OPEN AREA PUGLIANTAGONISTA |
28 MAGGIO 1974...BRESCIA PIAZZA DELLA LOGGIA
Per non dimenticare...
DALL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE
CRONACA DI UNA GIORNATA DI LOTTA ANTIFASCISTA
IL VOLANTINO DELLE SEGRETERIE SINDACALI DI CGIL CISL E UIL DI BRINDISI
CHE PROCLAMA LO SCIOPERO E INDICE LA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA
VOLANTINO UNITARIO DI LOTTA CONTINUA E OC(ML) FRONTE UNITO
DI BRINDISI CHE INVITA ALLO SCIOPERO GENERALE E ALLA MANIFESTAZIONE
Volantino della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM) di Brindisi ciclostilato poche ore dopo la strage
testata ingrandita
volantino
testo
FLM
ASSASSINI!!!
A Brescia la FEDERAZIONE CGIL-CISL-UIL alcuni giorni fa ha indetto una manifestazione ANTIFASCISTA di protesta rispetto le continue provocazioni dei TOPI FASCISTI.
La manifestazione prevedeva lo sciopero generale Provinciale. CORTEI OPERAI, ed in conclusione UN COMIZIO.
durante lo svolgimento del comizio finale alle 10.30 e' esplosa una bomba faScista.:6 LAVORATORI MORTI E 50 LAVORATORI FERITI DI CUI 10 GRAVI
LAVORATORI METALMECCANICI, quanto è accaduto a Brescia colpisce tutti i lavoratori italiani ed in particolare i metalmeccanici, i quali da anni impegnati a tutti i livelli alla realizzazione di una concreta politica antifascista -anticapitalista.
ANCHE A BRINDISI LA F.L.M. PER IL 25 APRILE AVEVA SOLLECITATO TUTTE LE FORZE ANTIFASCISTE A COSTITUIRE UN COMITATO PERMANENTE. SOLLECITAZIONE CADUTA NEL NULLA!
I lavoratori della provincia di Brescia hanno risposto immediatamente all'attentato prolungando lo SCIOPERO IN ATTO ED OCCUPANDO TUTTE LE FABBRICHE CITTADINE.
A Roma la Federazione CGIL -CISL-UIL immediatamente riunitasi ha proclamato per domani
29 MAGGIO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI 4 ORE
In questa nefasta giornata la FEDERAZIONE LAVORATORI METALMECCANICI DI BRINDISI CHIAMA TUTTI I LAVORATORI METALMECCANICI ALLA MOBILITAZIONE GENERALE IN DIFESA DELLE FABBRICHE E DELLE SEDI OPERAIE
Inoltre propone, vista l'attualità, a tutte le forze democratiche la costituzione di un COMITATO ANTIFASCISTA UNITARIO. Comitato in grado di assolvere i compiti di vigilanza, di lotta e di denuncia all'opinione pubblica delle nefandezze dei "BASTARDI-FASCISTI" e DEI LORO MANDANTI
LAVORATORI METALMECCANICI, DOMANI TUTTI DOBBIAMO PARTECIPARE ALLO SCIOPERO INDETTO DALLA FEDERAZIONE CGIL-CISL-UIL, SECONDO LE MODALITA' CHE SARANNO INDICATE CON UN ULTERIORE VOLANTINO ED ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE CITTADINA
TUTTI I LAVORATORI SONO IMPEGNATI AD ISOLARE I TOPI DI FOGNA FASCISTI.
>NESSUNA PIETA'>PER GLI ASSASSINI FASCISTI
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RICEVIAMO E RINGRAZIAMO IL
CIRCOLO DI INIZIATIVA
PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI 15 (QUART. SANT’ANNA dietro la p.zza princ.)
