19-21 luglio 2001
La battaglia di Genova :
ucciso Carlo Giuliani |
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19-21
Luglio 2001
LA
BATTAGLIA DI GENOVA:UCCISO CARLO GIULIANI
Cosa
fu schierato a Genova?
La
denuncia del pm di Genova
"G8, i poliziotti violenti salvati da una leggina"
Il
procuratore Zucca: "Lo Stato impedisce che vengano pagati i
danni". "Non saranno più chiamati a risarcire le vittime
degli abusi".
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/23/news/g8_leggina-11549899/
21
luglio centinaia di migliaia di manifestanti sono attaccati da uno
schieramento antisommossa imponente
chi
arrivava dalle diverse stazioni ferroviarie incontrava i segni della
battaglia del giorno prima compresi quelli ascrivibili all'opera dei
blackblok
le
foto di Pugliantagonista
17
giugno 2010
L'ex
Capo della Polizia, attuale supervisore dei Servizi Segreti, Gianni De
Gennaro condannato a 1 anno e 4 mesi per il fatti del luglio 2001 a
Genova.
Il ministro degli Interni Maroni e l'attuale governo Berlusconi gli
rinnovano la fiducia , la cricca fa blocco sull'impunità !
Pretendiamo le dimissioni di De gennaro e dell'intera catena di comando
operante a Genova nel luglio 2001.
Pretendiamo che ora vadano alla sbarra il governo Berlusconi e i partiti
che lo sorreggevano nel luglio 2001.
G8 di Genova, De Gennaro condannato(da corsera 17/6)
Un anno e 4 mesi per l'ex capo della polizia
Per la corte d'appello indusse l'ex questore Colucci alla falsa
testimonianza nel processo per l'irruzione alla Diaz
G8, chiesti due anni per De Gennaro (4 giugno 2010)
G8 di Genova, condanne più dure per i poliziotti della scuola Diaz In
primo grado capo Dis Assolto. de magistris (idv): ora si dimetta. PDL:
RESTI AL SUO POSTO
G8 di Genova, De Gennaro condannato
Un anno e 4 mesi per l'ex capo della polizia
Per la corte d'appello indusse l'ex questore Colucci alla falsa
testimonianza nel processo per l'irruzione alla Diaz
GENOVA - L'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro è stato condannato in
appello a un anno e 4 mesi di reclusione per istigazione alla falsa
testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova Francesco Colucci
nel processo per l'irruzione alla Diaz del G8 nel 2001. Ribaltata ,
quindi, la sentenza di assoluzione in primo grado sia a carico di De
Gennaro che di Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova e attuale
vice questore vicario di Torino. Mortola è stato condannato a 1 anno e 2
mesi. I due imputati dovranno inoltre risarcire le tre parti civili
costituite nel processo. Sia a de Gennaro, attuale capo del Dis
(Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza) che a Mortola sono
stati concessi i benefici di legge.
«SENTENZA SORPRENDENTE» - «Una sentenza sorprendente, andremo in
Cassazione» è stato l'unico commento dell'avvocato Carlo Biondi che,
insieme al professor Franco Coppi, difende De Gennaro. «Sono senza parole»
ha detto dal canto suo il Mortola. «È un fardello in più che ci
porteremo in Cassazione - ha aggiunto il suo legale - sono sentenze che
pesano. Questo è un problema personale e di carriera. Spartaco Mortola fa
un lavoro che richiede una certa serenità d'animo. Ora leggeremo le
motivazioni della sentenza e faremo ricorso in Cassazione».
REAZIONI - La condanna in secondo grado di De Gennaro ha innescato le
polemiche. Per Luigi de Magistris, eurodeputato dellIdv, la sentenza dei
giudici di Genova «è una delle tappe giudiziarie che si stanno
percorrendo per poter restituire verità e giustizia al Paese intero, che
porta e porterà sempre i segni di una ferita politico-istituzionale
profonda». Per l'ex magistrato, «sarebbe opportuno, di fronte a questi
elementi giudiziari, compresa la recente sentenza sull'irruzione alla
scuola Diaz di Genova, che lo stesso De Gennaro lasciasse il suo incarico
di direttore del Dis, a cui è approdato in un modo discutibile e
offensivo verso quanto accaduto a Genova nel 2001, quando è stato il
referente di una catena di comando deviata e pericolosa che ha portato
allo stravolgimento dello Stato di diritto». Il Pdl, al contrario fa,
quadrato a difesa di Gianni De Gennaro, invitandolo a non rinunciare ai
suoi incarichi pubblici. Per il ministro per l'Attuazione del Programma di
Governo Gianfranco Rotondi, De Gennaro «merita tutta la solidarietà
delle istituzioni per ciò che ha rappresentato e rappresenta per il
Paese. È uno dei nostri migliori uomini con un altissimo senso dello
Stato e la cui professionalità è riconosciuta anche all'estero».
