Archivio storico"Benedetto Petrone"
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16-17 novembre 1940,15 febbraio 1941, bombe
su Brindisi!
La cronaca dei
primi due bombardamenti inglesi , del
giornalista americano, che in seguito inventò i Talk Show.
La lezione della STORIA ai Nazifascismi di Antonio Camuso All’alba del 28 ottobre 1940, Mussolini, ordinava l’invasione della piccola e neutrale Grecia e il suo slogan “Romperemo le reni alla Grecia!” raggiunse tramite la radio di regime, l’EIAR, tutti gli italiani. Purtroppo quei sogni di gloria s’infransero sulle montagne dell’Epiro, dove i Greci, degni figli di Leonida e delle Termopili, ricacciarono indietro il potente esercito italiano e, la stessa Brindisi, importante snodo logistico del fronte greco-albanese, divenne “obiettivo legittimo” per i bombardieri della Royal Air Force (RAF) inglese, accorsi in aiuto dei greci.
Per
i nostri concittadini furono notti insonni al suono delle sirene
d’allarme, la corsa ai rifugi antiaerei e la conta dei primi danni, sino
al tragico bombardamento dell’8 novembre 1941. Di quest’ultimo molto è
stato scritto mentre ben poco si conosce delle prime incursioni sulla
“virgin Brindisi” (la vergine Brindisi) decise dagli inglesi più per
motivi propagandistici e psicologici che di reale efficacia, vista
l’esiguità delle forze impiegate, ma che scossero le monolitiche certezze
dei brindisini sulla capacità del regime fascista di proteggerli dalla
reazione di chi era stato vilmente aggredito.
Grazie al fortunato ritrovamento in Rete di due
cronache di guerra dell’epoca, possiamo
scoprire
aspetti inediti e addirittura sconcertanti delle prime incursioni su
Brindisi. Bombardati dal re
degli anchor man
Bombs Over Brindisi
(Bombe su Brindisi) e
J bombed Brindisi (Io ho
bombardato Brindisi), sono due articoli firmati dal giornalista americano
Martin Agronsky apparsi su due giornali australiani nel 1941. Essi
descrivono in maniera particolareggiata, le prime due missioni di
bombardamento sulla nostra città e le sensazioni personali di un
corrispondente di guerra, di un paese neutrale, gli USA, che, grazie a uno
speciale permesso potè imbarcarsi sui bombardieri dalla RAF, descrivendone
le azioni, ma correndo il rischio, se abbattuto e catturato, essendo
ebreo, di esser consegnato ai tedeschi e inviato ad Auschwitz.
Straordinarie e rischiose corrispondenze che resero famoso Martin Agronsky e conteso dai maggiori network americani radiofonici. Con l’avvento della TV, Agronsky fu l’inventore dei moderni Talk show e padre putativo per tutti gli anchor man, grazie al programma Agronsky and Company che per decenni impazzò sulla WTOP-TV. Non ci fu uomo politico americano che potè rifiutare di essere sottoposto al suo caustico e ironico fuoco di fila di domande imbarazzanti, dal Vietnam, al Watergate.
Ancora più sconcertante è scoprire, leggendo tra le righe quelle corripondenze che, forse grazie alla presenza di quel giornalista sui bombardieri inglesi, i
brindisini, furono momentaneamente graziati da bombardamenti
indiscriminati.
Nel
primo articolo
Bombs over Brindisi,
apparso sull’australiano
The Barrier Miner, del 5 febbraio 1941, è
descritta la missione di quattro bombardieri Wellington del 70esimo
Squadron RAF sulla “virgin Brindisi”, che sino allora non aveva subìto lo
stupro della guerra aerea. Fa venire i brividi sapere che quel
bombardamento avvenne nella notte di plenilunio tra il 16 e il 17 novembre
1940, il giorno dopo il disastroso bombardamento tedesco sulla città
inglese di Coventry e le sue oltre mille vittime civili
-”… mentre appariva la costa
brindisina, il radioperatore con funzioni di navigatore riferiva a tutto
noi dell’equipaggio, attraverso l’interfono, ciò che ascoltava per radio
sulla strage di civili inglesi di Coventry …“- e si può immaginare
come forte, tra quegli uomini, fosse la voglia di rispondere con la stessa
ferocia sulla pressocchè indifesa popolazione brindisina. Fortunatamente
l’esigenza propagandistica di dimostrare al mondo, attraverso la cronaca
di un giornalista neutrale, Martin Agronsky, che gli inglesi non si
macchiavano di simili delitti, risparmiò ai brindisini una tragica
ritorsione e quella notte i bombardieri Wellington, scesero al disotto
della quota di sicurezza più volte per inquadrare accuratamente i
bersagli: la stazione ferroviaria e i depositi di carburante per i tank,
sfidando l’antiaerea scatenata.
Agronsky:-“…that
it was the chief's aeroplane, blown upwards by anti-aircraft fire below
the clouds. We reverted to the target at a lower level. The fire below was
spreading. The ground defense spread thickly over four square miles, but
we flew over Brindisi five times to make sure of the target, especially
after hearing about the 1000 casualties at Coventry.”
Nella seconda corrispondenza J bombed Brindisi, sul “The western mail “ di Perth del 20 febbraio 1941, per ovvi motivi di segreto militare, Martin Agronsky affermò di esser partito dal Medioriente per giungere su Brindisi in un'altra notte di plenilunio, quella tra il 15 e il 16 febbraio del 1941, ma oggi sappiamo che quei quattro bimotori Welligton del 37 squadrone RAF partirono dalla base di Menidi nella Grecia meridionale per colpire l’aeroporto e l’idroscalo di Brindisi, da dove decollavano gli aerei militari e da trasporto truppe verso il fronte greco dopo la vigorosa controffensiva dell'esercito ellenico nell'inverno 1940-41.
L’inferno dell’antiaerea
che difendeva gli obiettivi militari
di Brindisi, avrebbe potuto
giustificare il rilascio delle bombe su aree della città meno difese ma,
ancora una volta, per noi brindisini fu salutare la presenza di Martin
Agronsky e i piloti inglesi, fedeli alla consegna di evitare vittime
civili, più volte sorvolarono l’obiettivo prima di sganciare il loro
carico mortale,
pagando anch’essi un grave scotto.
Il
rapporto a
posteriori della RAF, su quella missione,
parlò
sì, di aerei
da trasporto in fiamme sull’aeroporto di
Brindisi e gravi danni all’idroscalo, ma
ammise
l’abbattimento del bimotore
Welligton
T2822, che per ovvi motivi di censura non apparve nella cronaca di
Agronsky.
Purtroppo in un’altra notte di plenilunio, l'anno dopo, l’8 novembre
1941, sullo squadrone di bombardieri che apparve sulla città, non vi era
la presenza di nessun giornalista neutrale a bordo che impedisse il
massacro di civili conseguenti a un bombardamento indiscriminato.
Affinchè le future generazioni, siano
risparmiate da questi orrori occorre che insegnamo ai nostri giovani il
rifiuto dell’estremismo nazionalista e la fraternità tra i popoli,
costruendo ponti di pace
e aborrendo la guerra, come
insegna
la nostra Costituzione, frutto della guerra di Liberazione al
Nazifascismo. Antonio
Camuso, Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi, 15 febbraio 2019
versione rivista e corretta il 27 gennaio 2021, giornata della Memoria pubblicato anche su |
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