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Letteratura, cinema, politica del Grande Sogno
presentazione del volume "Utopie dal 68"
Raffaele
Cavalluzzi discute
il volume "Utopie dal '68" (Argo, Lecce 2009)
con gli autori:
Vincenzo Camerino, docente e critico cinematografico Pasquale Martino, docente e saggista Silverio Tomeo, scrittore e saggista
Lecce: resoconto
e commenti su serata di presentazione libro
Utopie dal 68 ( Argo editore) Autori Vincenzo Camerino, Pasquale Martino, Silverio Tomeo Che
l’argomento potesse risvegliare per qualche ora adrenalitici stimoli intellettivi ai “veterani” del 68
leccese era una scommessa come anche l’accoglienza di questo
“ennesimo” libro sul 68, o meglio “dal 68 in poi” , ritenendo,
come gli autori han tenuto a precisare, esso non fu un evento legato ad
una data od un periodo breve della storia della nostra generazione, bensì
un onda lunga che si protrasse per oltre un decennio e che si frantumò in
tanti rivoli che hanno comunque condizionato la nostra società a dispetto
di coloro che oggi affermano di voler seppellire il 68 in una colata di
nero cemento. Fabio
de Nardis, il “giovane” docente dell’università del Salento,
nella sua brillante dissertazione ha colto molti aspetti che
differenziano “gli anni 68” da altri eventi-processi che hanno
contrassegnato la storia dei movimenti sociali del Novecento in Italia. In
una sola parola: un concatenarsi di oggettività sociali e pulsioni
collettive, in una voglia ottimistica di cambiare il mondo, senza voler
svendere la giovanile allegria
con la quale si accoglievano anche gli eventi luttuosi dei tanti compagni
ammazzati o la lunga file di denunce, processi e soprusi. Ridare
positività, speranza, gioia nell’impegno di tutti coloro, giovani o
veterani di quegli anni che vogliano ancor oggi, in questo momento di
profonda crisi della “sinistra” , ricominciare a riaprire i giochi per
ul prossimo “assalto al palazzo d’inverno” e ricominciare a dire
:NO! In
questo Pasquale Martino e Silverio Tomeo han ribadito come lo sforzo fatto
nello scrivere il libro , dalla ricerca accurata di fonti bibliografiche,
ma mettendoci anche la passione che prende a chi cerca di analizzare anche
l’inanalizzabile, ovvero quel patos che ci faceva ribollire il sangue e
ci spingeva a non fermarci nel contestare, manifestare, immaginare,
sognare ed amare dilatando la dimensione tempo facendoci vivere giorni che
a noi sembravano lunghi settimane. Una
voglia di muoversi che permise, come raccontato da Pasquale Martino, un
continuo mescolarsi di esperienze anche personali, attraverso riunioni,
manifestazioni, dibattiti che coinvolgevano I “militanti” pugliesi. Ricca
di contenuti e riferimenti ma innanzitutto difesa ad oltranza della
positività delle motivazioni ideali
del nostro lungo 68, la relazione da parte di Santa de Siena , che
sarebbe riduttivo cercare di sintetizzare data la ricchezza
e la passione messaci in essa. Vogliamo
solo ricordare un passaggio relativo al frutto agrodolce del 68, quello
del femminismo, col quale il “movimento” dovette confrontarsi nelle
sedi , nelle piazze e nelle intimità delle alcove dei compagni. Un
frutto dal quale ancor oggi si attende che possa partire quella
rivoluzione etica e biologica che inneschi nuove motivazioni per lottare
contro un sistema capitalistico,
quello della globalizzazione che vuol abolire il termine naturale per
sostituirlo con quello di “prodotto di mercato, capace di soddisfare il
consumatore” dall’aria che respiriamo alle nostre
più recondite e nascoste passioni Insomma
una serie di argomenti che hanno in certi momenti galvanizzato qualche
“veterano , un po’ revisionista, un po’ pentito ma … “se mi si
infiammasse il sangue e
qualcos’altro chissacchè non farei qualche follia…- generando momenti
di critica , interrompendo con commenti il dibattito, sognando di essere
in una di quelle assemblee del movimento dove si parlava di tutto e molto
spesso non si era d’accordo su nulla. Tutto
positivo? No,
per niente, la presenza giovanile è stata estremamente ridotta e
purtroppo per motivi anche tecnici, iniziato il dibattito in ritardo, non
c’è stata la possibilità per chi quei giorni non l’ha vissuti, poter intervenire. Speriamo
che con la diffusione del libro e con iniziative di discussione ed analisi
su quegli anni a partire dal 1969, l’anno dell’autunno caldo e della
strage di Piazza Fontana, si possa ridurre questo gap di comunicazione
generazionale. La
redazione della OpenArea di Pugliantagonista pugliantagonista@libero.it Brindisi 26 novembre 2009
Mercoledì 25 novembre 2009 a LECCE |
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