Critica nei confronti della Corte d'apello di Genova la vicepresidente del
Pdl alla Camera, Jole Santelli, che denuncia: «Prima Bolzaneto, poi la
Diaz e ora De Gennaro: l'appello ha ribaltato tutte le sentenze di primo
grado. È chiaro che c'è un contrasto pesantissimo fra Tribunale e Corte
d'Appello di Genova e che quest'ultima ha deciso di essere l'angelo
vendicatore degli ayatollah della procura. Sentenze di questo tipo
delegittimano completamente la magistratura». «Molto rammaricato per la
sentenza» si è detto il leader Udc Casini. «Sono certo che la
Cassazione ristabilirà la verità dei fatti come già acclarata dalla
sentenza di primo grado. Per me De Gennaro è, e rimane, un grande
servitore dello Stato di cui essere orgogliosi».
L'UDIENZA - Giovedì mattina l'udienza si era aperta con le repliche di
accusa e difesa. In aula era presente il prefetto De Gennaro. La richiesta
del pg Pio Macchiavello era stata di due anni di reclusione per De Gennaro
e un anno e quattro mesi per Mortola. Nel processo di primo grado, che si
era svolto con rito abbreviato, entrambi erano stati assolti perché «non
c'erano prove sufficienti di colpevolezza».
25 AGENTI CONDANNATI - «Perché non pensare che la sentenza di primo
grado non era giusta? L'appello serve anche a questo» si è limitato a
commentare il pubblico ministero Enrico Zucca, che insieme al collega
Francesco Cardona Albini aveva indagato De Gennaro e Mortola. Il mese
scorso venticinque poliziotti sono stati condannati in secondo grado per
falso ideologico e lesioni gravi, per l'irruzione nella scuola Diaz, a
pene per complessivi 85 anni: si tratta di 21 agenti e quattro dirigenti
della polizia, condannati all'interdizione dai pubblici uffici per cinque
anni. Sono stati invece prescritti i reati di calunnia, arresto illegale e
lesioni lievi a loro carico.
17 giugno 2010
Comunicato della Confederazione Cobas sulla sentenza della Corte di Apello
di
Genova per la " scuola Diaz".
La Corte di Appello di Genova per la mattanza alla " scuola
Diaz" ha
sentenziato quello che la verità storica andava affermando in lunghi 9
anni;
così pure è avvenuto di recente con la sentenza di appello per le
torture
subite dai no global nella caserma di Bolzaneto .
La Corte di Appello ha ricosciuto quello che il movimento no global ha
sempre
sostenuto , ovvero che nel comportamento delle forze dell'ordine non c'è
stato
niente di " spontaneo" , bensì tutto era preordinato - deciso a
tavolino dal
governo Berlusconi e dai ministri presenti a Genova e trasmesso alla
" catena
di Comando militare" ligia ed esaltata nell'eseguire gli ordini
ricevuti -
compreso il sollevamento delle garanzie costituzionali in un crescendo
sedizioso di stampo autoritario.
Quello che di conseguenza manca - dopo due sentenze che inchiodano le
forze
dell'ordine - è la messa sotto accusa di Berlusconi e dei ministri-
sottosegretari dell'epoca : ecco spiegato ,di fronte a tanta gravità ,il
perchè
del fare blocco intorno ai dirigenti di polizia condannati, dell'attuale
governo per bocca del ministro Maroni e del sottosegretario Mantovano.
Da parte del ministro dell'Interno ci saremmo aspettati più prudenza, ma
poichè questi criminali per il loro operato sono stati pure promossi -
attualmente costituiscono l'ossatura della polizia e dei servizi segreti,
con
in testa il mai rimosso Di Gennaro posto al vertice dell'organismo di
controllo
sui Servizi Segreti - ed in grado di esercitare un forte potere di ricatto
e
di indimidazione capace di far crollare tutta l'impalcatura dello Stato,
lo
Stato continua a garantirgli la fiducia e i lauti posti.
Per molto meno in Francia,Inghilterra, Germania, sarebbero crollati
Ministri e
Governi ed aperte per costoro le porte del carcere, ma tant'è qui siamo
in
Italia dove a prescindere ai " servitori dello Stato" si
garantiscono prebende
e impunità.
Come risarcimento collettivo - per le violenze e il discredito patito dal
movimento no global attraverso aggressioni,ferite,torture, processi e
l'assassinio di Carlo Giuliani - pretendiamo la rimozione immediata
dell'intera " catena di comando", da Di Gennaro a Canterini,da
Luperi a
Gratteri....., che gestirono il piano militare durante le giornate del
luglio
2001 a Genova.
Pretendiamo che sull'intero governo Berlusconi dell'epoca venga aperto un
procedimento giudiziario per le attività sediziose a danno dell'intero
popolo
italiano.
