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dal fondo Valigia delle Indie

l'approfondimento sul numero uno della rivista EPOCA del 14 ottobre 1950

(parte seconda)

(vedi anche Epoca n1 parte prima)

LA MISERIA É CLANDESTINA:la prima puntata di un viaggio tra gli italiani versano in povertà nell’Anno Santo 1950 ...di

Lamberti Sorrentino

E’ uno strano ma istruttivo viaggio nell’Italia dei diseredati che fa l’inviato di Epoca conducendo un’inchiesta sui Monti di Pietà, le agenzie di Pegno e gli usurai. Un viaggio che inizia raccogliendo l’appello, apparso sul Mattino,  di un ferroviere , ex-emigrante nel Sud-America a, che vuole onorare la parola data , ad un altro emigrante italiano in punto di morte in un locale malfamato in Argentina: donare 503.000 lire al caso più disperato tra coloro che si rivolgono ai Monti di Pietà per impegnare i miseri beni  pur di sfamarsi. Una storia  a tinte nazionalpopolari , ma comunque l’istantanea di un’Italia  sofferente , quella di 70 anni fa ma che cerca di resistere giorno per giorno con la dignità che solo i poveri sanno mostrare.

Un reportage al limite del politicamente scorretto , quello che compie- più che scrivere- narrando con gli accenti dei film neorealisti dell'epoca il mondo degli emarginati che vivono in un'italia in ginocchio dopo la guerra e sogna  che lo zia d'america possa venirle in soccorso, che sia sotto il gesto nobile di un emigrante aaricchitosi o invece  della mano a tstelle e striscie che in cambio richiede fedeltà alla lotta contro il comunismo, inviando dollari per sfamare ma anche per riarmare l'Italia e farne il fianco sud della NATO.

Un inizio "politicamnte scorretto"visto che iniza con la foto di un'abbuffata luculliana  a cui partecipa l'inviato di Epoca, nella casa del notaio Franciulli a Torre Orsaia in provincia di Salerno. Il piatto forte è un capretto di sette chili e poi dentice arrosto, spigola marina, gallina bollita e poi formaggi, dolci e frutta ed altre leccornie. E' uno schiaffo alla miseria  che sarà documentata nelel diverse puntate  su questo argomento che apppariranno nei numeri succcessivi di Epoca. Un notaio salernitano  che è insieme ad un ex gerarca fascista del luopgo Jannelli, exsottosegtretario alle comunicazioni negli anni del fascismo e che in paese è salutato  con la mano tesa , che lui ricambia come se il fascismo non fosse mai caduto. Due personaggi della provincia meridionale che sono però i garanti  di questo "voto" fatto dall'exemigrante ed ora ferroviere Giannoccari che a loro ha consegnato il denaro  daqtogli in punto di morte da un altro exemigrante. Denaro che essi devono garantire la giustezza dello scegliere di donarlo al più meritevole tra dieci casi di gente  che si è impegnata anche l'anima per sopravvivere in quel 1950 italiano. Rportiamo qui di seguito l'elenco diquesti 10 casi emblematici: troveremo chi si è impegnato l'ultima coperta per acquistare il latte per il figlio tubercolosico, o il reduce dai lager tedeschi che fa il manovale e lavora un giorno su sette e si è impegnato l'ultima biancheria per acquistare la pennicillina per il figlio anche lui affetto da TBC

i dieci casi:

1 - PISAPIA Maria, via Domizi n. 110 Agnano. Pegno770530 L. 500. Marito Carlo Salzano disoccupato. Acquistato pane per i nove figli di cui nessuno lavora.

2 - CECCARELLI Maria, Corso Garibaldi 340, Pegno704441 di L/200. Impegnato'ultima coperta di lana peracquistare latte al secondogenito quindicenne T.B.C. Il maritore reduce vende qualche pacchetto di sigarette.

3 - PASQUALE Maria, abita un buio terraneo di via Fr.
del Giudice 30. Pegno 771183,L. 300, 10 figli. Porta in braccio la penultima, Lucia, di 4 anni con paralisi infantile. Durante l'occupazione alleata il marito, ora senza lavoro, aveva rifatta la mobilia, poi impegnata e venduta per acquistare medicine
.

4 - GARGIULO Luigi, vico Laminatori 33. Pegno 77003. L.100. Disoccupato con 10 figli.Prima calzolaio, poi ciabattino
in un rione dove poche personepossono risuolarsi le scarpe. Ultimo pegno una coperta di lana rotta per 100 lire che non bastarono nemmeno a comprare il
pane per tutti

5 - OCCHINO Mario, san Domenico Soriano 4. Affetto da
bronchite e malato di cuore parla con difficoltà. La moglie Anna Mazzoro, di 50 anni, ha in braccio l'ultimo figlio di 28 mesi, che porta il nome del primogenito mitragliato dai tede-
chi. Fa la domestica a ore.

