Archivio storico"Benedetto Petrone"
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L’opinione del martire della Resistenza Vincenzo Gigante sulle Foibe: “-In questa immane e crudele lotta non c'e posto per sentimentalismi. O noi, o loro! I fascisti erano e rimangono i nostri nemici più pericolosi, responsabili di questa tremenda
guerra
e di tante stragi"-.
di Antonio Camuso
Sulle Foibe,
l’ennesima giornata del
Ricordo e la strumentalizzazione dei fatti conseguenti all’8
settembre 1943 nelle zone annesse all’Italia o sotto regime di
occupazioen fascista sul litorale Istriano, anche oggi 10 febbraio
2023 sarà l’occasione per il revisionismo storico di Destra, ormai
egemone nei Media, a campagne di odio contro la Resistenza italiana
definita complice dei partigiani Yugoslavi
qualificandoli“assassini al
soldo di Tito”
Un revisionismo
storico che evita di inserire quei fatti in
un contesto di vuoto di potere
in zone dove le forze di
occupazione fascista si volatilizzarono con
l’armistizio. In tale contesto accaddero
una serie di episodi di
ritorsioni, vendette private ed esecuzioni sommarie che produssero un
numero di vittime il cui numero è stato gonfiato ad arte, dove i corpi
accertati e recuperati, da
qualche centinaio sono stati moltiplicati nella propaganda mediatica
a decine di migliaia. Questi episodi
vanno interpretati
in un clima di odio,
sopraffazione e violenza condotto
in Venti anni di Regime e poi in 2 anni di feroce occupazione
militare fascista.
I soli dati del Tribunale
speciale che condusse, in quelle zone,
la repressione contro sloveni, croati e italiani stessi che si
opponevano alla discriminazione fascista delle minoranze, dopo
l’annessione del 1919 di quelle zone multietniche
allo Stato Italiano , parlano chiaro.
Dal 1927 al 1943 su 978 processi condotti da codesto organo
giudiziario, 131 sono contro 544 imputati sloveni e croati; su
4596condanne pronunciate, 476 sono contro sloveni e croati; su 27.727
anni di carcere sentenziati, 4.893 vengono inflitti a sloveni e
croati; su 42condanne a morte, 33 a sloveni e croati; tra il 1930 e il
1942 vengono fucilati 19 sloveni, 10 prima dell’inizio della lotta
armata.Sono dati impressionanti se raffrontati alla percentuale di
numero di abitanti delle minoranze linguistiche, rispetto alla
popolazione italiana, e ai partiti antifascisti perseguitati in tutta
Italia. Ben 25 % di condanne furono contro le popolazioni slovene e
croate. Il 90 % delle condanne a morte fu contro sloveni e croati.
Nel 1942 e istituito il Campo di Concentramento di Arbe-Rab in
Dalmazia, nello stesso anno diventa operativo quello di Gonars in
Friuli: entrambi interamente gestiti dagli italiani. Lo storico
Giacomo Scotti parla di 11.606 internati civili sloveni e croati morti
nei lageritaliani tra il 1941 e il 1943. Dal 1941 al 1945
l’occupazione italiana prima e tedesca poi provocano tra gli sloveni,
i croati e gli antifascisti italiani complessivamente 45.000 morti,
7.000 invalidi, 95.460 arrestati,internati e deportati in campi di
concentramento italiani e tedeschi, 19.357 case distrutte totalmente e
16.837 parzialmente.
In questo contesto possiamo comprendere come si sviluppasse una
reazione violenta da chi aveva subito tutto ciò.
Il nostro concittadino Vincenzo Gigante , dirigente comunista,
rinchiuso sino all’8 settmbre nel campo di detenzione fascista, e poi
"
badogliano" di Anghiari, ha come compagni di prigionia i dissidenti di
lingua slovena e croata lì imprigionati
per la loro origine etnica e da essi
ha le testimonianze di ciò che il regime fascista in 20 anni
aveva fatto contro quelle popolazioni. Con gli antifascisti croati
egli fugge da quel campo,
dopo l’8 settembre, evitando la cattura dai nazisti,
e si rifugia in Croazia per
intraprendere la sua vita di Partigiano. Con i partigiani
croati egli vive e soffre
umanamente per le notizie che giungono nel rifugio dei partigiani ,
sulle stragi che sistematicamente sono condotte dall’esercito nazista
in collaborazione con i fascsiti italiani e croati in quelle zone. Nel
dicembre 1943 durante una riunione
plenaria di partigiani italiani e croati ad
un altro famoso partigiano
italiano Budicin che si lamentava
per gli eccessi delle Foibe egli è chiaro nel suo giudiziocome
riporta nel suo diario un comandante partigiano lì presente:
“- Pino Budicin, dopo aver salutato i presenti a nome dei comunisti
italiani
A Budicin rispose subito Vincenzo Gigante il quale, salutato il
convegno a
-"Noi siamo comunisti — disse
Quindi, rivolgendosi direttamente a Pino Budicin,
Gigante lo rimpro-
Antonio Camuso
Brindisi 10 Febbraio 2023
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