Archivio storico"Benedetto Petrone"
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L’alunno P.Raffaele non ha ritirato la pagella perché emigrato in America
Ovvero
Bagnoli Irpino, 90 anni fa , terra di bambini migranti e di infanzia
negata.
Abstract di un saggio di analisi sulla scolarità in età infantile di
Bagnoli Irpino durante il “ventennio”
a cura di Antonio Camuso
(Archivio Storico Benedetto Petrone- Brindisi)
(articolo pubblicato sul giornale fuori dalla Rete- Bagnoli irpino ,
n1/2018)
La scoperta di una pagella di 90 anni fa all’interno di un vecchio registro scolastico delle scuole elementari di Bagnoli Irpino, (un paese vicino a Montella, da cui è originaria la mia famiglia paterna ) e memore dei racconti di mio padre sulla sua esperienza scolastica negli stessi anni, mi ha spinto ad approfondire le mie conoscenze sugli aspetti della scolarità infantile , nei paesi dell’irpinia, in quel periodo. Pagine polverose e ingiallite di vecchi registri scolastici ma fonte ancor oggi di insegnamento e riflessione su quanto fosse difficile per i nostri padri e nonni, specialmente se di umile condizione, poter conseguire nei paesi sperduti del Meridione un titolo di studio che oggi si regala a chiunque: la licenza elementare. Tante sono le cose che apprendiamo rileggendo ad esempio il “Diario dell’anno scolastico 1927-1928, della classe mista di prima elementare” diretta dalla signorina Maria Balsamo,(nata a Mazara del Vallo e migrante economica anche lei ), presso le scuole elementari del Comune di Bagnoli Irpino, Accanto ad asettiche cifre, su numero di alunni, bocciati e promossi, ecc, emozionante è la lettura delle annotazioni delle insegnanti, spesso accompagnate da confessioni che sembrano nascere da pagine del libro Cuore , altre invece emerse dalle pagine di un libro che ha contribuito a creare coscienza ed impegno nella mia generazione:” Lettera ad una professoressa” di Don Milani, scritte in quel di Barbiana, anch’esso uno sperduto paesino dell’Appennino Tosco-emiliano, all’inizio degli anni 60, dove l’estrema indigenza delle famiglie condannava i bambini all’abbandono scolastico o al semianalfabetismo. Una condanna contrastata dall’impegno e dai sacrifici delle e degli insegnanti delle scuole elementari bagnolesi, come traspare dalle note lasciate su quei vecchi e polverosi registri, che abbiamo potuto consultare, con non poche sorprese. Scopriamo così che, tra il personale insegnante delle scuole elementari di Bagnoli, prevalente era la presenza femminile, rappresentata da maestre, una novità in quell’Italia a conduzione patriarcale che non consentiva alle donne il diritto di voto, ma pur affidava loro il compito di istruire e creare una nuova generazione di italiani, al passo coi tempi moderni. Gran parte di queste tutrici dell’infanzia bagnolese erano donne giovanissime che avevano conseguito l’abilitazione all’insegnamento all’età di 19 anni , e che per emanciparsi e rendere proficuo il titolo di studio conseguito, furono disposte ad emigrare trasferendosi lontano da casa, affetti, amori, con spirito di sacrificio, ma con tanto entusiasmo, consapevoli dell’incarico a loro affidato ed orgogliose di questo. Queste maestrine , come affiora nelle note di quei diari, erano percepite, in particolare dalle alunne di sesso femminile, quasi fossero Dee da adorare e il ricevere una carezza affettuosa per un compito ben fatto le faceva andare in Paradiso. “Le mie bambine”il termine col quale sono descritte le proprie alunne dalle insegnanti, ed in ogni pagina traspare un forte amore materno, anche tra le maestre più severe che rinviavano a casa le alunne la cui cura del corpo e dell’abbigliamento “lasciava a desiderare” richiamando a muso duro quelle madri che sembravano curarsi poco delle proprie figlie. La
battaglia quotidiana contro l’analfabetismo e una società contadina
patriarcale. Lo sfogo della maggior parte delle insegnanti riportato tra le note di quei diarii, era il dover combattere quotidianamente, affrontando una impresa da Sisifo con padri- padroni che ritenevano i loro figli/e proprietà esclusiva e buoni solo come braccia e gambe da utilizzare per lavorare nei campi o ad accompagnarli nella transumanza di greggi di pecore, capre o mandrie di mucche da latte. Identica impresa, al limite dell’impossibile, contro altrettante madri ”distratte”, troppo impegnate nella lotta quotidiana dello sfamare ed accudire greggi di figli sfornati in quantità industriale, benedetti dalla Chiesa e dal fascismo come dono di Dio e fonte di grandezza per la Patria.
