ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE |
IL 77 A BARI E BENEDETTO PETRONE |
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riportiamo la testimonianza di Nicola Latorre sulle reazioni della città all'assassinio di Benedetto
-trattasi di stralcio dell'apporto di Nicola Latorre nella stesura collettiva del libro GLI AUTONOMI
L'assassinio di Benedetto fa implodere qualsiasi equilibrio in quella Bari delle due città:una, espressione della borghesia bottegaia,reazionaria e perbenista,l'altra dall'anima popolare,democratica ed antifascista. La notte stessa del 28 più di mille compagni ed antifascisti riempiranno fino all'alba la piazza della Prefettura. Ci si organizza in gruppi tra i collettivi e LC. Decine di molotov vengono lanciate contro la Federazione del MSI,da cui è partita la squadraccia. Vengono bruciati alcuni negozi e bar di proprietà di fascisti .Per la mattina seguente,il Pci indice solo una manifestazione con comizio in piazza Prefettura. La FLM,nonostante il parere non favorevole della CGIL,indice lo sciopero per quattro ore. In più di un migliaio di compagni,il Movimento decide di chiudere dal basso il covo fascista della Passaquindici. Messa in fuga la polizia,le saracinesche delle sedi del Msi e del FdG vengono divelte,gli archivi saccheggiati,i locali incendiati. All'ingresso in Piazza Prefettura troviamo trentamila persone: lunghi applausi ci accolgono, la notizia della Passaquindici ci ha preceduti. Ci sono tutti i consigli di fabbrica della zona industriale,migliaia di studenti,tanti nostri compagni arrivati dalla provincia . E poi le facce,tantissime,di dolore e rabbia della gente di Barivecchia. Giancarlo Aresta e Franco Giordano si sgolano dal palco gridando di” non accettare le provocazioni”.Inutilmente. A centinaia,militanti del PCI,operai in tuta blu,giovani compagni si uniranno al nostro tentativo di assalto alla Federazione provinciale del MSI. Questa volta celere e carabinieri reggono l'impatto. I lacrimogeni riempiono l'area,ma la piazza non sbanda,rimane nonostante gli appelli dal palco ad abbandonarla.Un muro umano protegge i compagni che invadono la vicina sede del sindacato fascista CISNAL, la devastano,tirano tutto il mobilio dalle finestre e la incendiano tra gli applausi di migliaia di persone.