OPEN AREA PUGLIANTAGONISTA |
Un
tipico habitat dell’Africa equatoriale, una folta vegetazione che si stende
per 2000 km2, lambita da un fiume, il Niger,
il cui Delta si dirama in tante braccia portando la vita nelle aree che
incontra.
Questa
è, o meglio sarebbe, la terra del popolo Ogoni nel Sud Est della Nigeria un
territorio pianeggiante, affacciato sull’Oceano Atlantico che i geografi
delimitano fra il 4.05 ed il 4.20, di latitudine, e fra il 7.10 ed 7.30 di
longitudine.
Un
territorio in parte sabbioso sorto, dal progressivo recedere delle acque
dell’Oceano nel periodo miocenico,
che costituisce il sito più favorevole per la crescita delle mangrovie
ed in parte di origine alluvionale, ideale per l’agricoltura.
Il
clima è quello tropicale e varia dai 25 ai
Acqua,
caldo, vegetazione: il classico esempio di regione in cui la biologia e la
storia antica ci insegnano essere favorevole
l’insediamento degli esseri umani e delle popolazioni.
Ed
anche in questa area, compresa nella divisione amministrativa “dello Stato che
attraversa del Fiume”, il River
State le popolazioni si sono insediate ed hanno vissuto in pace nel corso dei
secoli: fra queste gli Ogoni.
CHI SONO GLI OGONI
Gli Ogoni sono un popolo di circa un milione di abitanti che siti sul delta del Niger, una delle aree più popolose dell’Africa, da più di 500 anni.
Vivono di agricoltura e di pesca, sono organizzati in comunità
rurali (close knit) piuttosto chiuse.
La terra degli
Ogoni consiste in sei regni: Babbe, Eleme, Gokana, Ken-Khana, Nyo-Khana, e Tai.
In questo territorio vengono parlate quattro lingue che sono fra loro
comprensibili. I linguisti classificano le lingue del Babbe, Eleme, Gokana,
Ken-kahna come un gruppo distinto appartenenti al ceppo della famiglia New
Beneu-Congo.
Nonostante
l’introduzione del Cristianesimo, molti aspetti della religione e della
cultura indigena Ogoni continuano a permanere. La terra in cui vivono e le acque
che li circondano sono molto importanti per il popolo Ogoni non solo per essere
un’irrinunciabile fonte di cibo, ma rappresentano anche una divinità e per
questo vengono adorate. Questo spiega la ragione per cui il popolo Ogoni ha così
forti difficoltà ad accettare il degrado ambientale dovuto all’inquinamento
causato dal petrolio. I prodotti principali dell’agricoltura Ogoni,
specialmente lo yam, sono onorati con delle feste: basti pensare che la festa
principale del popolo Ogoni si tiene proprio in occasione della raccolta dello
yam. La stagione della semina, inoltre, è un
momento religioso e di forte spiritualità oltre che di straordinaria
identificazione collettiva. Infatti, nella lingua Ogoni, si dice “donu
kuneke” che vuol appunto dire “onore alla terra”.
Originariamente,
ma questa struttura sociale rimane ancore nella cultura Ogoni, si erano
organizzati in una sorta di monarchia timocratica in cui uomini e donne godevano
del loro status per coraggio ed abilità dimostrate. Durante la tratta degli
schiavi la terra degli Ogoni si trovava proprio sulla strada del commercio degli
schiavi lungo le vie che, dall’interno alla costa, portavano ai mercati degli
schiavi. Tuttavia, pare che questa etnia sia stata poco coinvolta dalla tratta.
Ciò può dipendere dal fatto che, tranne che per gli Ibibo, il matrimonio fra
gente di etnia diversa, anche se vicina, era vietato sia dalla tradizione che
dai costumi. In questo modo, durante la tratta degli schiavi, gli Ogoni poterono
avvantaggiarsi di un relativo isolamento che li preservò da questo commercio.
Con
il trattato di Berlino del 1885,
Nel 1958 la
compagnia petrolifera Shell, ha iniziato a prelevare il petrolio dalla terra
degli Ogoni. E’ un processo avviato da decine di multinazionali in tutta
Per gli Ogoni i
costi ambientali e sociali dovuti
alle estrazioni di petrolio sono pesantemente alti.
Nel 1990 gli
Ogoni si sono organizzati nel movimento per la sopravvivenza degli Ogoni: il
presidente era il celebre poeta e scrittore Ken Saro Wiwa, redattore, fra
l’altro della Carta dei Diritti degli Ogoni: The Ogoni Bill of Rights (OBR).
IL MOSOP
Scopo
del MOSOP era il riconoscimento, sia su base nazionale che internazionale, di
diritti sia sul piano ambientale che su quello
sociale ed economico.
Gli
Ogoni ritengono di non essere adeguatamente ricompensati per il prelievo dalla
loro terra di petrolio da parte delle compagnie petrolifere e per i danni
ambientali derivanti da queste attività. Nel 1993 il MOSOP è diventato
membro dell’UNPO.
L’OGONI BILL
OF RIGHTS
Sottolinea la domanda del popolo Ogoni di giustizia ambientale,
economica e sociale, in particolare si sottolinea
come questo popolo si oppone alla formula di spartizione del petrolio, in base
alla quale tutto il potere spetta al governo federale e a quello locale,
lasciando così gli abitanti del territorio senza alcuna ricompensa: ottenendo
solamente i danni ambientali per lo sfruttamento scellerato del territorio.
