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Osservatorio sui Balcani di Brindisi
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ANNUARIO

 Resistenza/64

Brindisi:il partigiano comunista Vincenzo Gigante e le Foibe

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Resistenza 

2023



L’opinione del martire della Resistenza

  Vincenzo Gigante

sulle Foibe:

“-In

questa immane e crudele lotta non c'e posto per

sentimentalismi.

O noi, o loro! I fascisti erano e rimangono i nostri

 nemici più pericolosi, responsabili di questa tremenda

 guerra e di tante stragi"-.

di Antonio Camuso

 Sulle Foibe, l’ennesima giornata del Ricordo e la strumentalizzazione dei fatti conseguenti all’8 settembre 1943 nelle zone annesse all’Italia o sotto regime di occupazioen fascista sul litorale Istriano, anche oggi 10 febbraio 2023 sarà l’occasione per il revisionismo storico di Destra, ormai egemone nei Media, a campagne di odio contro la Resistenza italiana definita complice dei partigiani Yugoslavi  qualificandoli“assassini al soldo di Tito”

Un revisionismo storico che evita di inserire quei fatti in  un contesto di vuoto di potere in zone dove  le forze di occupazione fascista si volatilizzarono con  l’armistizio. In tale contesto accaddero  una serie di episodi di ritorsioni, vendette private ed esecuzioni sommarie che produssero un numero di vittime il cui numero è stato gonfiato ad arte, dove i corpi  accertati e recuperati, da qualche centinaio sono stati moltiplicati nella propaganda mediatica  a decine di migliaia. Questi episodi  vanno interpretati  in un clima di odio, sopraffazione e violenza condotto  in Venti anni di Regime e poi in 2 anni di feroce occupazione militare fascista.

 I soli dati del Tribunale speciale che condusse, in quelle zone,  la repressione contro sloveni, croati e italiani stessi che si opponevano alla discriminazione fascista delle minoranze, dopo l’annessione del 1919 di quelle zone  multietniche allo Stato Italiano , parlano chiaro. Dal 1927 al 1943 su 978 processi condotti da codesto organo giudiziario, 131 sono contro 544 imputati sloveni e croati; su 4596condanne pronunciate, 476 sono contro sloveni e croati; su 27.727 anni di carcere sentenziati, 4.893 vengono inflitti a sloveni e croati; su 42condanne a morte, 33 a sloveni e croati; tra il 1930 e il 1942 vengono fucilati 19 sloveni, 10 prima dell’inizio della lotta armata.Sono dati impressionanti se raffrontati alla percentuale di numero di abitanti delle minoranze linguistiche, rispetto alla popolazione italiana, e ai partiti antifascisti perseguitati in tutta Italia. Ben 25 % di condanne furono contro le popolazioni slovene e croate. Il 90 % delle condanne a morte fu contro sloveni e croati.

Nel 1942 e istituito il Campo di Concentramento di Arbe-Rab in Dalmazia, nello stesso anno diventa operativo quello di Gonars in Friuli: entrambi interamente gestiti dagli italiani. Lo storico Giacomo Scotti parla di 11.606 internati civili sloveni e croati morti nei lageritaliani tra il 1941 e il 1943. Dal 1941 al 1945 l’occupazione italiana prima e tedesca poi provocano tra gli sloveni, i croati e gli antifascisti italiani complessivamente 45.000 morti, 7.000 invalidi, 95.460 arrestati,internati e deportati in campi di concentramento italiani e tedeschi, 19.357 case distrutte totalmente e 16.837 parzialmente. (Sergio Mauri-Partigiani a Trieste)

In questo contesto possiamo comprendere come si sviluppasse una reazione violenta da chi aveva subito tutto ciò.

Il nostro concittadino Vincenzo Gigante , dirigente comunista, rinchiuso sino all’8 settmbre nel campo di detenzione fascista, e poi " badogliano" di Anghiari, ha come compagni di prigionia i dissidenti di lingua slovena e croata lì imprigionati  per la loro origine etnica e da essi  ha le testimonianze di ciò che il regime fascista in 20 anni aveva fatto contro quelle popolazioni. Con gli antifascisti croati egli fugge  da quel campo, dopo l’8 settembre, evitando la cattura dai nazisti,  e si rifugia in Croazia per  intraprendere la sua vita di Partigiano. Con i partigiani croati egli vive  e soffre umanamente per le notizie che giungono nel rifugio dei partigiani , sulle stragi che sistematicamente sono condotte dall’esercito nazista in collaborazione con i fascsiti italiani e croati in quelle zone. Nel dicembre 1943 durante una  riunione plenaria di partigiani italiani e croati ad  un altro famoso partigiano italiano Budicin che si lamentava  per gli eccessi delle Foibe egli è chiaro nel suo giudiziocome riporta nel suo diario un comandante partigiano lì presente:

- Pino Budicin, dopo aver salutato i presenti a nome dei comunisti italiani
dell'Istria, aveva incominciato ad esordire con la sua solita foga e senza mezzi ter-mini, dando un ampio riconoscimento al P.C.C, per essere stato l'iniziatore e
l'artefice della Lotta di liberazione in tutta la regione, al quale perciò spettava giustamente il ruolo di guida. Nel suo intervento, però, egli aveva lamentato il carattere un po'troppo nazionale assunto dal Movimento popolare di liberazione, accentuando inoltre il suo disappunto per il modo in cui erano stati liquidati i fascisti durante l'insurrezione armata istriana e ponendo così sul tappeto il problema
delle foibe che, in seguito alla propaganda fascista scatenatasi allora, aveva creato
un certo disorientamento in una parte della popolazione italiana^

A Budicin rispose subito Vincenzo Gigante il quale, salutato il convegno a
nome del Comitato centrale del P.O., si dichiarò decisamente pe rla lotta contro
l'occupatore, senza compromessi di sorta.. In questo
contesto il com-
pito dei comunisti italiani, secondo Gigante, doveva essere quello di includersi
senza riserve nel P.C.C, e di impegnarsi, assieme a tutta la popolazione italiana,
nella lotta contro il comune nemico. Nel suo intervento Gigante pose particolar-
mente l'accento sulla necessità di non perdere di vista la componente sociale e
classista della Lotta popolare di liberazione; il che voleva dire che
i comunisti,
guidando il popolo nella lotta di liberazione nazionale contro Poccupatore, dovevano creare le basi della nuova società socialista. „

-"Noi siamo comunisti — disse
ad un certo punto del suo discorso — e non possiamo parlare in questo momento
di divisioni territoriali, ma solo di lotta armata per la sconfìtta definitiva del nazi-fascismo".

 Quindi, rivolgendosi direttamente a Pino Budicin, Gigante lo rimpro-
verò per il suo eccessivo sentimentalismo dimostrato nei riguardi dei fascisti.
In
questa immane e crudele lotta — disse — non c'è posto per sentimentalismi.
O
noi, o loro! I fascisti erano e rimangono i
nostri nemici più pericolosi, responsabili di questa tremenda guerra e di tante stragi".”- (Luciano Giuricin- Ugo Vincenzo Gigante eroe della Resistenza Italiana e Jugoslava)

 

 Pagina a cura di

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 10 Febbraio 2023

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