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20 settembre -1 ottobre 1944:settanta anni fa la vittoria partigiana di Monte Battaglia e la strage di Marzabotto …quando le armi dei partigiani partite da Brindisi, furono distrutte sotto i cingoli dei carri armati americani… Ogni anno viene ricordata la tragedia della strage di un migliaio di civili perpetrata dalle SS del Maggiore Walter Reder nelle Località di Marzabotto e dintorni. Monte Sole, San Martino, le chiese bruciate, i muri recanti ancora le tracce dei colpi delle mitragliatrici tedesche, sono luoghi che consiglierei a tutti di visitare almeno una volta nella vita onde non dimenticare quanto sangue innocente è costata la nostra libertà. Ma accanto ad essi , il ricordo va anche ad un episodio epico, della Resistenza Italiana , connesso a quella vicenda , ma con aspetti sconcertanti e che videro nel giro di poche ore, gli Alleati, cambiare atteggiamento nei confronti dei partigiani garibaldini , trattati come nemici da disarmare, chiudendoli in campi simili a quelli di concentramento, nonostante che decine di essi avessero sacrificato la vita per conquistare una posizione strategica per l’avanzata Anglo-americana Il luogo Il luogo dello scontro è nelle località dell’appennino Emiliano, denominate Monte Carnevale e Monte Battaglia , a 20 kmt da IMOLA , (e in linea d’aria a soli 40 da Marzabotto), dove per circa una settimana, dal 20 settembre al primo di ottobre, grazie allo sforzo congiunto dei partigiani della 36esima divisione Garibaldi e dei Diavoli Blu della 88esima divisione americana ,si riuscì a conquistare una posizione fondamentale per il possibile sfondamento della Linea Gotica. Fu grazie al coraggio e all’abnegazione di alcune centinaia di partigiani inviati da Bologna e dintorni , che si respinsero gli attacchi dei tedeschi, alla rocca di Monte Battaglia prima , fino all’arrivo degli americani e poi, insieme a loro, resistere fino all’esaurimento delle munizioni, sino a quando , artiglieria, aerei e l’arrivo di rinforzi inglesi permisero di dichiarare vinta l’operazione di conquista di Monte Battaglia. Con essa si fu ad un soffio di cambiare la storia della nostra Italia, ovvero far terminare l’occupazione tedesca con 9 mesi di anticipo e tanti lutti e sofferenze in meno, ma…
Il contesto Il contesto in cui i fatti si svolsero è quello della fine estate del 1944, dove l’avanzata della V Armata americana e degli inglesi della VIII era giunta alle porte di Bologna e grazie alle informazioni ricevute dalla struttura del Servizio segreto Americano in contatto con le unità di collegamento alleate tra i partigiani italiani, giunse l’informazione che vi era la possibilità di sfondare le linee tedesche nella località di Monte Battaglia e condurre un’operazione di aggiramento che ben presto avrebbe condotto ad una precipitosa ritirata delle divisioni tedesche schierate in pianura dinanzi all’VIII armata inglese tra Imola e Ravenna In quello scontro epico contro le migliori truppe d’assalto che i tedeschi avevano a disposizione e che costarono centinaia di morti tra gli americani e i partigiani , ritrovatisi insieme a respingere vincenti gli assalti tedeschi , a far da elemento qualificante nelle capacità offensive partigiane furono le armi inviate , dall’OSS americano, con il supporto dell’aviazione inglese di stanza nell’aereoporto di Brindisi.
