BRINDISI
31 DICEMBRE 1973
UN FINE-ANNO MOLTO PARTICOLARE
Lotta Continua e sinistra
rivoluzionaria sotto le mura del carcere di Via Appia a festeggiare
con i detenuti.
parte
seconda
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LE STORIE AUTOBIOGRAFICHE DELLA SINISTRA RIVOLUZIONARIA BRINDISINA:31
dicembre 1973 un capodanno di 40 anni fa passato tra
l'eliminazione di un nemico del popolo, compagni squattrinati ed una
manifestazione di solidarietà ai detenuti del Carcere di Brindisi
(racconto completo)
Carcere
Circondariale di Brindisi -via Appia
“-Ci
son tanti compagni
di cui ci son negati perchè questa giustizia li vuole carcerati…
Liberare tutti,vuol dir
lottare ancora…”-
Mentre mi avvicino alle
mura del carcere sento distintamente cantare
questa canzone a due voci
Una proveniente
sicuramente da un megafono, dall’altra più debole
e più distante con uno strano eco
Giunto nello spiazzo
antistante alle mura di cinta site in via Giulio Cesare ,trovo una ventina
di compagni, molti di
Lotta Continua,a ridosso di un furgoncino o un
grosso Ape sul cui pianale è salito Pino Marella che impugna un
Megafono
“-Micheleee!!!!sono Pino
, come stai?.”-
Faccio fatica
a comprendere con chi , Pino stia cercando di parlare,poi nella
semioscurità in cui è avvolta la parte centrale del carcere, dalla
ala destra ,da alcune
finestre
vedo fuoriuscire degli stracci di color presumibilmente rosso che
vengono agitati…
“-Ciao
Salvatore, da
quand’è che è iniziata?”- “ Ciao Antonio, da poco…”-
“-Zitti, state in
silenzio, stanno rispondendo!”- ci urla Pino
In effetti ci arrivano le
voci di più detenuti
“-Ciao Pino, sono
Michele…ciao Pino, sono Massimo… grazie
che siete venuti, grazie ..”-
E’ di nuovo Pino a
rispondere col Megafono:
“-Noi di Lotta Continua
siamo qui questa sera,per portarvi il conforto della nostra presenza
in questo momento in cui vorreste essere con le vostre famiglie
.Mentre voi vivete in condizioni invivibili e siete accusati di
reati di poco conto i padroni, i ladri di Stato,i grandi speculatori
e truffatori, nonostante la crisi, gozzovigliano
nei loro yacht, o in località da favola facendo scorrere
fiumi di champagne e wisky. Sono loro che dovrebbero essere tra
quelle sbarre e non voi.!!!
Liberare tutti vuol dir
lottare ancora….”-
E’in un’atmosfera
irreale quanto sta avvenendo:in un totale assenza di traffico
stradale,l’intero quartiere della Commenda
è avvolto nel silenzio e nella semioscurità poichè con le
norme dell’austerity si è intimato di risparmiare da una certa
ora su illuminazione pubblica e privata e le uniche luci sono quelle
delimitano le mura esterne del carcere. Le stesse sentinelle
che ci osservano dall’alto,non dicono nulla, quasi a solidarizzare
con noi perché gli facciamo compagnia, sembrerebbe che potremmo
stare qui per ore e nessuno ci verrebbe a disturbare.
“-Dai forza, compà,
sbrighiamoci !mancano dieci minuti!!!”- Ad un tratto una
strana agitazione si impadronisce di alcuni compagni e mentre Pino
sta ancora cantando Liberare tutti con il sottofondo dei detenuti
che lo seguono,
dalle
mani di qualcuno spunta fuori una Very,
una grossa pistola per segnalazioni,di quelle che si usano
sulle navi,poi un colpo sordo e il cielo che su di noi si illumina
di una luce intensa.
(un
modello di pistola Very di cui si parla nel racconto)
Per un bel po’ di
secondi stiamo tutti in silenzio col naso all’insù, i compagni,
le guardie carcerarie, i detenuti.
Poi man mano che il paracadute che sostiene l’artificio
luminoso discende ci accorgiamo che chi l’ha sparato l’ha
puntato verso il dentro del carcere, onde far gustare sino
all’ultimo gli effetti ai detenuti.
“-Auguri compagni
detenuti!Auguri di Buon anno!!!”- strilla al megafono Pino, ma già
Carlo lo acchiappa
per
la giacca e lo tira giù.
“-Forza muoviamoci, fra
poco qui arriva la polizia, le guardie li avranno avvisati!!!”-
“-Ciao compà. Buon anno
a tutti!”-
In pochi istanti il nostro
gruppo si divide separandosi. Io mi incammino lungo la via Appia.
Fatte poche decine di
metri mi ritrovo in un’altra scena da teatro di guerra dal cielo
piovono giù suppellettili, piatti, secchi di immondizia, mentre
balconi e finestre si illuminano di quelle che chiamiamo scintille.
A questo punto comprendo
che è giunta mezzanotte . I brindisini
anch’essi colpiti dalla crisi quell’anno si decisero,
quasi si fossero passati la voce
di risparmiare sui botti ed invece di disfarsi fragorosamente
di tutto ciò che avevano di vecchio in casa. Per un pò
cercai di continuare il cammino ma all’arrivo da un terzo piano di
un WC di porcellana che schiantandosi lanciò schegge per qualche
decina di metri decisi di mettermi al riparo sotto un balcone e
attendere che
i
depositi di munizioni dei brindisini fossero esauriti….
Iniziava così il 1974, un
anno terribile , contrassegnato non solo dalla crisi, le domeniche a
piedi, dagli strascichi
sull'economia
del Meridione per il colera,
da
trame golpiste,
stragi
fasciste, insomma
tutto ciò che poi diede le fondamenta al periodo seguente
dei cosiddetti anni di piombo…
Ma, quel piccolo gruppo di
compagni di quella sera, non sapeva che a distanza di tre anni ci si
sarebbe ritrovati ancora a gridare sotto il carcere,ma questa volta
per richiedere la libertà di Pino Marella,
arrestato per le sue attività di sostegno ai detenuti,
ritenute pericolose…
Una battaglia che vincemmo
e che diede a molti di
noi
la forza di continuare a lottare, in difesa dei più deboli degli
emarginati, di coloro che altri ritengono solo immondizia, che
fossero carcerati o extracomunitari clandestini…
Anche
nelle lotte contro
le Centrali a Carbone e nucleare degli anni 80, si volle far in modo
che le manifestazioni a Brindisi passassero sotto il carcere onde
far sapere ai detenuti che non ci dimenticavamo di loro….ma di
tutto ciò sarà opportuno parlarne un’altra volta....
Fine seconda parte
Brindisi 25 dicembre 2013
ANTONIO CAMUSO ARCHIVIO
STORICO BENEDETTO PETRONE
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rivista e corretta il 31 dicembre 2022 |