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80° inizio Lotta di Liberazione

Contributi di In-Formazione Antifascista/2

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80° inizio Lotta di Liberazione

Contributi di In-Formazione Antifascista

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

La circolare Roatta, le stragi di manifestanti e il Colpo di Stato del 25 Luglio 1943.

di Antonio Camuso (Archivio Storico Benedetto Petrone)

(Nota: dal febbraio 2024 Archivio Storico Benedetto Petrone-APS)

Contributi alla In-Formazione Antifascista n°2

Un documento originale, scoperto durante la catalogazione del fondo “4 giornate di Napoli” presso l’Archivio Storico Benedetto Petrone ,in uno dei fascicoli di un centinaio di caduti, combattenti e vittime delle 4 giornate, che uno dei noti comandanti dell’insurrezione partenopea  conservò nel dopoguerra e che ci riporta in occasione dell’80° del 25 luglio, alla dura realtà di quei giorni.

Un  foglio distribuito nei presidi militari e dei Carabinieri di tutta Italia, Napoli compresa, ed oggi conservato nell’Archivio Storico Benedetto Petrone, che, a 80 anni di distanza, emana ancora  l’alito di odio e di morte che spirava da quell’apparato politico-militare fedele alla Casa Savoia,  che scaricato Mussolini, il 25 Luglio’43,   voleva  autoassolversi  dal precedente connubio infernale con lo stesso.  Ai roboanti proclami del Duce dal balcone di Piazza Venezia  e le parate oceaniche , si ritornava in quei caldi giorni di luglio  ai vecchi metodi dei Savoia, quelli del cannone di Bava Beccaris contro chi chiedeva pane, pace e democrazia.  

Come ogni Colpo di Stato che si rispetti, anche quello del 25 Luglio ’43 si contraddistinse per lo stato di assedio, leggi eccezionali liberticide  e stragi di manifestanti. A far rispettare l’ordine costituito, ovvero la continuazione indolore della macchina statale eretta dal Fascismo in 20 anni di Regime, salvo eliminare i grotteschi orpelli, furono gli stessi sgherri che avevano servito Mussolini , salvo aggiungere il piombo di fucili e mitraglie per le strade contro gli antifascisti che chiedevano vera democrazia.

 Il generale Roatta che per la sua durezza si era contraddistinto nella repressione dei partigiani Slavi, conservando la carica di Capo di Stato maggiore ,  emise la famosa circolare Roatta in cui si dava ordine alle forze armate e alle forze dell'ordine di intervenire, con la forza, nella repressione di ogni manifestazione.

A  seguito degli ordini di Roatta nei giorni immediatamente  successivi al 25 luglio 1943 si ebbero, secondo stime approssimative, negli scontri, 93 morti, 536 feriti e 2 276 arresti. Perché tanta durezza?

 Le febbrili trattative tra i servizi segreti Alleati e quelli monarchici”badogliani” per raggiungere l’armistizio con una pace separata o addirittura un cambio di fronte da parte italiana, avevano  vincoli a cui gli inglesi tenevano fortemente:

A)     l’Italia  che si consegnava agli Alleati non doveva essere preda di una guerra civile dove i comunisti potessero prevalere.

B)     Evitare che scioperi e manifestazioni si traducessero in un cambio di potere sotto la spinta popolare e preferibilmente far rimanere in piedi la Monarchia Sabauda ed il suo apparato burocratico amministrativo e i suoi strumenti di repressione e controllo  che dovevano affiancare collaborando con  l’Amministrazione Militare alleata di Occupazione (AMG)

L’incubo  di Churchill che l’Italia liberata a suon di bombe e sangue inglese ed americano, potesse cadere in mano ai bolscevichi non doveva realizzarsi , ad ogni costo… e  a ogni costo Roatta specificò come le manifestazioni popolari dovessero essere stroncate con il piombo di Badoglio e di Vittorio Emanuele III in collaborazione di polizie e servizi segreti del passato Regime, ora riciclati.

