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1949
TERMINA
LA GUERRA CIVILE IN GRECIA
MASSACRATI
MIGLIAIA DI PARTIGIANI COMUNISTI
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l27-005758.htm
www.resistenze.org - cultura e
memoria resistenti - storia - 27-10-09
- n. 292
da KKE http://inter.kke.gr in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org
a cura del Centro di
Cultura e Documentazione Popolare
Il luogo in cui più di 800 combattenti dellŽEsercito Democratico Greco
sono stati sepolti durante la guerra civile in Grecia (1946-1949),
è
diventato di proprietà del KKE
23/10/2009
Il Comitato Centrale del KKE ha annunciato ai militanti, ai
sostenitori del partito e al KNE, ai combattenti dell'Esercito
Democratico Greco (DSE), al popolo greco che, dopo molti anni di
sforzi, l'area della fossa comune di oltre 800 combattenti del DSE,
caduti eroicamente nella battaglia di Florina nel 1949, è diventata di
proprietà del KKE.
"L'acquisizione di questa area permette al KKE di superare le
difficoltà che hanno impedito la costruzione di un monumento degno di
questo grande sacrificio. Abbiamo fatto un primo passo per adempiere
al nostro dovere di dare importanza al contributo eroico dellŽEsercito
Democratico Greco nella battaglia impari che combatté per i diritti
del nostro popolo", sottolinea il CC del KKE.
Il gruppo del Partito allŽinterno della Confederazione dei lavoratori
edili ha deciso di offrire un lavoro volontario rosso di 250 giorni
per la costruzione del monumento storico per i combattenti
dellŽEsercito Democratico Greco nel luogo del loro sacrificio. Questa
decisione costituisce una minima risposta alla falsificazione
anticomunista della storia e dimostra la consapevolezza del dovere di
costruire questa opera commemorativa.
da Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia universale vol. XI, Teti
Editore, Milano, 1975
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
La guerra civile in Grecia 1946-1949
Durante la guerra e lŽoccupazione nazi-fascista la Grecia aveva subito
notevolissime perdite umane e materiali: il numero dei caduti era
stato pari allŽ8 per cento della popolazione; il 70 per cento della
produzione industriale era stato portato via dagli occupanti.
LŽeconomia del paese era stata ridotta in uno stato disastroso.
Nel 1945 il livello della produzione rispetto a quello del 1939 era
pari al 20 per cento per lŽindustria meccanica, al 30 per cento per
lŽindustria tessile, al 17 per cento per la produzione del cemento, e
del 15 per cento per la produzione della gomma.
Risultò notevolmente ridotta anche la superficie coltivata; gran parte
degli impianti di miglioramento e di difesa dellŽagricoltura era stata
distrutta; enormi danni erano stati inferti allŽallevamento e
allŽindustria della pesca.
LŽincremento catastrofico del deficit della bilancia commerciale,
lŽinflazione, il caro viveri avevano portato al disastro economico,
alla fame e alla povertà la massa della popolazione del paese.
Una volta cacciati gli occupanti, il paese si trovò a dover affrontare
problemi gravissimi, dallŽapprovvigionamento di prodotti alimentari e
di abitazioni, al lavoro, alla ricostruzione dellŽindustria,
dellŽagricoltura, delle comunicazioni, eccetera.
Il governo del liberale Nicolaos Plastiras, nominato primo ministro ai
primi di gennaio del 1945 sulla base di un accordo intervenuto tra
Churchill e il re di Grecia, si propose innanzitutto di reprimere le
forze democratiche di sinistra e di ristabilire lŽordinamento
reazionario.
La complessità della struttura sociale rese difficile e
contraddittoria la vita politica del paese in quel periodo.
Il ruolo predominante nella vita economica e politica apparteneva alla
borghesia monopolistica industriale-commerciale strettamente collegata
con la borghesia britannica e successivamente con il capitale americano.
Faceva blocco con queste forze unŽaltra classe di sfruttatori, quella
dei grandi proprietari terrieri; le banche, i monasteri e la famiglia
reale possedevano anchŽessi milioni di stremma (1 stremma = 0,01 ha)
di ottima terra e di pascoli.
