divenuti utenti
del Centro. Si è partecipato a convegni tenuti in tutta Italia, visitate
strutture e comunità con un utile scambio di esperienze. ( da notare
tutto ciò a spese proprie, di questi giovani disoccupati, NdR) NOTA
FINALE:
Queste esperienze non sono esaustive e chiunque può proporre nuove
attività salvo che esse siano poi approvate dall’Assemblea degli Utenti
ed operatori e dal Consiglio di Gestione. (Grazie
a questa nota , potremo introdurre nei prossimi documenti relativi al
Centro Sociale, approfondimenti sulle sue strutture gestionali e di
rapporto con l’amministrazione Comunale, NdR). CONCLUSIONI:
Ricordiamo che tutti gli operatori sono giovani disoccupati, CHE NON SONO
LEGATI A NESSUN PARTITO POLITICO (cosa che li penalizzò, per tutta la
vita del Centro, NdR), si sono uniti in una forma Cooperativa , ritenendo
il loro un lavoro sociale. Come tale noi lavoriamo nell’interesse del
pubblico, e se gli
amministratori pubblici continueranno ad osteggiare la Convenzione
e la vita del Centro, lo avranno fatto
solo per INTERESSI PRIVATI. ALLEGATI
AL DOCUMENTO:
A)
VOLANTINO
DEL 1 FEBBRAIO 1982 A FIRMA : ASSEMBLEA DEGLI OPERATORI E DEGLI UTENTI DEL
CENTRO SOCIALE DI VIA SANTA CHIARA.
L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE VUOL FAR MORIRE IL CENTRO SOCIALE!
A
fronte del diniego del Comune di finanziare il Centro Sociale, nonostante
esso sia l’alternativa all’inefficienza delle strutture
pubbliche nell’affrontare particolari problemi come la tossicodipendenza
e la sua prevenzione, si indice: Giovedì
4 febbraio 1982 ,ore 17.30, un’assemblea
nel salone di rappresentanza del Comune sull’operato scandaloso
dell’amministrazione comunale Venerdì
5 febbraio ore 18.00, presenziamo in massa il Consiglio Comunale
che discuterà il problema del Centro Sociale. B)COMUNICATO
STAMPA del 25 gennaio 1982 a firma: IL CONSIGLIO DI GESTIONE DEL CENTRO
SOCIALE CONTRO L’EMARGINAZIONE GIOVANILE
Il
CONSIGLIO DI Gestione dà
un giudizio negativo e di insensibilità degli amministratori comunali che
non hanno approvato la Convenzione tra
il Comune e la Cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, dopo che
per due anni di attività del Centro Sociale , esso ha funzionato come un
prezioso strumento di lotta ai fenomeni di emarginazione giovanile e alle
tossicodipendenza, lavorando su un testo già accordato tra Consiglio di
Gestione, Cooperativa e organi comunali. Il
Consiglio di Gestione inviata tutte le forze politiche , sociali e
sindacali ad esprimersi chiaramente, invitandole in una pubblica
assemblea, giorno 4 febbraio 1982 presso il salone di rappresentanza . (In
seguito la Convenzione fu approvata, pur con tante limitazioni e di fatto
la gran parte del lavoro degli operatori del Centro Sociale , per venti
anni fu condotto su base volontaria e non retribuita) Fine
prima parte
Antonio
Camuso
ARCHIVIO
STORICO BENEDETTO PETRONE
BRINDISI
4 GENNAIO 2015
(APPUNTI
E RIFLESSIONI, PER UNA STORIA CONDIVISA DEL CENTRO SOCIALE DI BRINDISI, di
prossima pubblicazione)
I luoghi:il giardino, gli uffici, i punti di incontro e aggregazione
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