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ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA ANARCHICA ORA 'Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica, già Organizzazione Anarchica Pugliese, è un movimento politico anarchico italiano nato in Puglia. VEDI LE COLLETTIVITA'Un documento di analisi sulla Spagna del 1936 ( ciclostilato del 1974)a cura dell'Organizzazione Anarchica Pugliese Nel 1976, l’OAP muta il suo nome in Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica (ORA), sulla base delle esperienze coeve in Francia ed Inghilterra. Lo stesso anno si tiene a Bari il 1° Congresso regionale dell'Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica (ORA), che riprende il nome e l'ispirazione politica dell'ORA di Francia e costituisce sezioni nelle città più importanti della Puglia, qualificandosi per l'intervento nei quartieri, nelle scuole e nelle università, e per l'impegno antifascista. L'ORA pugliese si pone come progetto di organizzazione politica dei comunisti anarchici italiani e si dà tesi politiche originali ispirate dalla Piattaforma dei Comunisti Anarchici del 1926 e dalle istanze di base espresse dai movimenti sociali dal 1968 in poi. Nel 1978, si tiene a Bari il 1° Congresso Nazionale dell'Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica a cui aderiscono anche militanti comunisti anarchici dell'Emilia, della Lombardia, della Campania, ed in seguito nelle Marche, nel Veneto, in Piemonte.
IL TIMBRO DELLA SEDE DI BARI
Un documento dell'ORA di BARI sulla morte di Benedetto Petrone, i fatti susseguenti e sulla Resistenza Antifascista da sviluppare a Bari Anche il silenzio è un modo di uccidere La morte del compagno
Benedetto Petrone ha fatto rinascere nella nostra città un movimento di
lotta contro il fascismo e il suo tessuto organizzativo, che ha riproposto
a livello di massa i valori più genuini della Resistenza, delle lotte
antifasciste vissute come lotte anticapitaliste, contro lo sfruttamento
dell'uomo sull'uomo, per una società senza classi. Tale movimento ha
ritrovato nella mobilitazione di massa e nell'azione diretta, la giusta
risposta militante al barbaro assassinio del compagno Benedetto, avvenuto
a distanza di soli due mesi dall'assassinio di Walter Rossi a Roma. Tale risposta di massa
ha avuto l'immenso valore di sintetizzare delle indicazioni politiche
chiare: 1. la necessità di battere il fascismo con la mobilitazione e
di massa; 2. la necessità di non delegare allo Stato e ai suoi organi
rappresentativi tale compito; non solo perché sino ad oggi per trent'anni
fascismo e Stato hanno vissuto a braccetto; non solo perché i fascisti,
anche a Bari, hanno avuto tutte le coperture possibili e immaginabili, ma
soprattutto perché gli operai, gli studenti, le donne, i disoccupati non
possono scindere le lotte contro il fascismo da quelle contro la
disoccupazione, contro l'emarginazione, contro il lavoro nero, contro
l'aumento dei prezzi, contro la repressione, contro le leggi liberticide. Ridicoli sono stati i
tentativi di criminalizzare tale movimento attraverso l'uso terroristico
della stampa. Solo chi ha voluto
negare la realtà di questo movimento, ha avuto il coraggio di parlare di
pochi sparuti "gruppi di autonomi" durante l'assalto alla Cisnal
(azione spontanea e fatta da oltre mille partecipanti): inoltre, per
evitare l'espansione di questo movimento è stato costretto ad organizzare
in fretta e furia i funerali del compagno. A tale manovra la
risposta l'hanno data i 10.000 compagni che nella sera del 30 novembre
sono sfilati per le vie della città. Le iniziative prese dal movimento di
lotta contro il tessuto organizzativo dei fascisti sono inequivocabili e
nello stesso tempo hanno impedito che il clima di paura si potesse
estendere ed isolare il movimento, clima di paura creatosi nella città la
sera di martedì, ·
a causa dello
scorazzare ingiustificato, in modo continuo, delle vetture della polizia
(in borghese e non) con le sirene spiegate; ·
a causa delle
notizie infondate che diffondevano i mezzi di informazione borghesi
("calata di orde di autonomi da Bologna e Roma", ecc.); degli
"avvertimenti" che i poliziotti, in posizione di avanscoperta ai
vari capannelli sviluppatisi nella città, davano ai negozianti ed ai
venditori in alcuni mercati ("chiudete che ora stanno arrivando i
rossi: spaccheranno tutto!"); ·
a causa di azioni
errate praticate su alcune automobili e alcuni negozi di Via Sparano
(spaccatura delle vetrine). Alcuni di questi negozi, però, sono gestiti
da finanziatori dei fascisti, anche se la popolazione non li conosce
ancora come tali. L'azione del movimento
di lotta, che la stampa ed i partiti hanno tentato di presentare come
azioni di teppisti, si è diretta contro il tessuto organizzativo dei
fascisti, colpendo le loro sedi organizzative (Federazione Provinciale, in
Via Piccinni, sede della Cisnal, la famigerata Passaquindici, da dove
continuamente sono partite le squadre che picchiavano i giovani di
sinistra); i loro posti di ritrovo (Bar Esperia, Bar degli Amici, Casa
della Panna); negozi gestiti da noti squadristi e criminali (Al Kazar e
Disco mix). Sia chiaro che non si
elimina il fascismo soltanto colpendone il tessuto organizzativo, come ha
fatto il movimento in questi giorni, ma anche organizzandosi all'interno
dei quartieri, con dei centri di mobilitazione antifascista permanenti,
che svolgono attività di controinformazione, di vigilanza, togliendo ogni
agibilità politica ai fascisti, impedendo che possano utilizzare piazze e
luoghi cittadini, sia per radunarsi che per organizzarsi. Solo in questo modo,
Benedetto non è morto invano, e il suo ricordo rimarrà sempre vivo, non
solo tra i compagni che gli sono stati vicini nelle lotte, ma tra tutti
gli sfruttati che lottano e lotteranno per la liberazione dell'uomo dallo
sfruttamento e dall'oppressione. La mobilitazione di
questi giorni è un'importante tappa per giungere all'obiettivo da tutti
auspicato, di chiudere i covi fascisti, di impedire che nelle scuole e nei
quartieri possano continuare a scorazzare seminando il panico tra i
proletari e i giovani, contribuendo alla crescita della coscienza politica
e della partecipazione diretta di tutti i proletari. L'antifascismo non va
delegato, perché la sua forza risiede nella forza e nella capacità degli
organismi di massa degli studenti, degli operai, delle donne, dei
disoccupati, di costruire e di portare avanti un processo di
trasformazione radicale della società, un processo di costruzione di una
società senza classi, autogestita ed egualitaria. Organizzazione Rivoluzionaria
Anarchica http://www.fdca.it/storico/preistoria-fdca/ora-puglia.htm Bari, 2 dicembre 1977 ORA e il convegno di Bologna settembre 1977 ORA IL CONVEGNO SULLA REPRESSIONE E IL MOVIMENTO BARI 30 OTTOBRE 1977 UN DOCUMENTO SULLA REPRESSIONE TRA IL 78 E IL 79 E UNA CRITICA AL "LOTTARMATISMO" DOC 17 GENNAIO 1980
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