La classe più numerosa in Grecia era quella dei contadini con
pochissima terra e dei braccianti, soggetti a un intenso sfruttamento;
i contadini erano costretti a prendere in affitto la terra dai
proprietari terrieri a condizioni di asservimento (mezzadria, colonia,
eccetera).
La classe operaia, anche se poco numerosa, aveva diretto la lotta di
tutta la nazione greca contro gli occupanti e, dopo la guerra, apparve
come la forza decisiva del movimento democratico.
Gli interessi delle diverse classi della società greca erano
rappresentati da numerosi partiti politici.
In questo periodo i partiti di estrema destra si unirono in un blocco
noto col nome di "Fronte nero".
Il suo nucleo fondamentale era costituito dal partito popolare
(populista) che rispecchiava gli interessi dellŽaristocrazia greca,
del capitale finanziario, dei grossi proprietari terrieri e del clero
reazionario della cosiddetta Antica Grecia (Peloponneso, Attica e
Beozia). Si aggregarono a questo partito anche gli speculatori, che si
erano arricchiti durante la guerra, e i collaborazionisti di ogni risma.
Nel "Fronte nero" occupava il secondo posto il Partito
nazionale-
liberale, nato nel marzo del 1945, che raccoglieva i liberali che
avevano collaborato con gli occupanti.
Fondatore di questo partito era stato il generale Stilianos Gonatos,
organizzatore dei "battaglioni di difesa" fascisti che durante
lŽoccupazione avevano combattuto a fianco degli occupanti hitleriani
contro lŽArmata di Liberazione Nazionale della Grecia (ELAS).
Faceva parte del "Fronte nero", anche il Partito nazionale di
Napoleon
Zervas che organizzava gli elementi di orientamento monarchico.
Del "Fronte nero" facevano parte anche gruppi fascisti e
semifascisti
di militari e unŽorganizzazione reazionaria di ufficiali.
Tra i partiti di centro cŽera-innanzitutto il Partito liberale che
rispecchiava gli interessi della media e piccola borghesia e di parte
dei contadini.
Dopo la guerra intorno a questo partito si raggrupparono ceti
borghesi, orientati verso la Gran Bretagna che speravano di essere
prescelti dalla Gran Bretagna, per lottare contro le forze
democratiche del paese, al posto dei monarchici.
Anche i partiti democratico-progressista, democratico-socialista e
unionista erano orientati verso il centro e riflettevano gli interessi
di alcuni ceti della borghesia greca.
I partiti centristi, che si erano rifiutati di combattere contro gli
occupanti durante la guerra, avevano perso la fiducia delle masse e
non rappresentavano una forza seria.
Tuttavia lŽimperialismo americano e quello britannico tentarono in
ogni modo di consolidare i ranghi della borghesia per la lotta contro
il movimento democratico.
La reazione e il centro si opponevano al Fronte di Liberazione
Nazionale (EAM) e allŽarmata di liberazione nazionale.
Il ruolo decisivo in queste organizzazioni apparteneva al Partito
comunista greco; il numero degli aderenti al PCG [KKE n.d.r.] era
cresciuto durante la guerra fino a raggiungere i 400 mila iscritti.
Lo seguiva, dal punto di vista numerico, il Partito agrario che
allŽinizio del 1946 contava 250 mila membri. La base di questo partito
era costituita dai contadini poveri. Si trattava di un partito molto
popolare con una propria rete organizzativa che copriva tutto il paese.
Infine facevano parte del Fronte di liberazione nazionale circa 1
milione di persone che non aderivano ad alcun partito. Si trattava
soprattutto di contadini che si contentavano di appartenere allŽEAM
che per loro significava lotta per gli interessi nazionali e per
obiettivi sociali.
AllŽinizio del 1945 lŽELAS controllava i 2/3 del territorio del paese;
le altre regioni, compresa lŽAttica con Atene, il Pireo e il porto di
Salonicco, erano sotto il controllo delle truppe britanniche.
Le forze dellŽELAS erano consistenti. La coalizione dellŽEAM contava
circa 2 milioni di aderenti. Il Comitato centrale dellŽEAM dava la
preferenza alle soluzioni politiche e tendeva a far cessare la guerra
civile iniziata nel dicembre del 1944.
Il governo non aveva però alcuna intenzione di risolvere per vie
pacifiche i problemi venuti a maturazione.