- ITALIA - 21052 – BUSTO ARSIZIO – VA –
e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it
PER AVERCI INVIATO FOTO E DOCUMENTI CHE RIPORTIAMO
QUI
DI SEGUITO
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CONTRO
Stamane [28 maggio 1974] a Brescia i fascisti hanno fatto una strage di operai. In città CGIL-CISL-UIL avevano indetto lo sciopero generale provinciale contro la catena di attentati squadristi a Brescia ed “in difesa della costituzione”. In piazza della Loggia , verso le 10 e 20, era appena iniziato il comizio conclusivo davanti a 3000 lavoratori, mentre vi stavano ancora confluendo 3 cortei di migliaia di operai. Alle 10, 25 è scoppiata una bomba ad orologeria , di alto potenziale. E’ stato un massacro. Abbiamo notizia mentre scriviamo a caldo di 7 morti e di 90 feriti, di cui molti gravissimi. Mentre la polizia ha messo Brescia in stato di assedio , gli operai hanno subito occupato le fabbriche , prolungando lo sciopero fino a mezzanotte. Per domani 29/5 è stato proclamato lo sciopero generale nazionale di 4 ore.
Questa strage è stata premeditata come attacco feroce alla classe operaia. Essa giunge al culmine di una catena di attentati e di aggressioni squadriste.è dall’inizio dell’anno che si registra un crescendo di attentati ai treni, alle sedi sindacali e politiche di sinistra: attentati che solo per caso non hanno causato stragi.
Ecco alcuni episodi delle due ultime settimane. Il 15 maggio scorso 6 operi comunisti vengono aggrediti a Catanzaro e sprangati da squadre fasciste. Il 16/5 una bomba viene fatta esplodere in una fabbrica di San Leo, a Reggio Calabria. Il 18/5 una bomba ad alto potenziale viene scoperta a Milano in un palazzo del centro a ripetere la strage alla questura dell’anno prima. Il 20/5 un noto attivista fascista salta in aria con la moto carica di tritolo, a Brescia.
Finora però, la maggior parte delle azioni fasciste si è svolta nel quadro dei contrasti interni alla borghesia, e solo sporadicamente il terrorismo ha attaccato direttamente la classe operaia in lotta.
La strage di Brescia contro la classe operaia segna dunque un nuovo grado nello sviluppo del terrorismo nero. Segna la reazione aperta dell’ala autoritaria della borghesia. Pronta ormai a qualsiasi crimine contro la classe operaia.
Perché siamo giunti a questo punto? Siamo giunti a questo punto, perché tutti i nodi della situazione economica e politica sono venuti al pettine. I monopoli economici stanno dando un assalto senza precedenti alle condizioni di vita degli operai, per addossare alle masse proletarie il costo della “guerra commerciale” interimperialistica.
I gruppi monopolistici e dietro di essi le diverse frazioni della borghesia perseguono questo obbiettivo battendo due vie diverse. L’ala democratica cercando di far pagare la classe operaia in nome degli interessi nazionali e dell’ordine democratico. L’ala fascista col terrorismo e in nome dello Stato forte.
La situazione è quindi chiara. Tanto i fascisti quanto i democratici mirano ad uno stesso obbiettivo : legare le masse al carro della nazione. Divergono sui metodi da impiegare per raggiungere lo scopo.
Pertanto di fronte all’assalto borghese; di fronte alle stragi fasciste; di fronte a tutto ciò non dobbiamo perderci d’animo; ma trarre spirito di lotta, odio di classe, nuovo slancio rivoluzionario.
Diamo un’immediata risposta al terrorismo fascista, scendendo tutti in sciopero generale organizzando manifestazioni di protesta ovunque è possibile.
Questa grave strage non può passare senza la necessaria, giusta, risposta proletaria.
Più la lotta di classe si acuisce, più diventa chiara la necessità che la classe operaia getti via le illusioni democratiche e pacifiste ed imbracci le armi della lotta proletaria. Il gruppo fascista che ha messo la bomba era stato disciolto legalmente. Questo dimostra che non è la messa fuori legge illusoria, che metterà a tacere i fascisti .
Il fascismo è un metodo di dominazione della borghesia e non si può scacciare che in un solo modo: con la rivoluzione proletaria!
