archiviobpetrone@libero.it
|
“Avete pagato caro, non avete pagato tutto!”...
A trent’anni dalla cessazione delle pubblicazioni esce <ROSSO> (ed DeriveApprodi) , un libro/cd di tommaso De Lorenzis, Valerio Guizzardi e Massimiliano Mita che ripercorre la storia della più sperimentale ed innovativa rivista dell’Autonomia Operaia ( dall’inserto Alias del Manifesto gennaio/febbraio 2008)
Per presentarvi e consigliare l’acquisto di questo “prodotto editoriale” sulla rivisitazione degli anni 70 ed in particolare del 77 , riportiamo di seguito parti del contributo di Toni Negri all’edizione di questo libro , apparso sul su citato Alias del mese scorso:
“-...ottimo il racconto fatto da introduttori e curatori di questa edizione di ROSSO: mostra l’intensità, l’intelligenza e l’efficacia del lavoro della “con-ricerca” ( con proletari, donne o uomini che fossero, e su se stessi) che i gruppi veneti, milanesi, bolognesi, fiorentini di POTERE OPERAIO e i milanesi e baggiani del gruppo Gramsci che si incontrarono e misero insieme esperienze, case, sedi, le vite stesse...
A Milano, provenendo da Porto Marghera ricominciammo e fu un’esperienza entusiasmante...
...fummo soli ( guardati con sospetto e d invidia dai gruppi tradizionali) Quanto fu entusiasmante e costruttivo. E finimmo tutti in galera o in esilio
Non ce n’è uno che scriveva su Rosso che si salvò.
Non fu una favola, ma un’avventura geniale. Pericolosa sì, eroica, no; costituente: val la pena di porre il problema.
La vissero personaggi di cui si è perso lo stampino: Pancho, Francone Tommei, Serafini (Roberto), Valli, Gar, Coz, ...
Rendetemeli e rovescerò il mondo!
Potrebbe dire chiunque l’ha conosciuti!
Fu uno spettacolo strano – sopratutto se non si dimentica che Rosso fu una realtà provinciale: Varese, e Mestre le maggiori, ma i più che vi militavano provenivano dai villaggi della Brianza o della Bassaveneta e (che fecero tremare la Metropoli...NdR)
Quella che intuivamo ieri è il problema di oggi: la ricomposizione e trasformazione di classe e del lavoro e della dimensione sociale di questo rapporto. Ci trovammo a vivere in un’ondulazione non ideologica tra consenso e forza, tra un consenso che costruivamo e una forza che esercitavamo
E’ questa ondulazione che ci ha impedito di incorporare la nuova realtà e sbattemmo la testa tra Scilla e Cardiddi perchè è fuor di dubbio nell’ultima fase dell’esperienza di Rosso , il consenso era per la FORZA. ( si riferisce alla prevalenza in gran parte dei movimenti che si ispiravano a rosso dell’ipotesi militarista altalenante tra “guerriglia diffusa o scontro di piazza armato”,,, NdR)
Ne fummo costretti dopo Parco Lambro 76 e il 77.
Fallimmo. Fu un pesante fallimento , ma avremmo lo stesso fallito se avessimo rinunciato all’uso della forza e al richiamo dell’urgenza del Partito in favore del consenso. Molti di noi tentarono quest’ultima ipotesi, forse avrebbe impedito a tanti il carcere o l’l’esilio e sabbero rimasti fuori...ma c’era ancora un fuori?
Do you rimember Revolution?
Avrei inserito nel CD quell’inserto finale che più spiega cosa avvenne di Rosso....Il ricordo di un’esperienza con una grande intuizione di un mondo a venire...di una nuova trama di pensiero e di azione che oggi trova intera la sua attualità....una novità che va oltre l’operaismo, che ne verifica una sortita che è anche di esodo, nuovo successo dentro l’intelligenza del XXI secolo
Come redazione non abbiamo nientaltro d’aggiungere fuorchè avremmo preferito una parte più consistente nella versione cartacea di questo lavoro ed una scannerizzazione dei numeri di Rosso con un ritocco che ne rinfrescasse i colori ed il contrasto per una migliore lettera ed usufruibilità.
E’ comunque una raccolta unica, una vera leccornia per gli appassionati della ricerca su quegli anni formidabili e terribili
La redazione dell’Archivio Storico Benedetto Petrone.