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Osservatorio sui Balcani di Brindisi
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ANNUARIO

pagine dell'annuario dell'archivio 1978-1990 

PUGLIA E ANARCHIA

speciale Primo Maggio

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il 1988/2

anarchici BARI BAT

 

 

Puglia e Anarchia: Canosa

Il Circolo Anarchico Carlo Cafiero di Canosa di Puglia

( ex prov BA , oggi BAT)

 

 PRIMO MAGGIO 1988, DELL’ANARCHISMO MERIDIONALE,  A CANOSA

di Antonio Camuso

(è consentita  la riproduzione a fini non di lucro dei materiali dell'Archivio Storico Benedetto Petrone con l'obbligo di riportarne  la fonte e il nome dell'autore)

 

Dalla lettura di Umanità Nova del Primo Maggio 1988, deduciamo quanto per l’Anarchia del Meridione d’Italia, la storia e le tradizioni anarchiche di questa cittadina semisconosciuta pugliese, fossero un punto di riferimento importante.

Infatti gli anarchici del Sud-Italia  vollero festeggiare il Primo Maggio 1988 , incontrandosi e manifestando per le vie di Canosa. Ci riserviamo di curare più approfonditamente in questa pagina di Pugliantagonista.i  dedicata agli anarchici di Canosa e la loro storia e momentaneamente riportiamo solo il testo dell’annuncio della manifestazioen del 1 maggio 1988 e di seguito la presentazione di un’intervista apparsa sulla rivista anarchica A  del 1983 ad un anarchico canosino  emigrato al Nord ed in cui appare forte la voglia di ricostruire la storia degli anarchici canosini.

 

PRIMO MAGGIO 1988, DELL’ANARCHISMO MERIDIONALE,  A CANOSA.

 

CANOSA (BA): Ore 11.00. corteo cittadino; ore 19,30, comizio.
Parlerà   Domenico
  Liguori di Spezzano Albanese (CS). Per tutto il giorno, nella villa comunale,
presidio e mostra antimilitarista. Nel pomeriggio, assemblea presso
la sede anarchica.
Indetto dai gruppi anarchici: C.Cafiero,
Canosa - Centro di documentazione «Autogestione oggi»; collettivo «l'Urlo»; Federazione dei Comunisti Anarchici,Bari - Coordinamento Anarchico del Salento, Lecce - Gruppo co-
munista anarchico «G. Pinelli», Spezzano   Albanese  - Nucleo FAI, Cosenza – Organizzazione AnarcoComunista FAI; Gruppo anarchico «Louise Michel», Napoli.

 

 

IL PRIMO MAGGIO NON E':

Regolamentazione dello sciopero – Irreggimentazione dei lavoratori - Soppressione dell'autonomia di classe

Razzismo ed emarginazione nei confronti degli immigrati di altri paesi e continenti

Prevaricazione tra i sessi e violenza sessuale Negazione degli spazi alle istanze giovanili - Grigio appiattimento in un mondo mercificato Militarismo - Fiancheggiamento guerrafondaio - Commercio delle armi - Sostegno della politica dei blocchi Nazionalismo - Integralismo religioso – Colonialismo Disoccupazione - Divisione -Sfruttamento -Alienazione

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IL PRIMO MAGGIO E’:

AUTOGESTIONE delle lotte - Soppressione di ogni forma di burocrazia – Autoorganizzazione per la liberazione dal lavoro salariato

SOLIDARIETÀ per tutti coloro che subiscono sulla loro pelle oppressione e sfruttamento EGUAGLIANZA nel rispetto delle diversità per una sessualità libera e liberante
SOCIALITÀ' per una umanità libera da ogni forma di autoritarismo

ANTIMILITARISMO - Insubordinazione -Lotta per la riconversione dell'industria bellica

INTERNAZIONALISMO per un mondo senza frontiere né feticci

LIBERAZIONE - Abolizione dello sfruttamento- Riduzione generalizzata dell'orario di lavoro

 

La commissione di corrispondenza della FAI

1 maggio 1988

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La lunga estate dell'anarchia
di Stefano Fabbri

Rivista anarchica A anno 13 nr. 115
http://www.arivista.org/riviste/img/null.gifdicembre 1983 - gennaio 1984

C'è una cittadina del Sud in cui ancora oggi - nonostante ormai da tempo non esista più un'intensa attività anarchica -la gente «conosce» gli anarchici, sa (più o meno) che cosa vogliano, quale ruolo importante abbiano esercitato per decenni in quella zona. Parliamo di Canosa di Puglia, in provincia di Bari.
Dalle agitazioni proletarie del primo dopoguerra all'opposizione al fascismo, dalle occupazioni delle terre agli scontri con le forze dell'ordine in questo secondo dopoguerra, dalle mille battaglie contro l'invadente presenza clericale all'organizzazione sindacale del proletariato agricolo, gli anarchici sono stati per decenni tra i protagonisti (spesso in primissima fila) delle lotte sociali e politiche a Canosa e in molti centri agricoli dei dintorni. Non a caso, dunque, si è a volte parlato di Canosa come della «Carrara del Sud».
Come per la cittadina apuana, così per Canosa manca però, a tutt'oggi, uno studio organico ed approfondito di questa grossa esperienza storica di segno libertario: uno studio che, tralasciando luoghi comuni e mitizzazioni, sappia scavare nel passato alla ricerca delle ragioni per le quali in alcune zone l'anarchismo è riuscito a trasformarsi da movimento prevalentemente ideologico in vero e proprio movimento sociale, saldamente radicato nel tessuto cittadino. Solo una serie di studi, organicamente portati avanti, potrà così aiutarci a capire anche le ragioni profonde che hanno portato alla progressiva scomparsa di quell'anarchismo: non basta dire «ma i tempi sono cambiati», si tratta di conoscere e di capire più in profondità, non tanto per recriminare sugli errori commessi (che certo non mancano mai), quanto per contribuire anche con questo lavoro di dissezionamento della storia a delineare un nuovo anarchismo, o meglio nuove concezioni e nuove strategie per far «attecchire» l'anarchismo nel sociale.
E' con la coscienza di questo importante lavoro da stimolare e da compiere che pubblichiamo in queste pagine l'intervista che Stefano Fabbri ha fatto a Sabino Minerva, un giovane che, dopo un breve periodo di militanza a Canosa, qualche anno fa lasciò la sua cittadina rimanendo comunque legato all'anarchismo canosino. Può sembrare curioso che a parlare del passato sia un giovane che quel passato non ha vissuto e non uno degli anziani militanti, di quelli che hanno sofferto il confino, hanno partecipato agli scioperi agrari, ecc .. Ma quest'intervista - che ha la sola pretesa di aprire un discorso critico sul passato - non ha alcuna velleità di «ricostruire» la storia dell'anarchismo canosino: si limita a registrare in che maniera questo passato sia stato «tramandato», grazie ai racconti dei vecchi, ad un giovane. Più che alla completezza di un elenco di battaglie combattute, quest'intervista punta alla riproposizione di quell'ambiente, di quel pathos, di quei problemi che hanno caratterizzato la lunga estate dell'anarchismo canosino.
Il testo dell'intervista (forzatamente riduttivo rispetto alle molte ore di dialogo tra Fabbri e Minerva) è affiancato da una breve scheda di presentazione della situazione pugliese e da un'intervista a Cesare Vurchio, anarchico canosino emigrato a Milano.

 

PAGINA RIVISTA E CORRETTA IL 1 MAGGIO 2022

A CURA DI ANTONIO CAMUSO

ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE

archiviobpetrone at libero.it

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