Senza questi accoglimenti, la " verità e giustizia" sul 20-21
luglio 2001 a
Genova, è lungi da essere ripagata !
Roma 20 maggio 2010
Confederazione Cobas
5
marzo 2010
G8:Bolzaneto, responsabili civilmente
Sentenza di secondo grado per i 44 imputati per violenze caserma
(ANSA) - GENOVA, 5 MAR '10- Sono responsabili civilmente i 44 imputati del
processo per le violenze nella caserma di Bolzaneto, dichiarati
prescritti i reati. I fatti risalgono al 2001 durante il G8 di Genova.
La sentenza della Corte d'appello di Genova,giunta dopo oltre 11 ore di
camera di consiglio, ha cosi' ribaltato il verdetto di primo grado,
condannando al risarcimento del danno anche gli imputati che erano stati
assolti dal Tribunale.Condannati anche penalmente 7 imputati a pene
comprese fra 1 e 3 anni.
12
febbraio 2010
Checchino
Antonini condannato a 8 mesi di carcere per aver scritto contro la polizia
a Genova
da
bellaciao http://bellaciao.org/it/spip.php?article25992#forum21313
Sentenza choc del tribunale di Roma: otto mesi di
reclusione sono stati comminati martedì scorso, in primo grado al
giornalista di Liberazione, e tra i fondatori di Megafonoquotidiano,
Checchino Antonini oltre che a Piero Sansonetti, all’epoca dei fatti
direttore di Liberazione, per un articolo del 16 settembre 2005 con la
cronaca di una forte polemica politica tra alcuni sindacati di polizia e
Gigi Malabarba. allora capogruppo di Rifondazione a Palazzo Madama. Il
giorno prima - con un’interrogazione firmata con diversi altri colleghi
e successivamente con un botta e risposta con un sottosegretario -
Malabarba aveva criticato in maniera ferma i criteri discrezionali, nella
valutazione degli operatori della polizia ai fini dell’avanzamento di
carriera. L’occasione erano stati gli ottimi voti – con riferimento al
2001 - ricevuti da due funzionari coinvolti nelle inchieste sulle violenze
e gli abusi commessi nei giorni del G8 2001. Malabarba s’era detto
convinto che, grazie a un «uso strumentale» di quei meccanismi
discrezionali di avanzamento e prepensionamento (stigmatizzati anche dal
magistrato amministrativo), l’allora capo della polizia, capo della
commissione di valutazione - fosse riuscito a selezionare dei dirigenti
fidati e ad espellere i quadri «scomodi» con un «sistema ingiusto e
vessatorio». L’indomani le agenzie riportarono alcune violente
dichiarazioni di diversi segretari sindacali del personale di ps e
Liberazione ne diede conto. Uno di loro, Giuseppe Tiani, leader nazionale
del Siap, s’è sentito diffamato poiché l’articolo ricordava la sua
parentela con il segretario provinciale della medesima sigla, all’epoca
inquisito per favoreggiamento di personaggi legati all’estrema destra
barese e per rivelazione di segreto d’ufficio. Solo il 22 gennaio di
quest’anno costui sarebbe stato assolto dalla prima accusa e condannato
a 9 mesi per violazione del segreto di ufficio, pena peraltro sospesa. La
sentenza contro Antonini e Sansonetti è un fatto davvero grave. Otto mesi
di carcere a un giornalista che non ha diffamato nessuno ma ha solo messo
il naso dentro la gestione del G8 2001, costituiscono un’enormità.
Quanto si dovrebbe dare a Feltri per i suoi articoli su Boffo? Il caso,
tra l’altro, non è isolato. Checchino Antonini, insieme a Fabrizio
Barilli Rossi e all’avvocato genovese Dario Rossi, autori del libro,
edito da Alegre, "Scuola Diaz, vergogna di Stato" sono stati
denunciati dal questore Fournier per aver definito "vergognosa"
la sua promozione dopo i fatti genovesi. I fatti parlano chiaro: non si
sta procedendo contro una stampa, o un’editoria, che calunnia o diffama
ma semplicemente contro il tentativo di ricostruire quella stagione, di
seguire passo passo gli eventi che coinvolgono istituzioni importanti e
che continuano ad avere ricadute politiche e, purtroppo, giudiziarie.
Checchino Antonini è un nostro redattore e un nostro compagno. E quindi
sosterremo la sua difesa e la battaglia contro le false accuse e
l’ingiusta condanna che gli vengono mosse. Nei prossimi giorni ci sarà
una conferenza stampa ma crediamo che fin da subito sia utile e importante
inviare la propria solidarietà a Checchino, la propria indignazione per
questo ennesimo "avvertimento" e ribadire che Genova 20010 non
la vogliamo dimenticare, né riporrein un archivio
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