LŽaccordo di Varkiza raggiunto con i rappresentanti dellŽEAM il 12
febbraio 1945 prevedeva la cessazione del regime di guerra,
lŽepurazione dei collaborazionisti dallŽesercito, dalla polizia e
dallŽapparato statale, garanzie di libertà di parola, di stampa, di
riunione, la libertà sindacale e la fine della guerra civile; si
trattava di sciogliere non soltanto lŽELAS ma anche le altre
organizzazioni armate.
Il governo invece lanciò le proprie forze contro lŽELAS.
Cominciarono gli arresti degli appartenenti allŽEAM e i licenziamenti
di operai e impiegati per scarso affidamento; furono sciolti i
sindacati.
Intanto con le armi tolte allŽELAS venivano armate bande fasciste.
La reazione si appoggiava alle forze armate britanniche. La Gran
Bretagna assunse il compito di scudo che consentì alla reazione greca
di organizzare nel paese la campagna contro le forze democratiche.
Fu scatenata una campagna di odio contro lŽEAM-ELAS e il Partilo
comunista greco. Moltissimi democratici perirono per mano di assassini
e moltissimi altri furono rinchiusi in carcere e nei campi di
concentramento.
I colpi sferrati contro lŽEAM provocarono una crisi allŽinterno delle
forze democratiche.
Elementi piccolo-borghesi e indecisi si affrettarono ad abbandonare il
campo.
Il movimento operaio continuò tuttavia a svilupparsi.
Il plenum del Comitato centrale del Partito Comunista greco,
nellŽaprile e nel giugno del 1945, e il VII congresso, nellŽottobre
1945, invitarono i lavoratori a lottare per lŽunità nazionale, per la
cessazione della guerra civile, per lŽallontanamento delle truppe
britanniche e per uno sviluppo democratico del paese.
Il 22 novembre 1945 veniva formato il governo del liberale
Themistoclis Sofulis.
Tuttavia, lŽingresso dei liberali nel governo non favorì la
normalizzazione della situazione. Al contrario lasciò mani libere al
"Fronte nero" dal momento che la politica del terrore trovava
ora la
copertura di un governo cosiddetto democratico.
Il governo Sofulis indisse le elezioni parlamentari per il 31 marzo
1946.
La campagna elettorale si svolse in un clima dominato dal terrore e
dalle sopraffazioni della reazione. In molte località furono
falsificate le liste elettorali.
Le "elezioni" consegnarono perciò il potere alle forze più
reazionarie. Il nuovo governo fu capeggiato dal leader del Partito
popolare Constantinos Tsaldaris, una creatura degli imperialisti
inglesi.
Il governo britannico aveva ripetutamente affermato che avrebbe
ritirato le proprie truppe subito dopo le elezioni; ora però si
rifiutava di mantenere la promessa e inviò al governo degli Stati
Uniti un "memorandum" col quale chiedeva il consenso americano
allŽeffettuazione di un plebiscito a proposito del rientro del re in
Grecia, ritorno previsto per il 1948 e che i britannici invece
premevano perché avvenisse al più presto.
Il plebiscito fu effettuato il 1° settembre 1946 alla fine di una
furiosa campagna sciovinista organizzata dai circoli dirigenti e
"rafforzata" con provocazioni ai confini tra la Grecia e la
Bulgaria,
la Jugoslavia e lŽAlbania. Scopo di queste provocazioni era quello di
distrarre la popolazione dai gravi problemi economici e politici
allŽinterno del paese. Queste provocazioni prefiguravano inoltre i
progetti annessionisti della reazione greca nei confronti delle
democrazie popolari confinanti.
I risultati del plebiscito furono falsificati (70 per cento alla
monarchia, 30 per cento per la repubblica).
Il re Giorgio II arrivò ad Atene il 27 ottobre 1946 sotto la
protezione dellŽaviazione anglo-americana. In seguito a trattative
segrete tra Giorgio II, Tsaldaris e gli ambasciatori britannico e
americano, la partenza delle truppe britanniche dalla Grecia fu
rimandata "sine die".
In queste condizioni cominciò a intensificarsi la resistenza popolare
alle forze della reazione.
Nel giugno 1945 il Comitato centrale del Partito comunista greco aveva
invitato i comunisti a organizzare gruppi di autodifesa contro le
bande monarchiche. Intanto sui monti si andavano concentrando i
democratici sfuggiti alle spedizioni punitive.