La circolare Roatta nel Telescritto del 28-7-43

(Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo 4 Giornate di Napoli)

 

COPIA TELESCRITTO

P. M. 9, li 28-7- 943.

DA SUPERESERC1TO - OPERAZIONI

Al CORPI D'ARMATA - Il - XIX - XXIII - XV

ALLA 4' ARMATA

ALLA 5' ARMATA

 

N. 23978/op alt Presi gli ordini da Comando Supremo comunico et dispongo:

1° — Nella situazione attuale, nemico che preme, qualunque perturbamento dell' ordine
pubblico anche minimo, et di qualsiasi entità, costituisce tradimento et può condurre se non
represso at conseguenze gravissime. Qualunque pietà et qualunque riguardo nella repressione
sarebbe pertanto un delitto.

2° — Poco sangue versato inizialmente risparmia fiumi di sangue in seguito, perciò ogni
movimento deve essere inesorabilmente stroncato in origine.

3° — Siano assolutamente abbandonati i sistemi antidiluviani, quali i cordoni, gli squilli, le
intimazioni et la persuasione, et non sia tollerato che civili sostino presso le truppe aut intorno
alle armi in postazione.

4° — I reparti debbono assumere et mantenere sempre grinta dura et atteggiamento estre-
mamente risoluto quando impiegati in servizio ordine pubblico, in'sosta aut in movimento, ab-
biano il fucile at pronti et non a bracc'arm.

5° — Muovendo contro gruppi di individui che perturbino ordine aut non si attengano a
prescrizioni autorità militare, si proceda in formazione combattimento et si apra fuoco at distanza,
anche con mortai ed artiglierie, senza preavvisi di sorta, come se si procedesse contro truppe
nemiche. Medesimo procedimento venga usato da reparti in posizione contro gruppi di individui avanzanti.

6° — Non est ammesso il tiro in aria. Si tira sempre a colpire come in combattimento.

7° — Massimo rigore nel controllo ed attuazione di tutte le misure stabilite da noto ma-
nifesto. Apertura immediata del fuoco contro automezzi che non si fermino alle intimazioni.

8° — | caporioni et istigatori dei disordini, riconosciuti come tali, siano senz' altro fucilati
se presi sul fatto, altrimenti siano giudicati immediatamente dal tribunale di Guerra sedente in
veste di tribunale straordinario.

9° — Chiunque, anche isolatamente, compia atti di violenza aut ribellione contro le forze
armate o di polizia, aut insulti le stesse et le istituzioni, venga passato immediatamente per le armi.

10° — II militare che impiegato in servizio d' ordine pubblico, compia il minimo gesto di
solidarietà con i perturbatori dell' ordine aut si ribelli, aut non obbedisca agli ordini, vilipenda
superiori et istituzioni, venga immediatamente passato per le armi.

11° — Il comandante di qualsiasi grado che non si regoli secondo gli ordini di cui sopra
venga immediatamente deferito aut Tribunale di Guerra competente che siederà et giudicherà nel
termine di non oltre ventiquattro ore. Confido che i comandanti in indirizzo, consci della gravità
dell' ora, e che da falsa pietà, lentezza et irrisoluzioni, potrebbe derivare la rovina della Patria,
daranno e faranno dare la più ampia esecuzione at quanto sopra disposto.

Si tratta di imporsi subito con rigore inflessibile. Attendo assicurazione telegrafica.

 

firmato: GENERALE ROATTA

 

 

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi, 30 luglio 2023

 

(Nota: dal febbraio 2024 Archivio Storico Benedetto Petrone-APS)

Nota questo articolo fa parte della  nuova rubrica Contributi di In-Formazione Antifascista , in occasione dell'80°  dell'Inizio della Lotta di Liberazione.

Sul sito di Pugliantagonista.it, cureremo  diversi approfondimenti di carattere storico attraverso il materiale documentario originale dell’epoca, custodito e catalogato nei diversi fondi dell’Archivio Storico Benedetto Petrone.

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Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi, 28 luglio 2023