Le armi Armi che a Brindisi erano state accuratamente selezionate , impilate nei classici contenitori cilindrici, muniti di paracadute e lanciate dagli aerei inglesi, in gran parte pilotati da equipaggi polacchi, di stanza nell’aeroporto di Brindisi, lanciate, nei punti di raccolta indicati dalle missioni di cordinamento Alleati-Resistenza , presenti sul territorio occupato dai nazifascisti. Uno sforzo di supporto logistico che era durato mesi , permettendo alla Resistenza dell’Emilia Romagna , con comando a Bologna di dotarsi di una forza tale di pensare di aiutare l’avanzata Alleata sulla città , non solo con le solite azioni di guerriglia e sabotaggio ma anche con un ‘azione degna di un esercito convenzionale. Considerazioni finali ed amari retroscena. La perdita di Monte Battaglia portò il panico nei comandi tedeschi e si rischiò di abbandonare la linea Gotica e ritirarsi prima dietro il Po, e poi sull’Adige abbandonando l’intera Italia settentrionale. Lo stesso generale Von Vietinghoff, quello che era quasi riuscito a respingere gli Alleati a Salerno , lanciò un proclama disperato alle truppe tedesche , affinchè il fronte italiano non cedesse , mettendo in grave pericolo la Germania. Ma più che il fanatismo delle sue truppe valse la considerazione da parte Alleata, di non sacrificare altre vite americane per accellerare la liberazione del Nord, in quel piovoso autunno, con l’inverno alle porte, e di fatto si preferì svernare sulle posizioni acquisite , con il generale Alexander che lanciò il famoso invito ai partigiani italiani di tornare a casa per l’inverno e farsi rivedere su richiesta in primavera. La vittoria di Monte Battaglia si risolse quindi solo con l’aver “regalato” agli Alleati una bella posizione dominante l’Appennino, ma che ebbe conseguenze drammatiche e in alcuni aspetti paradossali: 1) La Resistenza emiliana con il suo Comando Unificato (C.U.M.E.R.) sacrificarono i loro migliori uomini e le migliori armi, indebolendo quel versante di Appennino che poche ore dopo, o meglio nelle stesse ore in cui lo scontro su Monte Battaglia si faceva più cruento, fu teatro di una feroce operazione di rastrellamento delle SS comandate dal maggiore Walter Reder, con la conseguente strage di Marzabotto. Un’operazione antiguerriglia dei nazisti volta a far terra bruciata delle popolazioni che appoggiavano le formazioni partigiane operanti immediatamente alle spalle della Linea Gotica e quindi estremamente pericolose perla sicurezza dei movimenti delle unità tedesche, vedi appunto il caso di Monte Battaglia 2) Gli stremati e vittoriosi uomini della 36 divisione Garibaldi , dopo aver esaurito tutte le munizioni a disposizione , nell’ultimo respingimento dell’assalto nazista, furono invitati ad andare nelle retrovie americane onde poter rifocillarsi. Carichi di machine pistole strappate ai tedeschi e mitra Sten ricevuti per via aerea da Brindisi, si avviarono verso il più vicino punto di raccolta logistico americano, ma giunti lì furono “fermamente invitati” a consegnare tutte le armi, proprio quelle che avevano regalato agli americani la vittoria di monte Battaglia, comprese quelle inviate dai depositi dei servizi segreti americani di Brindisi. Sotto i loro occhi esse, furono ammucchiate per terra e distrutte sotto i cingoli di un carro armato a stelle e strisce . La vicenda divenne ancor più amara quando i garibaldini inviati in un “campo di raccolta”, per un bel po’ dovettero dormire per terra, senza pagliericci, materassi o coperte per ripararsi e per mangiare mezza razione di rancio americano, trattamento equivalente se non peggiore riservato ai prigionieri tedeschi. Sulla vittoria partigiana di Monte Battaglia calò la censura Alleata, e non comparve nei bollettini militari alleati. Troppo pericoloso far sapere che in Italia era possibile una sconfitta del nazifascismo grazie all’apporto determinante se non decisivo della Resistenza!!!Gli Alleati volevano mantenere ben chiaro che erano loro i vincitori e ed essi avrebbero deciso del futuro del nostro Paese! Le armi vittoriose di Monte Battaglia come quelle, poi, dell’insurrezione del 25 aprile 45, se non prontamente sequestrate e distrutte, avrebbero potuto essere troppo pericolose in un futuro in cui quegli stessi partigiani si sarebbero impegnati nella lotta politica, col rischio che a vincere le elezioni fossero i comunisti e gli Alleati fossero stati costretti ad intervenire , come già stavano approntandosi a fare in Grecia contro gli exalleati partigiani dell’ELAS. Così, tra stragi nazifasciste di civili dietro la Linea Gotica e stragi di partigiani comunisti ribelli nella Grecia appena liberata dai nazisti, la nostra Europa si preparava già alla nuova guerra, quella dei blocchi contrapposti, la Guerra Fredda e l’incubo dell’olocausto nucleare e la cortina di Ferro a sostituire la Linea Gotica. Ma la storia si ripete e Linee e Muri continuano a perseguitarci ancor oggi e in u n paradossale gioco delle parti amici , alleati e nemici si cambiano di ruolo continuamente vedi i disastri provocati dalle guerre in Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Exyugoslavia, ecc e a patire son sempre i civili … A. C. Archivio Storico Benedetto Petrone Brindisi 1 ottobre 2014 , 70 anni dopo. Riferimenti 1)Peter Tompkins- L’altra Resistenza. Ed Il Saggiatore pag-229-231 2)Sito web Le storie dimenticate-pagina web Monte Battaglia Val di Senio: testimonianza del partigiano Cosimo Resta della 36esima Divisione Garibaldi) 3) Sito web montebattaglia.it/guerra/monteconteso
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