6 - IA DON FSI Giuseppe, Vi-
co Pace ai Tribunali 34, disoccupato con moglie e 10 figli,
scaricatore del porto, si dichiara
"di sinistra". Lavora la figlia maggiore di 16 anni, come do-
mestica, in cambio di cibo che divide la sera, rientrando. Uni-
co mobile, un letto, dove giacciono, da mesi, due bimbi ma-
lati non si sa di che. L'ultima biancheria fu impegnata nel
giugno per 800 lire, poi la cartella fu venduta per 1600 lire.
Invece di medicine si comperò,con quei soldi, pane.

7 - PIGNATELLI Luigi, Via Nolana -)4. Pegno f~70640, ìj» ~
350. Reduce dalla prigionia in Germania, venditore ambulan-
te, facchino, manovale, riesce a lavorare un giorno su sette. Con l'ultima biancheria impegnata comperò penicillina per suo figlio Mario sedicenne T.B.C.

8 - MEO LA Giuseppe, Pegno770538, L. 100. Abita un terra-
neo che affaccia sulle popolari rampe di Via Vecchia Capodi-
monte. Muratore disoccupato da mesi ha 10 figli, il maggiore di 21 anni, il minore di 10 mesi.
Lavora saltuariamente da manovale od imbianchino, ma
spesso è, come dice, "in vacanza Fu appunto durante una di
coteste vacanze che la moglie impegnò una tovaglia, le fasce ed i copriletti del neonato per sole 100 lire.

9 - BUONOMO Giacomo, Vi-
co Vecchio 7, Pegno 770829, L.300 disoccupato con 4 figli.

10 - LAMPARIELLO Nicolina, Via Duomo, 64, figlia di
un ufficiale, moglie di un ufficiale; con madre, sorella, fra-
tello e cognato disoccupati, un un figlio. In quattro anni ha impegnato dai gioielli alle pentole.

 

 

l'abbuffata a casa del notaio Franciulli di Torre Orsaia (Salerno)

il nostalgico fascista Jannelli e il ferroviere Giannoccari che non vede l'ora di adempiere alla parola data ad un moribondo.

 

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MIRACOLO A MILANO .-i retroscena, gli attori presi dal vico, le immagini del film girato nel 1950.

 

I poveri, quelli che definiremmo gli ultimi oggi, popolano le perioferie di piccole e grandi città italiane, abitando in tuguri e baraccopoli fatte con lamiere e cartone, ma che mostrano di vivere la loro miseri con dignità, la stessa dignità  che mostrano i barboni milanesi ingaggiati da De Sica nel suo famoso film Miracolo a Milano. Ne mostreremo le foto con le didascalie delle loro storie apparse su Epoca.

I poveri disturbano si doveva chiamare quel meraviglioso film che poi apparve nelle sale cinematografiche come : Miracolo a Milano

della pagina  dedicata su wikipedia al link

https://it.wikipedia.org/wiki/Miracolo_a_Milano

 riportiamo quella dedicata alla sua produzione:

Tratto dal romanzo Totò il buono di Cesare Zavattini, Miracolo a Milano nasce dalla lunga collaborazione tra Zavattini e De Sica, a cui si debbono altri film del periodo neorealista come Umberto D., Sciuscià e Ladri di biciclette. Il romanzo, edito da Bompiani nel 1943, dopo essere uscito a puntate sul settimanale Tempo, era lo sviluppo di un soggetto di tre pagine, scritto a quattro mani da Zavattini e Totò nel 1940 Le riprese furono effettuate tra il febbraio e il giugno del 1950. Il titolo di lavorazione del film era I poveri disturbano, titolo che fu cambiato in seguito alle pressioni dei produttori e di alcuni politici che vedevano il neorealismo come un cattivo biglietto da visita per l'Italia all'estero

 Ibarboni scelti da De Sica tra quelli che vivono a MIlano:

  Mario Orlandi, conosciuto da tutti come "Barba"

Giovanni Fedi, anarchico, meccanico, incarcerato per la sua fede politica, abbandonato dalla moglie, divenuto barbone.

Carlotta Rocca, una cameriera che ammalatasi è caduta in miseria e vive nelle baracche.

Armando De Andreis, disoccupato , raccoglie mozziconi di sigarette, più volte ingalerato.

Virgilio Marchesini di Vicenza, pasticcere, litografo, traduttore di commedie e che indifferentemete d'estate o d'inverno indossa tre cappotti uno sull'altro.

Carlo Briante , manovale e che sogna un piatto di carne in umido e tanta salsa da inzupparvi il pane

 

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