I
risultati del movimento del popolo Ogoni non sono tardati e nel 1993
Nel Febbraio del
1995, dopo essere stato detenuto per 8 mesi senza nessuna imputazione, Ken Saro
Wiwa è stato condotto con altri Ogoni che erano stati arrestati
contemporaneamente, davanti ad un tribunale speciale istituito appositamente dal
governo militare. Durante la detenzione, agli arrestati vennero vietate le
visite degli avvocati, dei famigliari e furono privati perfino delle cure
mediche. Osservatori internazionali del tutto indipendenti hanno espresso
profonde riserve sulla correttezza di quel processo e delle procedure. Il 31
Ottobre 1995 Ken Saro Wiwa ed altri 8 Ogoni sono stati condannati a morte dal
tribunale speciale con una totale indifferenza rispetto a tutti gli appelli
provenienti dalla comunità internazionale. Ken Saro Wiwa e gli altri 8 Ogoni
sono stati brutalmente impiccati Venerdì 10 Novembre 1995.
Ken Saro Wiwa ha
rivestito un ruolo preminente nell’UNPO.
Nei primi mesi
del 2001 il MOSOP ha partecipato at the Oputa Human Rights Investigation Panel
hearings in Port Harcourt. Il MOSOP
ha chiamato l’esercito nigeriano ad assumersi la responsabilità delle gravi
violazioni dei diritti umani commesse dai suoi ufficiali contro gli Ogoni fra il
1994 ed il 1998. Gli ufficiali più anziani, una volta comparsi di fronte al
tribunale, hanno cercato di minimizzare, in alcuni casi hanno anche negato,
qualsiasi coinvolgimento nei rapimenti, nelle sparatorie, negli assalti e nei
sequestri.
Nel Marzo del
2001
L’accusa fu
anche di avere reclutato la polizia ed i militari per attaccare i villaggi da
cui veniva il movimento dell’opposizione; di essere responsabile del fatto che
gli attivisti fossero stati imprigionati e ripetutamente torturati a causa del
loro ruolo nel movimento di protesta. L’accusa, poi, per
Nel’95, quando
la foto di Ken Saro Wiwa impiccato suscitò indignazione in tutto il mondo,
l’azienda petrolifera si affannò a dire che non c’entrava, che la
repressione di un governo militare non può essere imputato ai loro pozzi, alle
loro pipelines.
GLI
OGONI OGGI:
Le
coltivazioni di Yam e di cassava erano le fonti di sostentamento principali
anche se i proventi per questo tipo di coltivazioni non sono molto alti. Le
coltivazioni Ogoni, fino a poco tempo fa il paniere per tutto il Delta, stanno
conoscendo una brusca riduzione dei prodotti agricoli dovuto sia all’area
sottratta alle coltivazioni in favore dell’industria estrattiva, sia al
conseguente fenomeno delle piogge acide/alcaline. Inoltre, vasti bacini di acqua
dolce e salata dove il pescato aveva dato sempre buoni risultati, sono state
rese inutilizzabili per le fuoriuscite e le dispersione di petrolio.
Il cibo sta
diventando sempre più costoso e mancano risorse da investire in forza lavoro e
nelle sementi.
In Ogoni non vi
sono altre attività manifatturiere in grado di assorbire la disoccupazione che
si viene a creare e questo disagio economico comporta anche gravi conseguenze
per degrado psicologico e sociale.
Ancor
peggio, non esiste nessun progetto del governo in grado di portare una politica
di sviluppo nella terra degli Ogoni. I sostegni sanitari sono pressoché
inesistenti, le classi sono e i laboratori sono vuote, conseguentemente le
scuole cadono a pezzi. Beneficiare di aiuti stranieri è assai difficile
soprattutto perché il governo teme che i finanziamenti siano rivolti al MOSOP
che, come si sa, è fuorilegge e bandito ovunque in Nigeria. L’isolamento
economico degli Ogoni rispecchia, per volontà del governo, anche
quello infrastrutturale: le strade sono maltenute e dissestate per
rendere difficili gli spostamenti.
Questa situazione
di debolezza espone terribilmente gli Ogoni e li mette alla mercè delle più
disparate forme di sciacallaggio. L’ultima di queste riguarda le recenti
elezioni che si sono tenute nel mese di aprile 2007: i candidati che si sono
presentati per farsi eleggere nei vari organi presidenziali e regionali hanno
armato la popolazione affinché fosse in grado
di “sostenere la campagna elettorale”. Il risultato di questa
avveduta scelta è che attualmente nel territorio Ogoni ci sono centinaia di
giovani senza progetti né speranza per il futuro armati fino ai denti, , i
cosiddetti “cultists”, pronti a
seguire qualsiasi chimera in gradi di farli uscire dalla paralisi in cui vivono.
Essi saccheggiano, sparano, si uccidono.
Tra qualche tempo
si dirà che nel Delta del Niger vi sono gruppi etnici in conflitto tra loro e
che per questo lo stato dovrà intervenire, come del resto sta già accadendo,
tra l’altro, con le armi vendute dall’Italia. Scoppierà una nuova crisi
etnica, si giustificherà l’uso della forze e dal Delta si continuera a rubare
legalmente petrolio che inquinerà, devasterà i territori, svilupperà
tumori……..
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