INCHIESTE 1978/9
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16 MARZO 1978
La netta condanna di Rosso, la rivista dell'Autonomia Operaia, del rapimento di
ALDO MORO e della strage di via Fani!
Di avventurismo bieco vengono tacciate le BR e la loro direzione strategica, dal giornale più emblematico dell’Autonomia Operaia, il periodico ROSSO
Le parole sono esplicite e pesanti quanto il piombo di quei proiettili sparati a via Fani:
“- ricambieremo alle Brigate Rosse lo stesso cinismo col quale loro hanno rivolto verso tutto il movimento proletario. Tra noi e voi d’ora in poi ci sarà un abisso incolmabile.
RIPORTIAMO FEDELMENTE IL TESTO APPARSO SU ROSSO N27-28DELL' APRILE 1978
Sia ben chiaro, non hanno nulla
a che fare
con
l'Autonomia.
Non è nè più alto nè più basso: davvero, il rapimento Moro non ha nulla a che
fare con l’Autonomia.
Gli
opportunisti aggiungono: nè con le BR nè con lo Stato. Bravo chi ci capisce.
Per noi il problema è quello di essere contro lo
Stato in maniera diversa, radicalmente di-
versa dalle BR. Il nostro problema non è quello di
essere contro le BR ma quello di vincere sul terreno della sfida che esse hanno
gettato contro il movimento. Sia chiaro: il cinismo che le BR hanno sempre
dimostrato nei confronti del movimento noi, d'ora in poi, lo ricambiamo nei loro
confronti.
Hanno
aiutato il potere a gettare in galera decine di nostri compagni: sia chiaro, per
quanto ci riguarda non possiamo, a questo punto, che determinare il vuoto
politico attorno alle BR.
La loro linea politica è abissalmente errata. Quanto
sta avvenendo è "avventuristico": le BRsparanoma non
hanno una lontana idea del progetto
rivoluzionario che è percorribile dalle masse. Quanto all’opinione che le BR
hanno del movimento, è puro "spontanei-
smo": compagni rivoltatevi! Che miseria di progetto e
di pratica di massa.
Noi siamo disposti all'autocritica: avevamo
sottovalutato l'efficacia di una variabile impazzita — le BR — nella lotta
operaia contro lo Stato. Avevamo
creduto che la linea corretta e vincente fosse quella
di attirare lo Stato sul nostro terreno, sul terreno della lotta di classe e
della lotta proletaria, piuttosto
che quello di farci attirare su quello che le BR oggi
ci impongono: il terreno della "autonomia del politico ". Crediamo ancora che la
linea giusta e vincente sia quella dell'autonomia di massa. Se la variabile
impazzita delle BR ci ha imposto un innalzamento politico del tiro, bene,
dimostreremo di saper tenere questo nuovo terreno e di saper eliminare con forme
nuove di lotta, tutte quelle forze
che hanno interiorizzato lo scontro con lo Stato fino
a ripeterne la vacua identità. Non accettiamo in nessun caso la parodia della
repressione dello Stato nella forma dell Anti-Stato:lottiamo per la distruzione
del lavoro e dello Stato.
In questi ultimi giorni abbiamo avuto la sorpresa di
trovarci di fronte ad una manovra di trasformismo ideologico senza pari: tra il
primo e il quarto comunicato le BR sono passate dai salmi
terzinternazionalistici contro l'imperialismo alla teoria dei bisogni
dell'operaio sociale.
Quale salto mortale, in poche settimane! Siamo ovviamente contenti che questa
folgorazione sia intervenuta: ci permettiamo di sospettare che la trasformazione
non sia del tutto lineare.
Per noi agire nell'autonomia significa sì sviluppare
contropotere: ma significa anche rifiutare radicalmente ed irreversibilmente
ogni presunzione di rappre-
sentanza, di delega, di partito.
"Agire da partito" non può essere rifugiarsi nella clandestinità, nella
minoranza, nell'esemplarità. L'Autonomia è nata e si è sviluppata contro queste
distorsioni della teoria e della pratica del movimento. La violenza, che ha
sempre costituito la nostra pratica e la continuità della nostra vita, non può
essere schiacciata sul livello dell'astratto furore individuale: non può
esistere e legittimarsi che dentro il rapporto dialettico di massa e dentro un
esplicito progetto politico dì massa. Portato avanti, sostenuto, difeso dalla
forza dell'organizzazione operaia e proletaria.
Non osate sorridere imputandoci opportunismo: come
ben sapete, e come le statistiche dimostrano, nessun compagno dell'autonomia
teme di confrontarsi con voi, quale che sia il terreno del confronto. Salvo che
non prediligiamo nè semplicemente accettiamo come significativo il terreno sul
quale la forza esemplare dei vostri atti semplicemente si sviluppa. Il ter-
reno della politica. No, dagli anni cinquanta son
passati venti lunghi inverni e venti brevi primavere sufficienti a dimostrare
che la classe operaia ed il proletariato quella vostra politica la rifiutano.
Comunque, sia chiaro, non possiamo non riconoscere
che la
vostra
iniziativa ha cambiato tutte le carte in tavola. La nostra autocritica sappiamo
farla. Ma sullo stesso terreno dell'autocritica sappiate che ogni ultimo residuo
rapporto è caduto. L'azione militare di massa, l’azione partigiana d'attacco sta
crescendo su tutto il fronte dell'autonomia. Garanzia della sua potenza e della
sua espansività e l'abbandono, il rigetto di tutte le esperienze clandestine,
militaristiche, esemplaristiche. L'offensiva la vittoria proletarie — ed
anche la vostra liberazione -possono solo essere
frutto dell'azione di massa dell autonomia operaia e ' proletaria.
La liberazione di tutti i rivoluzionari è il nostro fondamentale obiettivo!
–
LA REDAZIONE DELL’ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE.
BRINDISI 16 MARZO 2022…