La situazione del Kenya in questo momento è molto
critica. Ci sono scontri nelle maggiori città del Kenya, e il rischio è
che questi scontri già cruenti tra le due tribù si inas priscano. Qui a
Korogocho abbiamo vissuto momenti molto drammatici, la nostra comunità è
situata al centro delle aree dove sono situate le due tribù, l'odio è
fomentato dai fatti e anche da false informazioni, e questo fa partire
attacchi da l'una come dall'altra parte.
Cerco ora di fare una rapida cronologia degli eventi in questi ultimi
giorni.
27-12-07: Giorno delle elezioni tanto atteso. Le elezioni si sono
svolte con ordine e calma.
28-12-07: tutti aspettano la proclamazione del vincitore dopo lo
spoglio dei voti che viene seguito in diretta dalle tv statali e locali
private. Raila sembra essere in testa con circa 1 milione di voti in
più.
L'annuncio dei risultati da parte della commissione elettorale viene
rinviata varie volte e poi annunciata per il giorno seguente.
29-12-07: Già in mattinata la t ensione aumenta in città e poi
scontri si svolgono a Kibera che è la circoscrizione di Raila.
La tensione aumenta man mano che i voti di Kibaki crescono e raggiungono
quelli di Raila per poi superarli nella mattinata successiva. La notte è
turbolenta in varie parti della città, specialmente negli slums. Qui a
Korogocho il bilancio è di 7 morti di etnia Luo tra cui due bambini
30-12-07: si attende l'annuncio della commissione elettorale, ma nel
frattempo si capisce chiaramente che da parte di Kibaki ci sono stati
brogli. Il tutto sembra inverosimile poiché tra i grandi perdenti ci
sono 21 ministri più molti parlamentari fedeli a Kibaki; non è possibile
che i Keniani abbiano votato così maldestramente!! In serata avviene il
giuramento di Kibaki a porte chiuse nella State House alla presenza di
pochi rappresentanti aprendo così una grave crisi politica e sociale per
il paese. Immediatamente dopo l'annuncio del nuovo pr esidente in molte
città come Kisumu, Eldoret e altre le violenze e scontri con la polizia
portano a 124 il numero dei morti in un giorno solo.
31-12-07: alle 6 del mattino I Luo di Korogocho sferrano
un'offensiva verso i Kikuyu, per vendicare i 7 morti. Questo comunque è
il trend di queste ore in tutto il Kenya. Con p. Daniele e altri pastori
della zona cerchiamo di fare una trattativa di pace, poi una processione
pacifica gridando AMANI KWA WOTE WAKENYA (PACE PER TUTTI I KENYANI) e
cercando di dialogare con tutti i gruppi di giovani che si sono armati
di machete e bastoni per difendere e/o attaccare. Attorno a noi
respiriamo rabbia e tensione altissima, mentre il gruppo dei pacifisti
si fa sempre più esiguo comprensibilmente. Ci rendiamo conto che questa
è una guerra tra poveri, che sono strumentalizzati dalla politica che
qui come altrove trae giovamento dalla divisione per imperare meglio,
poi tra questi giovani arrabb iati per i brogli ci sono anche ladri che
traggono vantaggio dalla situazione per rubare e saccheggiare.
Finalmente si raggiunge una tregua che ha come frutto una notte di S.
Silvestro silenziosissima, un silenzio surreale, neanche un grido di
gioia per il 2008 che da i suoi primi vagiti.
Le iniziative di dialogo si tengono un po' dappertutto ma tranne ai
vertici, Kibaki non dice niente, sta zitto, un silenzio colpevole!!!
1-01-08: la tensione è alta, poca gente viene a messa nella chiesa
di St. John dove con p. Daniele celebriamo la messa per il giorno della
Pace, anche per strada c'è poca gente. Si comincia ad avvertire la
mancanza di viveri, i negozi sono chiusi per paura o perché
saccheggiati; le donne per strada non siedono davanti alle loro solite
pentole di fagioli e mais (Githeri) o pesce fritto. La situazione si fa
confusa perché ci sono spauracchi e voci distorte di attacchi da par te
di bande che vengono da fuori, ciò crea allarme nelle comunità. In tutto
il paese si svolgono atti di violenza verso i Kikuyu come anche verso i
Luo. Il più grave è quello di Eldoret (città a nordovest del paese) dove
in una chiesa (Assembly of God) 200 persone Kikuyu si rifugiano e 50
vengono arse vive. Molti i bambini e le donne. Nonostante tutto questo
Kibaki tace.
Dati i fatti e le dichiarazioni ufficiali di brogli e data la strategica
posizione del Kenya nell'Africa dell'est si ritiene importante un
intervento della comunità internazionale che faccia capire a Kibaki di
mettersi da parte e di lasciar spazio ad un Governo di unità nazionale,
che rispetti la volontà della popolazione espressa con il voto del
27-12-07.
Come missionario in questi giorni sento di aver fatto ciò che è
normale e ordinario per un cristiano: restare con la gente nelle sue
gioie e nei suoi dolori per testimoniare la pr esenza dell'Emanuele, Dio
con noi. Se l'amore di Cristo ci spinge in acque profonde non possiamo
non stare in mezzo a queste situazioni per essere segno di speranza. La
costruzione della pace e della convivialità passa da questi crocevia e
qui bisogna esserci!! E poi tale pace e convivialità sono una delle
poche vie possibili per un mondo nuovo dove ogni donna, uomo, bambino
possono essere resi degni dei loro diritti ed educati ai loro doveri.
Tornando alla situazione del Kenya, non sappiamo se il peggio è
passato o deve ancora venire, quel che sentiamo da questa baraccopoli è
che il futuro non può essere scritto senza i poveri, gli esclusi. La
politica internazionale dovrebbe imparare da tempi duri come questi del
Kenya o del Rwanda o del Congo, Medio Oriente ecc. per promuovere
un'azione politica capace di diventare una "alta forma di Carità" come
dicevano all'unisono G. Lapira e Paolo VI.
Grazie a quanti stanno pregando per noi missionari in
Kenya, così ci aiutano ad essere segno di speranza e tenerezza di Dio.
Paolo Latorre missionario comboniano
Korogocho - Kenya |
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