Organizziamoci, dunque, adeguatamente nella lotta al terrorismo fascista. Costituiamo i
Gruppi di autodifesa, costituiamo i comitati proletari antifascisti. Solo organizzandoci in modo adeguato, solo impugnando le armi della lotta di classe possiamo debellare il fascismo e la sua matrice. Altrimenti lasceremo sul terreno altri morti e feriti purtroppo.
CONTRO
COMBATTIAMO LE SQUADRE FASCISTE COI GRUPPI DI AUTODIFESA !!!
PER
Tratto integralmente da: LOTTE OPERAIE murale numero 49 del 28 maggio 1974.
SALITE A 8 LE VITTIME DELLA STRAGE FASCISTA.
I morti della strage di Brescia sono saliti a 8. Col decesso di Vittorio Zambarda, l’edile di 60 anni rimasto gravemente ferito e vecchio militante del PCI.
Dalla feroce strage di Brescia i cosiddetti “socialcomunisti” hanno tratto la lezione che bisogna abbandonare finalmente la teoria degli “opposti estremismi” e che bisogna isolare i fascisti. Qualche frangia di sinistra si spinge più in là fino, cioè a chiedere la messa fuori legge del MSI. Questa è la lezione che hanno tratto e sottolineato alla classe operaia i venditori di fumo “socilcomunisti”. Bisogna prendere atto che questi antifascisti cialtroni hanno, finalmente sconfessato sé stessi, abbandonando quella teoria degli “opposti estremismi” di cui si sono avvalsi vergognosamente per terrorizzare in questi ultimi anni i proletari e cancellare dalla loro testa la necessità dell’uso della violenza di classe. Bisogna prendere atto, in secondo luogo, che questi antifascisti cialtroni sono diventati ancora più cialtroni e vigliacchi di prima, perché di fronte al dilagare della violenza reazionaria non fanno altro che scongiurare, sabotare e condannare la giusta, necessaria, violenza proletaria.
Noi internazionalisti che ci muoviamo sulla linea di classe, che non abbiamo patria o interessi nazionali da salvaguardare, bensì gli interessi delle masse proletarie, diciamo chiaro e tondo che alla violenza fascista non c’è altra risposta che la violenza proletaria.
Diciamo chiaro e tondo che lotta al fascismo significa lotta al capitalismo; lotta all’attuale sistema democratico-parlamentare, che è un sistema sfruttatore e oppressore per l’alternativa incondizionata del potere proletario.
Tratto integralmente da: LOTTE OPERAIE murale numero 50 del 16 giugno1974.
Edizione
a cura di
RIVOLUZIONE COMUNISTA
SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-
e-mail: rivoluzionec@libero.it
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/
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Le vittime:
Livia
Bottardi Milani "32
Clementina
Calzari Trebeschi "31
Euplo
Natali "69
Luigi
Pinto "25
Bartolomeo
Talenti "56
Alberto
Trebeschi "37
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Luogo |
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Data |
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Tipologia |
Esplosione |
Morti |
8 |
Feriti |
94 |
La prima istruttoria della magistratura portò alla condanna nel 1979
di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana. Nel giudizio di secondo
grado, nel 1982, la
sentenza fu annullata e nel 1985
Il 15 maggio 2008 sono stati rinviati a giudizio i sei imputati principali: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi.[1] I rinviati a giudizio Zorzi, Maggi e Tramonte erano all'epoca militanti di spicco di Ordine Nuovo, gruppo neofascista fondato nel 1956 proprio da Pino Rauti e più volte oggetto di indagini (senza successive risultanze processuali) in merito all'organizzazione ed al compimento di attentati e stragi, tanto da portare al suo scioglimento nel 1973 per disposizione del ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani, con l'accusa di ricostituzione del disciolto partito fascista.
Gli altri rinviati a giudizio sono l'ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, all'epoca responsabile del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Brescia, e Giovanni Maifredi, ai tempi collaboratore del ministro degli Interni Dc Paolo Emilio Taviani.[2]
La prima udienza è stata fissata per il 25 novembre 2008