ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE
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BARI E I MOVIMENTI: LOTTA CONTINUA per il comunismo
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TESTIMONIANZE
LCPC di Bari raccontata da Nicola Latorre
Gli anni 80:adelante compañeros...verso dove?
Dopo la tumultuosa rottura, nell'ultima assemblea nazionale, con il gruppo di Deaglio e Sofri a cui faceva verso la redazione dello storico quotidiano, inizia ad attivarsi una riorganizzazione di parte di quelle compagne e compagni della denominata “area di Lotta continua”.A fine del '79 si darà quindi vita ad una struttura nazionale che recupera la prima e storica sigla di “Lotta Continua per il Comunismo”.La maggior parte sono compagni di Milano,Torino,Firenze,Bologna e Roma. Molti dei quali provenienti dalle vecchie commissioni operaie o di servizio d'ordine della disciolta LC. Intorno alla creazione di una rivista mensile teorica e politica altre realtà vanno aggregandosi,anche dal sud. A febbraio 80 verrà aperta la sede barese:è il tentativo di diversi compagni/e di ritessere l'ordine del discorso,di ripensare un progetto costituente per un nuovo Movimento Antagonista. Bisogna reagire alla tenaglia repressiva( dopo l'emanazione del decreto di confino al compagno di Foggia Pino Giampietro-oggi portavoce nazionale dei COBAS- anche a Bari due diffide ad altrettanti compagni della nuova sede ,utilizzando il famigerato articolo 1 del Testo Unico di P.S,sembrano annunciare nuovi simili provvedimenti),così come alla spirale di deriva impazzita delle formazioni combattenti che in Puglia,nel barese e tarantino in particolare,e Basilicata aveva iniziato ad operare(nei giorni del terremoto di quell'anno, la uccisione a Bari dell'agente di Ps Filippo Giuseppe da parte di Prima Linea darà vita a una nuova ondata di criminalizazione dei compagni-tra i quali anche chi scrive-con blitz notturni,perquisizioni e torture in Questura da parte della DIGOS).Ci appare necessario dunque porre come centrale l'iniziativa di massa,ricomporre l'analisi e l'azione militante intorno alla critica radicale della fase di ristrutturazione di cui il capitale si era dotato grazie a quella rivoluzione tecnologica con la quale aveva iniziato la trasformazione ed riorganizzazione del ciclo produttivo.Vi è sopratutto il carattere aperto,di conricerca,nel tentativo di fare un salto di paradigma verso la rielaborazione di un impianto teorico atto a misurarsi,come soggettività comunista,con un ciclo che si annuncia come completamente nuovo.La critica alle categorie di “socialismo”; la lettura delle modificazioni dello Stato ed i suoi istituti disciplinari; il caratere centrale dell'uso atomico dell'energia e la sua relazione con i vagiti di un neo-interventismo militare italiano in funzione imperialista; lo scenario internazionale caratterizzato dall'avvento delle politiche di feroce liberismo che Reagan e la Tatcher inaugurano,sono i tratti costitutivi con i quali si cerca di riannodare i tanti fili rossi dispersi...
Inizierà così la gestazione di una traiettoria, politica ed organizativa,che in città si proietterà in seguito lungo le asperità degli anni 80,su su,attraversando più generazioni,fino alla fine di quelli '90...
In quei primi mesi del '80 con parecchi altri giovani compagni provenienti dalla esperienza del 77 e dei collettivi,iniziamo a frequentare la sede aperta di fronte alla Cattedrale, nella città vecchia.Lo scenario naturale è splendido e rappresenta un “ritorno” ad un quartiere per noi storico.Il primo riconoscimento di questa scelta non tarderà ad arrivare,con l'afflusso di diversi compagni,a forte composizione proletaria,fuoriusciti dalla FGCI del quartiere.
Con l'avvio dell'attività ci incontriamo ad essere i soli rimasti organizzati a Bari.
Da alcuni mesi,intorno alla decisione governativa sulla scelta del sito di Cerano(in provincia di Brindisi),il dibattito sulle centrali nucleari ed a carbone aveva prodotto già le prime mobilitazioni nella zona. Ad organizzarle sono i compagni della autonomia brindisina, la cui esperienza va consolidandosi con la occupazione del primo centro sociale nel centro storico e l'inizio delle trasmissioni di Radio Casbah (l'anno prima avevamo tentato anche noi baresi di aprire una emittente libera,Prima/Vera Radio,che in seguito a varie vicessitudini non riuscimmo però a far decollare).
La Puglia è vista dal governo e le lobby dell'industria energetica,come una delle regioni tra le più “papabili” ad ospitare i progetti di costruzione delle centrali nucleari e quelle del ciclo a carbone.Opere mastodontiche e flussi di miliardi,in una regione dove le cattedrali nel deserto già erano storia,dove l'impatto produttivo dei mostri Enichem a Manfredonia e Montedison a Brindisi,così come l'Italsider a Taranto,avevano piegato le economie locali e disastrato l'ambiente.Una regione,in più,dove il controllo del territorio aveva regalato pezzi importanti della Murgia alle servitù militari, agli USA la base di San Vito dei Normanni,alla NATO l'areoporto di Gioia del Colle,insieme ad i porti di Brindisi e Taranto. Per questa Puglia, portaerei imperialista nel meditteraneo, il modulo delle megacentrali energetiche rappresentava il necesario complemento e sviluppo per il rinnovato protagonismo,sulla scena economica e produttiva in particolare europea,del capitalismo italiano.L'estate sarà un momento importante di verfica e confronto del dibattito e la mobilitazione.Cerano accoglierà il primo Campeggio di Lotta,organizzato dai compagni di Brindisi in collaborazione con il “Coordinamento Antinucleare Antimperialista”, che nazionalmente sta già muovendo i primi suoi passi con il supporto di diverse realtà delle precedenti esperienze autonome.Il campeggio al quale partecipiamo,diverrà così un passaggio politico importante, a cui parteciperanno alcune centinaie di compagne e compagni da tutta Italia. Sono giornate di intenso confronto ed iniziativa sul territorio. Noi baresi le viviamo con grande interesse, attraversando le stesse contraddizioni di esser parte di una storia collettiva,la quale però ha intrapreso un percorso organizzato differente dai compagni di Brindisi e Foggia,i quali già hanno optato per lo sviluppo del Coordinamento “AntiAnti”. E non mancheranno momenti di vivace scontro dialettico ad evidenziarlo. Sarà da allora,in ogni caso,che soprattutto con i compagni di Brindisi inizierà quel lunghissimo percorso comune(che si dipanerà i primi anni inframezzato con un sano spirito di ..“competizione”)che tut'oggi continua.Un legame di cui grande artefice è stato,in larga misura,quell'eccezionale neo-meridionalista e capopopolo,che è Bobo Aprile: il quale ancora continua ad essere l'infaticabile voce narrante e il protagonista di tante storie di umanità e lotte in tutto il sud.
Il Campeggio di Cerano si chiuderà, il 2 agosto, con la notizia della strage avenuta alla stazione di Bologna.Ancora una volta(in giugno il disastro di un DC9 nel mare di Ustica già lanciava mortiferi presagi)le bombe ed il terrore: a garanzia di quella offensiva politica e padronale consumatasi già tra il 77 ed il 79 e che,nell'autunno dei 35 giorni di straordinaria resistenza e lotta a Torino ,con la marcia dei quarantamila quadri Fiat simboleggierà la smatellamento definitivo della fabbrica fordista ed insieme di quell'operaio-massa che-come classe-aveva costituito il soggetto di massa centrale di un intero decennio.