Nelle province più colpite dal terrore si formarono reparti partigiani
che il 26 ottobre 1946 si unificarono nellŽEsercito Democratico Greco
[DSE n.d.r] guidato da Markos Vafiadis, ex vice-comandante del
raggruppamento di Macedonia dellŽELAS. In novembre lŽesercito
democratico conseguì sulle truppe governative numerose vittorie che il
governo greco utilizzò per appellarsi al Consiglio di Sicurezza
dellŽONU.
La reazione greca e mondiale fece molto rumore a proposito della
"minaccia da nord" accusò i paesi di democrazia popolare di
interferenza negli affari interni della Grecia. Si trattò di una
manovra propagandistica nello spirito della "guerra fredda"
scatenata
proprio in quei mesi dai circoli imperialisti contro lŽURSS e gli
altri paesi che avevano imboccato la via del socialismo.
Né il governo greco né i suoi protettori occidentali riuscirono a
dimostrare lŽesistenza di una "minaccia da nord" per la Grecia.
La bancarotta politica del governo sia in politica estera (le pretese
sullŽAlbania meridionale e su parte del territorio bulgaro non
trovarono alcun appoggio) sia in politica interna era ormai evidente.
Il gabinetto Tsaldaris non riuscì dŽaltro canto a stabilizzare la
situazione economica del paese.
Nel dicembre del 1946 la produzione industriale era giunta al 60 per
cento di quella prebellica e quella agricola non superava il 55 per
cento.
La situazione politica continuava a essere molto tesa.
Il 24 gennaio 1947 veniva formato un nuovo gabinetto capeggiato
dallŽaltro leader 347 del partito popolare, Dimitrios Maximos.
La politica sanguinaria di questo governo provocò lŽintervento del
Consiglio di sicurezza dellŽONU che inviò in Grecia una Commissione di
inchiesta perché si ponesse fine alle fucilazioni di persone che
avevano partecipato in qualità di testimoni ai processi contro i
seguaci dellŽEAM.
In febbraio, la commissione del Consiglio di sicurezza ascoltò le
comunicazioni dei rappresentanti del Comitato centrale dellŽEAM, della
Confederazione generale del lavoro, dei partiti di sinistra e
centristi i quali confermarono che la situazione politica in Grecia
era il risultato delle interferenze della Gran Bretagna e della
violazione da parte delle destre degli accordi di Varkiza.
Queste dichiarazioni suscitarono notevole preoccupazione a Londra. Il
governo britannico chiese aiuto a quello statunitense.
La "dottrina Truman" fu il risultato dellŽaccordo tra Gran
Bretagna e
Stati Uniti a spese dei popoli della Grecia e della Turchia.
Sulla base di questa a dottrina gli americani concentrarono nelle
proprie mani tutto il controllo sulla vita politica ed economica della
Grecia e la direzione delle operazioni militari contro lŽesercito
democratico.
Ottenuto un appoggio materiale e morale esplicito, i circoli
monarchici reazionari capeggiati dal re Paolo, che era succeduto a
Giorgio II alla morte di questi, intrapresero una nuova offensiva
contro le forze democratiche e una nuova campagna ostile nei confronti
dellŽUnione Sovietica e dei paesi di democrazia popolare.
Gli organi del governo sollecitavano gli estremisti invitandoli alla
"campagna contro il nord".
Le cose arrivarono al punto da costringere lŽUnione Sovietica a
ritirare, il 6 aprile 1947, tutto il personale dellŽambasciata di
Atene e lo stesso ambasciatore.
Nel 1947 fu dato inizio a una grossa operazione militare contro
lŽesercito democratico per la quale furono concentrati nella Grecia
centrale 60 mila soldati e ufficiali dotati di carri armati, aerei,
mortai e artiglierie.
Le forze dellŽesercito democratico in quel periodo non superavano le
15 mila unità e nella regione erano 10 mila. Nonostante la chiara
superiorità di forze la prima e la seconda fase della spedizione
punitiva, nellŽaprile e in maggio del 1947, si conclusero con un
insuccesso.
LŽesercito democratico riuscì a portare alcuni colpi decisi sia in
Rumelia che nella Macedonia occidentale.