Fanciulli bagnolesi
migranti
dall’infanzia negata:la Pagella mai
ritirata “L’alunno P Raffaele, ha conseguito il voto di lodevole ( l’equivalente del 10 di oggi)in tutte le materie, nel primo e nel secondo trimestre, con sole 6 assenze. Nel terzo trimestre risulta assente e la pagella non ritirata perché emigrato in America in data 2 maggio. Firmato : Regio Direttore C.Del Vecchio, data e timbro: 28 giugno 1928, VI E.F.”
Purtroppo il piccolo Raffaele , al quale auguriamo che abbia fatto fortuna in America, non è il solo tra i bambini di quella classe a dover sperimentare i traumi del distacco dal proprio paese, gli affetti, i compagni di scuola e la maestra. Accanto a Raffaele vi sono altri bambini migranti a cui non è concesso di raggiungere l’America, ma bensì costretti a seguire padri e fratelli sui tratturi della transumanza. E’ anche questo che scopriamo in questo vecchio diario scolastico: una realtà dura e dimenticata ma che sarebbe utile non perderne la memoria e che potrebbe servire a tutti noi a vedere con occhi diversi, e con cuore e mente più aperti, quando ci si ritrova dinanzi ai disperati/migranti che ogni giorno affrontano la traversata del Mediterraneo ricercando una vita migliore, “L’alunno T. Carmine figlio di Domenico, la cui condizione è pastore, è emigrato per Terra di Lavoro il 19 dicembre 1927, ritorna a scuola il 14 aprile 1928. Durante l’assenza non ha frequentato nessuna scuola, Escluso dalla sessione di esami per le troppe assenze e bocciato per rendimento insufficiente...” Leggere note simili per circa una decina di ragazzi, fa comprendere come l’aver un padre pastore/allevatore fosse l’equivalente di una condanna quasi certa all’analfabetismo. Un riscontro ulteriore a ciò che mi raccontava mia nonna Angiulina Carbone, figlia di allevatori di mucche e che si riteneva fortunatata di aver frequentato la seconda elementare prima di esser destinata a far da vivandiera a padre e fratelli sui sentieri della transumanza.
IL Diario scolastico
“ …Scuole
elementari del comune di Bagnoli
Irpino .Circoscrizione scolastica
Avellino,
Direzione didattica Montella con
Direttore il prof Del Vecchio. Anno scolastico 1927-28
Classe 1° mista situata a Piazza San Rocco,
diretta dall’insegnante signorina Maria Balsamo, nata a Mazara del Vallo (
Trapani) il 18 novembre 1902, fornita dal diploma di abilitazione
all’insegnamento elementare conseguito a Sciacca
( Girgenti), il 28 giugno 1921, con 7
anni di servizio e lo stipendio annuo di
lire 5900. Le
dimensioni dell’aula scolastica: lunghezza metri 7,75; larghezza metri 6,
altezza metri 4,25. Altitudine dal livello dal mare 654 metri
Dati
statistici sugli scolari: frequentanti al 30 aprile in numero di 54.
Presenti agli esami 50
Composizione per sesso: 29 maschi e 25 femmine.
Risultati alla sessione di esami
di giugno: promossi 14 maschi e 14
femmine.
Asssistenza scolastica : sussidiati dal
Patronato ( per le condizioni di estrema povertà delle famiglie) quattro
alunni di cui due maschi e due femmine. Ripetenti :
8 maschi e 7 femmine.
