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22 MARZO 1968 , UNIVERSITA' DI NANTERRE, FRANCIA
NASCE IL MAGGIO FRANCESE
E’ una data da non dimenticare quella del 22 marzo 68 , poiché essa segna il salto di qualità dei movimenti di contestazione europei che quell’anno avranno nel maggio francese il momento più esaltante.
Tutto parte da una piccola notizia , come sempre succede nei grandi passi che fa la Storia . Essa quando si mette in movimento non avvisa dando fiato alle trombe del giudizio universale, bensì si mette in marcia all’alba col passo silenzioso di piccoli uomini che si avviano ai lavori più umili e che un bel giorno decidono invece di fare la rivoluzione. All’inizio è solo un grido, un gesto simbolico di rivolta, un sasso che rompe la quiete di uno stagno in putrefazione, poi si alza la marea e niente sarà come prima…
Quel giorno, il 22 di marzo si diffuse la notizia che a Parigi erano stati arrestati sei studenti per una manifestazione contro la guerra nel Vietnam ed in solidarietà alla repressione degli studenti delle università americane che anch’essi da oltre un anno si battevano contro quella guerra assurda.
Nella nuova università di Nanterre a nord-ovest di Parigi un gruppo di ispirazione libertaria ed il cui leader è uno studente anarchico Daniel Cohn-Bendit , decide di occupare la Sala del consiglio della facoltà di Lettere di Nanterre. Inizieranno in soli centoquaranta ma in pochi giorni la protesta si allargherà a macchia d’olio ed arriverà a mettere in pericolo l’intero sistema politico francese.
La parola d’ordine : No all’autoritarismo!- diverrà quella che più identifica il 68 degli studenti in Francia , e poi in tutta Europa.
Quel piccolo gruppo diverrà un movimento chiamato appunto 22 MARZO
Parola d’ordine numero uno : Ammazziamo tutti i padroni?
Nient’affatto! Quella che muoverà le masse studentesche sarà semplicemente la richiesta dell’abbattimento dei divieti di circolazione degli studenti “ maschi” nelle zone dove alloggiano les “jeune-filles” , ed ancora …l’abbattimento del divieto in molti licei “ misti” che le donne non possano portare i pantaloni…
Sarebbe riduttivo restringere a questo il 68 francese ma ripensando al nostro ci accorgiamo che quell’anno a noi giovani la società ormai ci va troppo stretta e le convenzioni che ci opprimono ci fanno uscire fuori di testa! Sarà quindi una rivoluzione culturale quella che invochiamo e l’unica della quale abbiamo sentito parlare è quella che altri giovano stanno conducendo da quasi tre anni in Cina . Sarà così naturale, per noi, aggrapparci al mito delle giovani guardie rosse che con il libretto rosso della rivolta son state capaci di scardinare il potere dei mandarini.
Per noi i mandarini nostrani sono la famiglia, il parroco conservatore, il preside o il rettore universitario, ma per altri è il capo che ti sta dietro col cronometro in mano che controlla quanti pezzi fai in catena di montaggio e poi… la repressione , quella dura col manganello in mano… ma almeno quella ben presto saprai come rispondergli, basterà chinarti e raccogliere un sampietrino… invece i blocchi che ti hanno messo nel cervello purtroppo saranno più difficili da combattere...
Occorrerà aspettare la nascita di altri movimenti di liberazione come quello femminista per comprendere quanto e quanti mandarini c’erano ancora da abbattere e quante Lunghe Marce da fare.
Sul piano filosofico un riferimento è la lettura di Wilhelm Reich La révolution sexuelle scritto nel 1936 , ma anche d'Herbert Marcuse L'Homme unidimensionnel e poi quello che abbiamo già segnalato parlando dei situazionisti le Traité de savoir vivre à l'usage des jeunes générations de Raoul Vaneigem pubblicato nel 1967 come anche La Société du spectacle di Guy Debord
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Ma anche in Francia i movimenti cattolici di base faranno la loro parte come ad esempio gli Scouts de France che mettendo in discussione la struttura e la gerarchia paramilitare, divengono una palestra di dibattito e di progettualità condivisa , alla ricerca di una interpretazione autentica del Concilio Vaticano II ----------------------------------------------------------------------------------------
Nella sinistra francese grazie anche alla mobilitazione contro la guerra del Vietnam vi è un proliferare di gruppi “rivoluzionari ( troskisti, maoisti, anarchici, ecc) e che nei . comités Viêt Nam, i comitati pro-Vietnam misureranno le proprie forze e capacità di attrazione di consenso, rompendo con la gestione tradizionale del Partito comunista francese e dal partito socialista per poi fuoriuscirne con la costituzione del ComitatiVietnam-proletari egemonizzati dalla sinistra rivoluzionaria.