LŽoperazione delle truppe governative nella regione dei monti Grammos
(giugnoluglio 1947), dovŽera dislocata la base più importante
dellŽesercito democratico, finì anchŽessa con un insuccesso.
Il governo, nel tentativo di salvare il proprio "prestigio" agli
occhi
dei propri seguaci e dei protettori americani, dichiarò che alle
azioni dei partigiani aveva preso parte una "brigata
internazionale" e
indirizzò una protesta al Consiglio di sicurezza nella quale affermava
che in Grecia erano penetrate consistenti forze straniere.
Questo falso tuttavia fu smascherato.
Il fallimento della spedizione punitiva seppellì anche il compromesso
governo Maximos.
Il 7 settembre nasceva un governo di coalizione sostenuto dal partito
liberale e dal partito popolare.
Alla fine del 1947 questo governo approvava una serie di leggi che
vietavano lŽattività del Partito comunista greco e dellŽEAM.
Su Consiglio degli americani circa 800 mila contadini greci furono
allontanati dalle loro terre; intorno alle zone dŽoperazioni
dellŽesercito democratico furono create immense "aree morte".
Il comando dellŽesercito democratico oltre alle organizzazioni di
difesa cominciò a creare organi di governo popolare nelle regioni
liberate. Questi organi procedettero alle elezioni dei comitati
popolari; le terre dei grossi proprietari furono assegnate ai
contadini poveri.
Il 23 dicembre 1947 fu creato il governo provvisorio democratico greco
composto in gran parte da comunisti. Fu nominato primo ministro il
generale Markos Vafiadis, comandante in capo dellŽesercito democratico.
Nella primavera del 1948 lŽesercito del re, con la diretta
partecipazione di gruppi di consiglieri militari americani, lanciò una
grossa operazione offensiva contro le regioni liberate controllate
dallŽesercito democratico. Anche questa offensiva fu bloccata dai
reparti partigiani che riuscirono a portare i loro attacchi alle
spalle delle truppe governative e nelle regioni vicine.
Il governo, inasprito dagli insuccessi militari, diede inizio alle
esecuzioni in massa di prigionieri politici. Ad Atene e al Pireo fu
imposta la legge marziale.
Il 16 giugno 1948 ebbe inizio una nuova offensiva delle truppe
governative.
In quel periodo affluirono in Grecia dagli USA 210 mila tonnellate di
armi e munizioni.
Il governo di Atene ricevette carri armati, aerei, artiglierie, 5.800
mitragliatrici, 1.920 mortai, 70 mila fucili, 3.250 stazioni radio,
6.700 automezzi, eccetera.
LŽesercito democratico nella regione dei Grammos disponeva soltanto di
11 mila uomini, dotati quasi esclusivamente di armi leggere.
Ci furono scontri cruenti su tutto il fronte. La situazione per
lŽesercito democratico si fece difficile e il territorio da esso
controllato si ridusse notevolmente.
La notte del 21 agosto 1948 le unita più importanti dellŽesercito
democratico si aprirono una breccia e riuscirono a sfuggire
allŽaccerchiamento nella regione di Vitsi-Grammos.. A Creta le forze
partigiane furono annientate nel luglio 1948. Nella regione centrale
del Peloponneso i reparti dell'Esercito democratico respinsero gli
attacchi delle forze governative fino al 20 gennaio del 1949.
Forze ancora capaci di combattere dell'esercito democratico si erano
concentrate nella regione di Vitsi-Grammos, circondata dal nemico.
LŽesercito democratico non aveva modo di ottenere rinforzi. In questa
regione il numero dei combattenti non superava le 20 mila unita.
NellŽestate del 1949 le truppe governative concentrarono il grosso
delle loro forze contro la regione di dislocazione dellŽesercito
democratico. A metà agosto occuparono Vitsi dopo feroci combattimenti.
Gli ultimi scontri avvennero nella regione dei monti Grammos il 28-30
agosto 1949. Le forze dellŽesercito democratico furono costretta ad
abbandonare il territorio greco.
Il movimento di liberazione nazionale in Grecia era stato sconfitto.
LŽimperialismo internazionale e reazione greca soffocarono nel sangue
le conquiste del popolo greco.
La Grecia fu trasformata in una roccaforte della reazione imperialista
nellŽEuropa sud-orientale.
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