Ripartizione per età: 28 maschi e 24 femmine dall’età tra i 6 e i 9 anni;
1 maschio e due femmine tra i 9 e i 12 anni…”
La
maledizione di avere un padre pastore o mandriano Da altri dati ripotati nelle altre pagine del Diario scopriamo che i padri di ben 26 tra quei 54 alunni dichiaravano di esser contadini e 11 pastori e solo 5 essere dipendenti pubblici o liberi professionisti. Conferma di come Bagnoli vivesse essenzialmente di agricoltura ed allevamento del bestiame, attività nelle quali era coinvolto l’intero nucleo famigliare, bambini in età scolastica compresi, e relative conseguenze come ci mostrano i dati tratti dal confronto tra rendimento scolastico e origine sociale degli alunni: quell’anno su 11 figli di pastori, solo 4 furono promossi e ben 7 bocciati o esclusi dalla sessione di esami per le troppe assenze provocate dal seguire padri e greggi nella migrazione/ transumanza. Una percentuale pari al 35% di promossi e di 65% di bocciati. Percentuali che si ribaltano per i figli di contadini possidenti di piccoli o medi appezzamenti: su 26 presenti, ben 15 furono promossi e 11 bocciati e con 60 % di promozioni e 40 % di bocciat i/esclusi ( praticamente l’opposto dei figli dei pastori). Cifre che confermano quanto già anticipato: esser figli di pastori e vivere da migrante/transumante era l’equivalente di una quasi sicura condanna all’analfabetismo Addirittura applicando la legge delle statistiche ai figli di “ignoto” la percentuale è salomonica con il 50%, segno che l’esser figlio di padre ignoto non fosse pregiudizialmente un handicap. Percentuali di classe invece sono ascrivibili a figli di borghesi, pubblici ufficiali o lavoratori autonomi, dove le promozioni raggiungono il 100%.. Le
bambine? le più brave!!! Ricordando come mia nonna Angiulina Carbone, orgogliosa della sua seconda elementare, affermasse di essere l’unica persona alfabetizzata del suo nucleo famigliare di origine, ho voluto investigare, confrontando il rendimento scolastico degli alunni maschi con quello delle femmine. Ebbene, il risultato parla chiaro: cconfrontando la percentuale dei promossi tra i maschi e femmine di quella classe , furono le donne a primeggiare con un 58% sul meno di 50% dei maschi. Bambine che spesso venivano iscritte alla scuola con anni di ritardo e solo grazie all’intervento di autorità, perché di esse si aveva bisogno nel sostituire a casa le madri, accudendo fratellini e sorelline più piccole mentre entrambi i genitori erano occupati nelle attività agricole e pastorali. Nonostante ciò a collezionare voti rasentanti il massimo, “lodevole”, furono proprio le bambine in numero di 6 mentre a fare il pieno dei voti furono in 3 i maschi, se si esclude il giovane Raffaele emigrato in America. Percentuali che parlano chiaro: il 50 per cento delle fanciulle raggiunse risultati entusiasmanti, mentre solo il 20 percento dei maschi si applicarono con entusiasmo agli studi. ( vedi nota 1 a piè pagina.) Chissà se l’Italia rurale di inizio 900 avesse dato immediata parità alle donne forse, con il loro apporto nella vita sociale, politica e culturale di questo paese, si sarebbero potuti evitare tanti lutti e tragedie e forse con un passato migliore, potremmo affidare il futuro ai nostri figli e alle nostre figlie con più serenità. Con l’augurio che le donne siano sempre più coscienti del loro ruolo, ritenendo di non violare nessuna privacy, visto che di risultati encomiabili parliamo, riportiamo integralmente i nomi delle prime della classe : 1) Nicastro Concetta, figlia di Antonio e di Gatta Lucia, con un pieno di “lodevole”. 2) Patrone Domenica, figlia di Domenico e di Farese Angiolina che, se pur se iscritta con notevole ritardo, termina con la promozione alla seconda elementare con un ottimo pieno di “lodevole e buono”.
Fine prima parte Antonio Camuso Archivio Storico Benedetto Petrone Brindisi 8 gennaio 2018 Pagina rivista corretta e pubblicata su questo sito il 18 agosto 2024
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