ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE | BARI
E I MOVIMENTI:
INTERNAZIONALISMO ANTIRAZZISMO |
BARI Nicola la Torre (provvisorio) |
DINO FRISULLO NON TI DIMENTICHIAMO
5 GIUGNO 2003 - 5 GIUGNO 2008
5 anni son già passati da quando Dino Frisullo ci ha lasciato e in questi giorni in cui una ventata qualunquistica di razzismo e intolleranza attraversa il nostro paese, per tutti noi che insieme a lui abbiamo portato avanti le ragioni dei migranti e la denuncia dei veri responsabili delle migrazioni forzate, è ancora più dura la consapevolezza del vuoto che ci ha lasciato
A volte quello squillo al telefonino a cui non abbiamo potuto rispondere, quella mail di denuncia dell’ennesimo atto di intolleranza e che invitava a dare subito una risposta e della quale non conosci il mittente, ci sembra che sia opera di Dino, come se fosse ancora vivo, di quel Dino incapace di sopportare in silenzio qualunque lesione di “dignità umana” , un Dino comunista vero e contemporaneamente un figlio dell’anima più sincera del 68 e del 77.
Quest’anno vogliamo ricordarlo pubblicando a distanza di vent’anni , sul nostro sito, alla pagina
www.pugliantagonista\dinofrisullo2008.htm
la copia di un comunicato stampa dell’11 settembre dell’88 in occasione di una iniziativa a favore della causa del popolo palestinese alla Fiera del Levante, a Bari, in polemica con la presenza degli Stand espositivi dello stato di Israele e per il mancato invito da parte della direzione della Fiera, per un’analoga presenza dei Palestinesi.
Fu quel giorno una
giornata abbastanza movimentata a
tratti anche un po’ buffi, dove a
causa di una diversa valutazione dei tempi ,
una parte degli appartenenti ( quelli salentini BR_LE) del Comitato
Regionale per il boicottaggio di Israele e Sudafrica, insieme ai fuorisede
baresi aveva già fatto
un’iniziativa di protesta in Fiera e Dino,
arrivato un po’ in ritardo , volle replicarla,
andando a esporre
La polizia e la direzione della Fiera, in crisi di nervi, decisero di fermare, tra quel centinaio di manifestanti, una trentina di compagni per poi denunciarne un paio- i soliti sfigati- per manifestazione non autorizzata
E’ un comunicato fatto a nome del Comitato da Dino Frisullo e Sabino de Razza e che porta la firma autografa di Dino ed una sua puntigliosa nota ( un’ altra delle sue caratteristiche, quella di metter note ovunque anche su una rivista di cruciverba...).
Un comunicato che contiene anche i temi che ritroveremo nelle future campagne di lotta intraprese da Dino: la denuncia degli intrecci tra industrie produttrici di armi e generali ( turchi, israeliani, sudafricani, iracheni, americani) oppressori e massacratori di popoli .
La ricerca di questi intrecci, partendo dalle campagne proPalestina e contro l’apartheid in SudAfrica, fornì una grande esperienza e spunti di riflessione a Dino Frisullo, che proseguì la sua opera negli anni successivi conducendo analoghe campagne di controinformazione e denuncia nei confronti dei militari turchi e dei loro lucrosi affari con le industrie di armi italiane , tedesche e israeliane.
Non cessò mai nel denunciare come quei soldi incassati , frutto di vendite di cannoni, aerei, bombe fosse sporchi del sangue di decine di migliaia di curdi e che chiudere gli occhi significava essere complici di quel massacro. Divenne così un personaggio scomodo anche tra la sinistra ufficiale e di governo , preoccupata di garantirsi i voti di operai e padroni di quelle fabbriche di morte ma lui continuò imperterrito nel suo ruolo di coscienza scomoda
Dino, abbiamo bisogno di te, della tua determinazione, del tuo slancio, della tua fanciullesca avventatezza...
A nome dell’Archivio Storico Benedetto Petrone
Antonio Camuso e Cosimino Pecere
archiviobpetrone@libero.it
Brindisi 5 giugno 2008
Questura di Bari Divisione investigazioni generali ed operazioni speciali- DIGOS...
Oggetto: processo verbale nei confronti di XXX e di Teodora XXX di Brindisi, studentessa universitaria...
....anno 1988, addì 11 settembre...abbiamo sequestrato ai suddetti un manifesto dal titolo:- Fuori Israele dalla Fiera del Levante!- e che invita a :-Boicottiamo i prodotti israeliani perchè cessi l’occupazione militare...-
E’ questa la sintesi della denuncia nella quale, anche senza andare a ricercare tra le testimonianze orali di chi si mobilitava allora o tra i documenti di archivio ,si evince come oltre a raccolte fondi, campagne di adozioni a distanza di bambini palestinesi, conferenze e dibattiti, si cercasse direttamente di incidere quanto possibile sul lato economico nei confronti di Israele onde farle cambiare atteggiamento nei confronti dei palestinesi.
Il boicottaggio di una serie di prodotti commerciali era una di queste forme di pressione.
Si cercava di scoprire quali fossero le aziende importatrici e commercializzanti tali prodotti, si stilavano elenchi di prodotti ed aziende e li si distribuiva durante le iniziative di sensibilizzazione e boicottaggio. Si denunciavano anche le imprese italiane che facevano buoni affari con lo Stato israeliano e complici nell’attività più odiosa, quella del traffico legale ed illegale di armi, in particolare quelle antisommossa e antiguerriglia, sperimentate direttamente da militari e ricercatori israeliani sul laboratorio a cielo aperto che erano e lo sono ancora i campi profughi palestinesi di Gaza e Cigiordania, del Libano o siriani e dove l’esercito israeliano si riservava e si riserva ancor oggi , con l’approvazione della “comunità internazionale”, di sperimentare colpendo indiscriminatamente.
La ricerca di questi intrecci, partendo dalle campagne proPalestina e contro l’apartheid in SudAfrica, fornì una grande esperienza e spunti di riflessione a Dino Frisullo, che proseguì la sua opera negli anni successivi conducendo analoghe campagne di controinformazione e denuncia nei confronti dei militari turchi e dei loro lucrosi affari con le industrie di armi italiane , tedesche e israeliane.
Non cessò mai nel denunciare come quei soldi incassati , frutto di vendite di cannoni, aerei, bombe fosse sporchi del sangue di decine di migliaia di curdi e che chiudere gli occhi significava essere complici di quel massacro. Divenne così un personaggio scomodo anche tra la sinistra ufficiale e di governo , preoccupata di garantirsi i voti di operai e padroni di quelle fabbriche di morte ma lui continuò imperterrito nel suo ruolo di coscienza scomoda
5 GIUGNO 2003 DINO CI HA LASCIATO